Alpinismo

Quattro nuove vie sull’isola di Baffin

Gli statunitensi Noah Besen, James Klemmensen, Shira Biner e Amanda Bischke hanno aperto notevoli linee di salita sulle pareti di granito presso il Coronation Glacier, nel Sud-Est dell’isola canadese

Quattro giovani alpinisti americani hanno aperto altrettante nuove vie nei dintorni del Coronation Glacier, nel sud est dell’Isola di Baffin. Noah Besen, James Klemmensen, Shira Biner e Amanda Bischke hanno organizzato una spedizione di 20 giorni, finanziata dal Cutting Edge Grant dell’American Alpine Club. Il viaggio è stato un successo: anche se le vie aperte dagli alpinisti non sono di difficoltà estreme, raccontano di vere e proprie avventure in un ambiente artico.

Sono stati i film di Sean Villanueva O’Driscoll a dare ai giovani scalatori l’idea di iniziare a cercare obiettivi sull’Isola di Baffin. Trattandosi di nativi digitali, è curioso che gli alpinisti abbiano scelto la parete da scalare basandosi su un dipinto dell’artista canadese Cory Trepanier.
Il team ha usato i kayak per trasportare l’attrezzatura fino al ghiacciaio. “Il primo crux del viaggio” è stato trovare un punto di lancio adatto, essendo il ghiaccio marino più spesso del solito in questa stagione. Una volta sul ghiacciaio, i quattro hanno trascorso alcuni giorni alla ricerca di vie sulle pareti di granito. Poi, si sono divisi in due cordate con obiettivi diversi.

 

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Le prime vie

La prima via, aperta da Besen e Klemmensen, si trova vicino al campo base. I due hanno realizzato la salita, lunga 800 metri, in 20 ore, hanno poi dormito sulla vetta e sono tornati al campo il giorno successivo.
Hanno battezzato la via ‘Salami Exchange Commission’ a causa di tutto il salame che avevano mangiato durante quelle settimane.
Non mi aspetto che la nostra via attiri molta attenzione, ma accidenti, ne sono fiero” ha scritto Klemmensen, al suo esordio nell’apertura di una via. “Questa via è stata probabilmente l’esperienza di scalata più significativa della mia vita, ma è difficile trovare le parole senza cadere nei cliché. Per questo ho scelto di scrivere del salame, perché è molto più facile“.
Nel frattempo, Biner e Bischke hanno aperto The Big G (350m, III 5c), più in alto sul ghiacciaio.

 

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Il secondo round

Dopo aver atteso una settimana a causa della pioggia, gli alpinisti erano pronti per il secondo giro. Besen e Klemmensen hanno aperto ‘Escape from Azkaban’, una via di 650 metri (IV 6b). Nonostante la linea sembrasse troppo difficile, c’era “la migliore roccia alpina mai vista” ha detto Besen all’AAJ.
Da lontano, ‘Escape from Azkaban’ sembrava terribile” ha detto. “Roccia fratturata a blocchi e pareti lisce… ma una volta su, perfette fessure indicavano la via“.
I due hanno incontrato le maggiori difficoltà mentre scendevano lungo un ghiacciaio laterale, attraversato da un fiume. Ha riferito Klemmensen: “Non avevamo altra scelta se non aggirare l’ostacolo facendo un lungo giro in salita e su terreno pericoloso. Quando abbiamo raggiunto il Coronation Glacier la mattina successiva, le nostre energie erano completamente esaurite. Con diverse ore di cammino ancora tra noi e il campo base, abbiamo deciso di fermarci lì, proprio nel mezzo del ghiacciaio. Come dice il proverbio, non deve essere divertente per essere…divertente!

 

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Il gran finale

Per l’ultima via sull’isola di Baffin, i quattro alpinisti hanno deciso di formare un’unica squadra. Il primo ostacolo, superato grazie all’ingegno, è stato un laghetto di fusione formato tra il ghiacciaio e la parete. Besen, che aveva portato una tuta stagna, ha attraversato il lago montando una corda guida così da permettere agli altri di passare senza bagnarsi.
Da quel punto in poi, gli alpinisti hanno scalato per tutto il giorno. Sono scesi di notte, nel crepuscolo estivo artico, ripetendo l’operazione anfibia per tornare sul ghiacciaio. Hanno chiamato la via ‘Alzare il Ponte Levatoio!‘ (400m, III, 5.10).

 

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