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Partiranno in primavera i lavori per far rinascere Castelluccio di Norcia

I cantieri per ricostruire le 144 case e la chiesa termineranno alla fine del 2027. Una piattaforma in cemento proteggerà l’abitato in caso di nuove scosse

Quattro anni di lavoro, 68 milioni di euro, una soluzione tecnica innovativa. Sono questi, in sintesi estrema, i dati del progetto di ricostruzione di Castelluccio di Norcia, il “piccolo Tibet” dei Monti Sibillini. Il soggetto attuatore dell’intervento è il Comune di Norcia, che deve ora procedere all’approvazione definitiva.

L’annuncio è stato dato il 30 ottobre, settimo anniversario delle scosse che hanno devastato il borgo a 1452 metri di quota e il magnifico centro storico di Norcia, che include la basilica di San Benedetto. I terremoti dell’estate e dell’autunno 2016, ricordiamo, hanno messo in ginocchio decine di altri centri dei versanti umbro e marchigiano del massiccio, da Preci e Campi fino a Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera, e hanno distrutto anche Amatrice e Accumoli nel Lazio, e Campotosto e i centri vicini in Abruzzo.

Nei giorni scorsi, i funzionari dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dell’Umbria hanno aperto le diciannove buste, contenenti altrettante offerte, di una delle gare d’appalto più simboliche per la rinascita dei centri ai piedi dei Monti Sibillini.

Entro il 10 di novembre, l’appalto verrà assegnato a un’unica azienda, che dovrà ricostruire le 144 case del borgo, dove restavano solo 120 residenti, e la chiesa di Santa Maria Assunta. Torneranno progressivamente nel centro storico i ristoranti che erano stati decentrati nel “Deltaplano”, un manufatto antisismico costruito a un chilometro a valle del paese.

Dopo Nottoria, Campi Alto, San Pellegrino e i quattro nuclei di Ancarano (Capo del Colle, Pié del Colle, Sant’Angelo e Pié la Rocca), l’approvazione del piano di Castelluccio completa il percorso avviato meno di un anno dopo le scosse, per ricostruire le frazioni del Comune di Norcia più danneggiate dagli eventi sismici del 2016. Sono partite nei mesi scorsi anche le ricostruzioni di Campi, l’altro comune umbro dei Sibillini, e della vicina Abbazia di Sant’Eutizio.

I cantieri per la ricostruzione di Castelluccio apriranno nella primavera del 2024, e dovrebbero restare aperti quattro anni. Il costo complessivo previsto è di 68 milioni di euro, 19 dei quali sono a disposizione dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione. Le case del paese, per quanto possibile, verranno ricostruite con le pietre degli edifici preesistenti.

A rendere innovativo il progetto sarà una “piattaforma a gradoni” di 6.200 metri quadrati, con un perimetro di 350 metri e un dislivello di 24 metri. Si tratterà di una grande piastra sistemata nel sottosuolo, progettata dai Dipartimenti di Ingegneria e di Ingegneria civile e ambientale dell’Università di Perugia, che servirà a isolare Castelluccio dalle future scosse. La struttura proteggerà la chiesa, le case, le opere pubbliche primarie, le strade, i parcheggi interrati.
Sotto alla piattaforma verrà costruita una platea di cemento armato, spessa poco meno di un metro e coronata da sostegni dove saranno posizionati gli isolatori. Lo spazio (circa un metro) tra la fondazione e la piattaforma a gradoni verrà utilizzato per le operazioni di ispezione e manutenzione, e ospiterà gli impianti sotterranei.

A rendere possibile questo progetto unitario, e unico al mondo, è stata l’autorizzazione all’intervento pubblico da parte dei proprietari delle case” spiega Guido Castelli, senatore di Fratelli d’Italia e Commissario per la Riparazione e Ricostruzione dopo il sisma del 2016, che ha preso il posto un anno fa di Giovanni Legnini, giurista ed esponente del PD.

L’ingegner Stefano Nodessi Proietti, direttore dell’USR dell’Umbria, ha spiegato nei giorni scorsi alla stampa che la sua struttura ha scelto di “puntare a una ricostruzione rispettosa dell’ambiente e dell’identità dei luoghi”, e che proprio la presenza della piastra, e degli isolatori che ridurranno del 90% l’effetto delle future scosse permetterà di “ricostruire gli edifici utilizzando tecniche tradizionali di muratura e riutilizzando, ove possibile, le antiche pietre recuperate”.

Il 30 ottobre, settimo anniversario del sisma, l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dell’Umbria ha fornito i dati sugli interventi finora realizzati e avviati nella zona più interessata dal sisma (Norcia, Campi e Cascia) e in aree più lontane dall’’epicentro come Spoleto, Foligno e la stessa Perugia. Dal 2016 sono state presentate 4.587 richieste per la ricostruzione di edifici privati, delle quali 2.942 per danni lievi e 1.645 per danni gravi.

I cantieri avviati sono stati 2.946, di cui 1.653 già conclusi con il ritorno delle famiglie nelle proprie abitazioni e delle attività economiche nelle proprie sedi di lavoro. Al 30 ottobre 2023 sono stati richiesti all’USR importi pari a oltre un miliardo e mezzo di euro. Di questi 831 milioni sono stati concessi, e 426 milioni già liquidati.

Nel territorio dell’Umbria sono stati finanziati 438 interventi di ricostruzione pubblica per un totale di oltre 700 milioni di euro già assegnati, che riguardano anche decine di scuole. Completano l’elenco altri 206 interventi (per quasi 135 milioni di euro) che interessano beni culturali, e che sono attuati tramite le Diocesi e gli enti ecclesiastici.

Arriveranno tra il 2023 e il 2026 nei territori colpiti dal sisma anche gli 1,78 milioni di euro del programma Next Appennino, finanziato attraverso il Fondo complementare del PNRR. Lo scopo di questi finanziamenti è di migliorare le condizioni socio-economiche, rigenerare il, attirare nuovi residenti e favorire la transizione ecologica e digitale.

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