Alpinismo

Cristóbal Señoret, Nico Secul e Hernán Rodríguez scalano il monte Sarmiento in stile alpino

I tre hanno impiegato cinque giorni per realizzare la prima ripetizione della via dei Ragni (1986), nonché la prima ascensione cilena della cima Ovest (2154 m) della montagna nella Terra del Fuoco cilena

 

La cima del monte Sarmiento non ha rivali in quanto a isolamento: situata a un estremo della Cordillera Darwin, nella Terra del Fuoco cilena, i suoi mille metri di roccia si stagliano quasi direttamente sul livello del mare. Inoltre, questa montagna è in grado di offrire a chi la sfida alcune tra le condizioni climatiche più estreme al mondo. Sono frequenti, per esempio, le tempeste di neve spinte dai venti che spazzano costantemente le sue pareti.

La vetta più alta, la Est, si eleva a 2207 metri di quota, ed è stata salita in sole due occasioni. La prima assoluta è stata nel 1956 ad opera di Clemente Maffei e Carlo Mauri, nel corso di una spedizione guidata dall’esploratore patagonico Padre Alberto Maria De Agostini. Dovettero poi passare quasi sessant’anni e trenta tentativi perché la cima venisse raggiunta per la seconda volta ad opera di Natalia Martìnez e Camilo Rada del 2013.
Sono dunque state molte le squadre che hanno dovuto rinunciare alla cima. Tra queste, il team di ‘Sul filo dell’impossibile’, composto da José Carlos Tamayo, Iñaki San Vicente, e Mikel Zabalza. I tre passarono un mese e mezzo al campo base nel 2005.

La cima Ovest del Sarmiento

Tre spedizioni nel corso dei decenni si sono invece aggiudicate la cima Ovest del Sarmiento, leggermente più bassa: il gruppo dei Ragni di Lecco nel 1986, John Roskelley, Tim Macartney-Snape e Stephen Venables nel 1995, e Robert Jasper, Jorn Heller e Ralf Gantzhorn nel 2010.

La cordata composta da Cristóbal Señoret, Nico Secul e Hernán Rodríguez aveva quest’anno lo stesso obiettivo. Finora, non c’erano ancora state salite da parte di alpinisti cileni, né in stile alpino. Gli alpinisti si sono imbarcati da Punta Arenas alla volta del Monte Sarmiento. “Grazie a Germàn Alegrìa, il capitano della barca, e a suo fratello Pastilla, siamo arrivati in cinque ore alla baia dove cominciava la nostra impresa”, ha spiegato Señoret. I tre hanno raggiunto il campo 1 all’inizio del ghiacciaio, e dopo due giorni hanno montato il campo 2.

Abbiamo poi deciso di tentare la vetta, visto che le condizioni erano perfette. Siamo partiti pur sapendo che probabilmente ci avrebbe raggiunto la notte. Ma dopo 15 ore siamo tornati al campo avanzato, avendo raggiunto la cima Ovest. Le maggiori difficoltà incontrate sono state i crepacci e la difficoltà nel piazzare le protezioni”.

Siamo molto contenti di aver visitato questo luogo così selvaggio e schivo. E ancora più felici di esser stati la prima spedizione a condurre in stile alpino questa scalata , che ci ha richiesto quattro notti e cinque giorni tra andata e ritorno a Punta Arenas” ha concluso l’alpinista.

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