Alpinismo

La rabbia (bonaria) di Nives Meroi: “gli uomini non sanno stare zitti”.

Peter Hámor e Romano Benet svelano sui social la sua prossima meta: lo Yalung Peak. E abbattono così il muro di riservatezza che di norma accompagna le partenze dell’alpinista tarvisiana. Che non la prende benissimo

“Voi uomini…non sapete stare zitti!”. E’ davvero arrabbiata Nives Meroi. Destinatari delle rampogne sono Peter Hámor e, udite udite, Romano Benet, il marito. Entrambi sono colpevoli di avere divulgato via social la notizia dell’imminente partenza per il Nepal, con tanto di dettagli sulla destinazione. Un comportamento, più che lecito, ma che comunque la Meroi ha sempre evitato. Lei preferisce parlare dopo.

Fingo di essere arrabbiato anch’io. Solo tre giorni fa al telefono mi aveva accennato a un indefinito “qualcosa nella zona del Kangche”, senza aggiungere una virgola. “Adesso però mi racconti tutto per bene”, le intimo. “Ok, tanto ormai voi uomini avete fatto la frittata, parliamone”.

Innanzitutto, la meta. Lo Yalung Peak (7.590 m), la nostra meta non esiste! O almeno così è per la burocrazia nepalese, nonostante già nel 1965 una cordata jugoslava lo abbia salito dal versante sud. Non c’è. Quindi noi non abbiamo il permesso, che invece ci è stato rilasciato per il Kangbachen (7.902 m). Le due cime sono collegate da una specie di lungo pianoro, magari il permesso è comprensivo dell’intera dorsale. Ma oggi non lo sappiamo. Comunque sia, andremo lì per fare un tentativo sul Pilastro Sud Est, ancora inviolato.

Non c’è verso di saperne di più. E forse non servirebbe. La Meroi svia il discorso, si concentra sui ricordi vicini e lontani delle spedizioni nell’area del Kangchenjunga. “Sì, ci siamo stati diverse volte. Anche se il Kangche è ormai affollatissimo, basta poco per rimanere da soli come piace a noi”, dice l’alpinista.

“Questa volta piazzeremo il Campo base un paio di giorni più a valle rispetto a quello attrezzato dalle spedizioni dirette alla cima principale. Il Kangbachen ci ha respinti nel 2019, mentre poco distante la scorsa primavera siamo riusciti a completare una bellissima salita sul Kabrou Sud proprio con Peter Hámor e Jan Bojan. Sono luoghi magnifici dove si può praticare l’alpinismo himalayano come piace a noi”. Ovvero in solitudine, stile leggero e naturalmente zero ossigeno supplementare

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