Alpinismo

Alain Andrès e Garo Azkue aprono Sorterriko Koblak sulle Pointes des Nantillons

I due si sono messi in gioco nel Gruppo del Monte Bianco su una linea di 400 metri, che ricalca in gran parte una via di roccia estiva, poco frequentata

Alain Andrès e Garo Azkue, dopo qualche giorno di arrampicata su ghiaccio in Valle d’Aosta, hanno deciso di ingaggiarsi in qualcosa di più alpinistico. Dietro consiglio dell’amico Santi Padròs, i due si dirigono verso le Envers des Aiguilles, sopra Chamonix. “Le Pointes des Nantillos attirano molto la mia attenzione, ma non trovo informazioni in nessun libro né su Internet” scrive Andrès.

“L’idea di goderci quest’angolino così enigmatico ci attrae molto. Prepariamo il cibo per due giorni e prendiamo la funivia verso Punta Helbronner il 4 febbraio. Con zaini pesanti sciamo il ghiacciaio del Tacul e la Mer de Glace fino alla ferrata che conduce al rifugio Envers des Aiguilles. Questo sembra una nave abbandonata sulla luna: sta arroccato su un promontorio a pochi metri dalle guglie, semisepolto dalla neve”.

Il giorno dopo, i due scalano tre tiri di Banan’ice Republic sull’Aiguille de la Rèpublique, ma il caldo rende il ghiaccio poco sicuro, e gli alpinisti decidono di tornare alla protezione del rifugio, godendosi il resto della giornata al sole.

“Nel frattempo, quella fine linea delle Nantillons alle nostre spalle ci attirava con forza sempre maggiore. Dopo averla studiata dettagliatamente, abbiamo appurato che una doppia crepaccia misteriosa proteggeva l’accesso e un diedro chamoniard adornava la parte finale. Per fortuna, una placca di neve gelata dava adito a un sistema di diedri e camini che davano forma ad una goulotte da sogno”.

La decisione è presa: la mattina dopo Andrès e Azkue riescono ad attraversare i crepacci, alternandosi da primi di cordata sui tiri di ghiaccio e misto fino a raggiungere il crux della linea.

Un diedro di 45 metri con il fianco destro liscio come uno specchio, e il sinistro con delle fessure adatte ai piedi. Lo scalo in libera fino al limite della caduta, l’arrampicata è molto complicata. Passo all’artificiale fino a quando riesco di nuovo a salire in libera gli ultimi metri”, racconta Andrès.

Si tratta dunque di una versione invernale del diedro centrale delle Pointes des Nantillons, aperto da Grenier, Nicod, Reyssen e Troussier nel 1977. Questa via è poco frequentata anche d’estate, essendo nascosta dalle pareti vicine e anche perché durante la stagione calda, con l’arretramento del ghiacciaio, i crepacci sono spesso impossibili da attraversare. I due alpinisti hanno battezzato la via Sorterriko Koblak, titolo di una poesia di Mikel Laboa. “Ho riflettuto molto, e mi sento molto fortunato non solo di avere Garo come amico ma anche perché condividiamo il passato e il presente”, conclude Alain.

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