Alpinismo

Guide francesi fanno incetta di prime discese con gli sci in Nepal

I sei scialpinisti, appartenenti a due diverse squadre, hanno unito le forze e si sono portati a casa le discese dal Ratna Chuli e da altre due montagne over 6000 metri

Due squadre di guide francesi, la prima composta da Maud Vanpoulle e Victor Colombie, e la seconda da Aurelia Lanoe, Firmin Fontaine, Damien Coelho-Mandes e Bastien Levy, cercano cime da sciare in Nepal. Entrambe le squadre chiedono consiglio a Paul Grobel e Jean Annequin. I due veterani suggeriscono di dirigersi verso il Ratna Chuli (7035 m), Nepal centrale, e di unire le forze.
Le sei giovani guide non ci pensano due volte: il risultato è un gruppo in cui tutti si comportano come se si conoscessero da sempre, anche se si sono incontrati a Kathmandu. Questo, forse, si deve anche alle simili esperienze dei sei scialpinisti: tranne Aurelia Lanoe, che era stata in una spedizione con gli sci al Gasherbrum II, nessuno si era mai spinto oltre i 7000 metri. “Volevamo stare lontani dalle folle e mirare a qualcosa di meno alto, ma più selvaggio” dichiara Lanoe a Montagnes Magazine. “Il Ratna Chuli non è così prestigioso, non abbiamo incontrato nessuno in tre settimane al campo base!”

 

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Upche, Hulang Go, Ratna Chuli

I sei scialpinisti per prima cosa, senza essere ancora ben acclimatati, si dirigono verso l’Upche (6100 m). Non sono sicuri di arrivare in cima, ma ognuno tiene i dubbi per sé. Passo dopo passo conquistano la vetta, per poi sciare fino al campo base.
Subito dopo, prima di attaccare direttamente il Ratna Chuli, decidono di provare una cima vicina, l’Hulang Go, un picco vergine (per quanto ne sanno i francesi) di 6687 metri. I sei raggiungono la vetta in condizioni molto fredde e con neve dura, avanzando con i ramponi su pendii fino a 50°.

Dopo qualche giorno, arriva il turno del Ratna Chuli. La squadra parte alle due del mattino, e arriva in cima quasi senza vento, per poi scendere su neve dura ma non ghiacciata. È il terzo successo per i francesi, che tornano a casa con tre prime discese con gli sci su cime di 6000 e 7000 metri e la probabile prima salita dell’Hulang Go.
Come scrive Maud Vanpoulle su Instagram: “Questa è la spedizione degli ultimi tre anni per cui sono partita con meno aspettative, ma è quella che ha funzionato meglio in termini di raggiungimento degli obiettivi! Sono partita piena di dubbi, ho pensato addirittura di cancellare tutto qualche giorno prima della partenza. Un’altra morte in montagna nella cerchia degli amici, il desiderio di stare vicino ai miei cari, un progetto vicino casa, l’impressione di inseguire sempre il tempo, perché hai bisogno di andare così lontano per staccare e vivere la vita? L’avventura, che senso ha con tutti questi rischi presi alla fine del mondo, tutta questa energia, questi soldi e queste conseguenze ambientali (sì sì a volte ci pensiamo)…Eppure qualcosa ci fa salire sull’aereo, poi si vedrà. Una volta lì, tutto è sconcertantemente fluido. Mi sento direttamente nel posto giusto ed i dubbi vengono cancellati”.

 

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