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Il Grifone di Vaia sta per distendere le ali

Al confine tra Veneto e Trentino sarà inaugurata il 9 settembre una nuova opera di Marco Martalar. Il legname di Vaia questa volta vuole spiccare il volo.

La voce si è sparsa in fretta. Proprio sul confine tra Veneto e Trentino c’era un particolarissimo rapace che stava per spiccare il volo. Così, ben prima dell’inaugurazione ufficiale (non ancora avvenuta) sono in molti a incamminarsi sui sentieri che in partenza da Celado, frazione di Castello Tesino (TN). Ad attenderli è il Grifone di Vaia, monumentale opera di land art creata da Marco Martalar, lo stesso artista che ha creato il Drago di Vaia, distrutto dalle fiamme poche settimane fa a Lavarone. Criterio ispiratore del Grifone di Vaia è ancora quello di ridare vita agli scarti delle piante abbattute dalla tempesta del 2018 (duemila i pezzi utilizzati nell’occasione tenuti insieme da tremila viti e uno scheletro fatto con tavole i larice), ma questa volta c’è di più. «Il grifone è metà leone, nella parte dietro, e metà aquila, nella parte davanti. Il Trentino ha come simbolo l’aquila, mentre il Veneto ha come simbolo alato il leone di San Marco, e ho voluto realizzare una fusione in questa terra di confine», ha spiegato Martalar.

Alto sei metri e lungo nove, il Grifone di Vaia sarà inaugurato il 9 settembre. I collezionisti di selfie sono avvertiti. Dovranno solo camminare una quindicina di minuti e scegliere lo sfondo: da un lato c’è il Bellunese dove spiccano il monte Avena e poi al Visentin, sul versante opposto l’Altopiano del Tesino e la Cima d’Asta.

Per quanto soddisfatto di questa sua nuova opera, Martalar non ha alcuna intenzione di fermarsi. Tra qualche mese a Strembo, nella valle del Sarca poco distante da Pinzolo e Madonna di Campiglio, si potrà ammirare un colossale cavallo Haflinger ritto sulle zampe posteriori. Vaia, purtroppo, ha regalato moltissima materiale con cui lavorare. E a ridargli vita provvede l’artista veneto.

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