Apre a Lecco la mostra dedicata a padre De Agostini, il missionario che ispirò i Ragni
Il prelato, alpinista ed esploratore, invitò Carlo Mauri alla spedizione sul Monte Sarmiento. Scoccò allora l’amore dei Ragni per la Patagonia. La rassegna organizzata nell’ambito delle celebrazioni del 150 anni del Cai Lecco
Il 2024 è un anno di grandi ricorrenze all’ombra delle Grigne e del Resegone. Dopo la conferenza dello scorso 13 gennaio, che ha dato il via ai festeggiamenti per i 50 anni dalla prima salita della parete ovest del Cerro Torre, Lecco si appresta, infatti, a celebrare il 150esimo anniversario della fondazione della sezione cittadina del CAI.
A dare il via alla kermesse delle celebrazioni sarà la mostra dal titolo “Immagini da un mondo scomparso (1883/1960). Padre Alberto Maria De Agostini: uomo, natura, arte e scienza”, visitabile presso gli spazi della Torre Viscontea di piazza XX Settembre dal 10 febbraio al 10 marzo.
L’esposizione, inaugurata a Roma nel 2022, nell’ambito di un grande convegno su Alberto Maria De Agostini, organizzato dall’Istituto Storico Salesiano, rievoca, attraverso pannelli esplicativi, fotografie d’epoca, edizioni originali dei libri e video la straordinaria figura del sacerdote italiano che, nei primi decenni del 900 divenne uno dei più grandi esploratori delle terre all’estremo sud del continente americano.
Vissuto per quasi cinquant’anni nella Terra del Fuoco e nella Patagonia come missionario salesiano, padre De Agostini mise a frutto la sua formazione di cartografo, le sue abilità nel campo della fotografia, le sue conoscenze etnografiche e geologiche pubblicando numerose opere geografiche, fra tutte Ande Patagoniche, che dettero un contributo straordinario a divulgare nel mondo la conoscenza e il mito di quei luoghi remoti e della loro selvaggia bellezza.
Le esplorazioni di De Agostini ebbero fin dall’inizio anche obiettivi alpinistici, dalla Terra del Fuoco alle Ande Patagoniche Australi, alla Patagonia settentrionale dove, nel 1943, all’età di 60 anni, realizzò la sua scalata più impegnativa, raggiungendo la vetta ancora inviolata del Monte San Lorenzo.
Il suo sogno più grande, inseguito sin dai primi anni della sua permanenza nelle terre australi, era però la conquista del Monte Sarmiento, una delle “sfingi di ghiaccio”, che sorgono direttamente dal mare, perse fra i fiordi della Terra del Fuoco.
Nel 1956 De Agostini volle tentare un ultima volta la grande impresa, non più come alpinista attivo, ma come capo spedizione, invitando a partecipare alla scalata il giovane Ragno di Lecco Carlo Mauri. Fu proprio quest’ultimo, in cordata con Clemente Maffei a raggiungere la vetta e, una volta tornato a casa, a contagiare gli amici del gruppo Ragni con il “mal di Patagonia”, grazie ai suoi racconti e alle straordinarie fotografie, dando il via all’infinita storia d’amore fra gli scalatori lecchesi e le vette tempestose alla fine del mondo.
Da questo primo incontro nasceranno, infatti, le grandi avventure degli anni a venire: la prima ascensione assoluta del Monte Bukland, la scalata della parete ovest del Cerro Torre, quella lo spigolo est del Fitz Roy, la prima assoluta del Cerro Riso Patron, lo spigolo est del remoto Cerro Murallon (che nel 2024 celebra i 40 anni) e molte altre. La presenza della mostra a Lecco è dunque un omaggio doveroso a colui da cui tutto è cominciato è cominciato.
La mostra sarà inaugurata con un convegno nel pomeriggio di oggi 9 febbraio presso il Palazzo delle Paure di Lecco, con la partecipazione dei curatori Don Francesco Motto dell’Istituto Storico Salesiano di Roma e Nicola Bottigheri dell’Università degli Studi di Cassino, insieme a Germano Caperna, docente presso l’Istituto d’Istruzione Superiore “G. Marconi” di Anagni, Serafino Ripamonti e Giuliano Maresi, scalatori dei Ragni della Grignetta, e lo storico dell’alpinismo Alberto Benini.