AmbienteTurismo

Le pecore con gli occhiali motore sostenibile dell’economia della Val di Funes

Sono ormai una cinquantina gli allevatori della più antica razza ovina autoctona dell’Alto Adige nota per la bontà delle sue carni e la qualità della lana. Un’associazione garantisce il giusto reddito e il rischio di estinzione è svanito

Lassù le Odle chiudono l’orizzonte con le pareti. L’inconfondibile, e frastagliata, quinta di pareti strapiombanti rievoca le prime imprese di Reinhold Messner, nato e cresciuto al loro cospetto. Ai loro piedi le foreste di abeti si aprono di tanto in tanto per far spazio a malghe e pascoli, regalando un colpo d’occhio con pochi uguali e di certo ben conosciuto: l’immagine della chiesetta di San Giovanni  a Ranui con alle spalle le Odle è nella memoria di tutti gli smartphone e compare in tutti i profili instagram dei cacciatori di immagini  da cartolina, quelle capaci di contenere in un’unica inquadratura tutti gli aspetti peculiari di un luogo. C’è qualcuno che da secoli osserva questo scenario inforcando gli occhiali scuri. Sono le Villnösser Brillenschaf, le pecore con gli occhiali, ovvero le ultime rappresentanti  della razza ovina più antica dell’Alto Adige, nata nel Settecento  dall’incrocio della originaria razza locale Landschläge con la pecora bergamasca e la pecora da seta padovana.
Le si riconosce facilmente, sono le uniche con gli occhi cerchiati di nero ed è dello stesso colore la lana che ricopre la punta delle orecchie. Anche loro, così particolari, possono vantare una grande fotogenia. Belle e importanti, essendo inconsapevolmente entrate nel novero dei Presidi Slow Food. Un riconoscimento che le ha rese popolari anche al di fuori del Val di Funes e le ha portate al centro dell’economia della zona. Già, perché questo angolo di Alto Adige ha scelto di percorrere la strada dello sviluppo sostenibile, e lo ha fatto concretamente: niente impianti di risalita, zero alberghi di grandi dimensioni, nessuna di quelle attrazioni artificiali che hanno trasformato altre aree montuose in piccole Gardaland. Non a caso è anche la prima vallata altoatesina ad essere entrata nel progetto Slow Food Travel.

A dare ulteriore risalto alla pecora con gli occhiali è stato lo chef Oskar Messner, che più di 10 anni fa Oskar ha fondato, insieme all’amico Kurt, il brand di alimentari “Furchetta”, volto a contrastare le importazioni di prodotti alimentari e che, in virtù delle sue finalità è sostenuto dal Fondo Sociale Europeo (FSE). L’associazione degli allevatori garantisce ai singoli contadini della valle l’acquisto e un prezzo equo per i loro prodotti, in particolare proprio per la carne e la lana delle pecore con gli occhiali. Così facendo, Oskar ha assicurato la sopravvivenza della rara varietà ovina “dagli occhiali neri” di Funes. Come cuoco, all’inizio Oskar era interessato prevalentemente alla carne degli agnelli, poi si è innamorato di questo animale dal carattere docile, ed ora, oltre alla carne, si occupa anche della lana e, soprattutto, del benessere di questa singolare razza.
La carne d’agnello della Villnösser Brillenschaf ha, tra l’altro, un alto valore qualitativo. Ciò si deve da un lato al suo allevamento in loco, che rispetta le abitudini della specie. Dall’altro, anche alla stessa natura della razza: la Villnösser Brillenschaf ha, se comparata con altri ovini, una quantità limitata di carne, caratterizzata da fibre sottili e molto povera di grassi. Nei negozi di alimentari della Val di Funes si possono dunque acquistare  squisitezze poco reperibili altrove come il prosciutto cotto di agnello di sella, coscia e spalla, la sella d’agnello cotto con erbe, il salame d’agnello e perfino un prelibato ragù.
La Villnösser Brillenschaf fornisce inoltre una lana molto morbida, molto adatta per realizzare capi di abbigliamento invernali. La lavorazione della lana vanta a Funes una lunga tradizione e ancora oggi non vengono usati additivi e la lana viene solo lavata delicatamente, affinché il suo prezioso grasso, la lanolina, non vada perduto. La lana non viene nemmeno tinta, perché sono le pecore stesse a dare il colore bianco, marrone o nero. Da alcuni anni la lana della Villnösser Brillenschaf viene acquistata e lavorata anche da Salewa, dando vita a una collaborazione proficua per entrambe le parti. Questa lana è stata inserita tra le materie prime predilette dell’azienda altoatesina per la produzione di capi di abbigliamento sportivo, aumentando così in modo considerevole il reddito degli allevatori che spesso dovevano sostenere costi importanti per il suo smaltimento.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close