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Jusant, una scalata davvero “fantastica”

Si arrampica in free solo su una torre senza fine che spunta dal deserto. Il nuovissimo videogioco, vagamente ispirato ad Alex Honnold, permette di arrampicare dal pc mescolando realismo e fantasia

Piove? Fa freddo? La voglia di andare in parete è ridotta ai minimi termini? Nessun problema, ci si può divertire anche rimanendo al caldo davanti al pc e addirittura sentirsi per qualche ora autentici emuli di Alex Honnold. Jusant, rilasciato da pochi giorni e disponibile per Microsoft Windows, PlayStation 5 e Xbox Series X e Series S è il nuovissimo videogioco realizzato da Don’t Nod che sarà certamente apprezzato dai climber.

C’è una montagna senza fine da conquistare, una torre emersa a seguito del ritiro delle acque dell’oceano (Jusant è un termine nautico francese che indica una marea che si ritira): che sembra messa lì apposta per essere scalata. La salita è dura, in alcuni passaggi sorprendente per il genere di incontri e ostacoli disseminati dai progettisti, ma non è pericolosa.

In Jusant non si muore mai, ed è difficile perfino cadere visto che la corda cambia colore quando sta per finire. Ma non è quello il problema. Quella torre senza fine un tempo era popolata dagli uomini, che a seguito del ritiro delle acque e della conseguente desertificazione del territorio se ne sono dovuti andare altrove, lasciando sul posto evidenti tracce della loro presenza e delle attività che svolgevano. Cose che certamente fanno pensare a situazioni reali e che per il climber costituiscono ulteriori ostacoli da superare per arrivare in cima usando spesso inventiva e capacità di improvvisazione al posto della mera tecnica.

Su Jusant non ci sono nemici da sconfiggere e neppure compagni di cordata. Si scala da soli – ecco il riferimento ad Alex Honnold, citato dagli stessi ideatori del gioco -, e da soli si affrontano i problemi. Che a volte sono ingigantiti dal vento o dalle temperature elevate, proprio come accade lungo una qualunque scalata. Di volta in volta ci si dovrà arrampicare, calarsi, effettuare pendoli o compiere salti anche lunghi, ma a salvare dal game over è la possibilità di utilizzare i chiodi (in numero limitato) che pongono al riparo da cadute ed evitano di dover ripetere tratti di ascesa.

Non si torna mai indietro, dunque, ma si procede con una certa fluidità sebbene il ritmo sia dettato dall’abilità del giocatore e le difficoltà aumentino mano a mano che si prende quota.
Secondo le recensioni pubblicate sui social da coloro che hanno già potuto provare il gioco, Jusant non è una sfida troppo difficile e si può avere ragione della torre in un paio di giorni. A patto di non lasciarsi troppo distrarre dalle magnifiche ambientazioni, da musiche coinvolgenti e, soprattutto dagli struggenti bigliettini lasciati sul posto dagli abitanti prima di esser costretti ad andarsene, cacciati dalla desertificazione. Immagini, queste, che sembrano prese pari pari dal mondo reale e non a caso inserite nel gioco dagli ideatori, che hanno voluto unire la magnificenza originaria della Terra agli effetti catastrofici del cambiamento climatico. Perché si può riflettere anche giocando.

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