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Il Libano, il paese dei cedri e, ora, anche di una giovane comunità di climber

Il Libano sta emergendo come una destinazione per l'arrampicata su roccia e il boulder. Il movimento è guidato da giovani appassionati come Jad El Khoury, che ha scritto insieme a George Emil la prima guida del Libano

Dici Libano e subito ti vengono in mente le foreste di cedri, le montagne ondulate e nevose, percorse da facili piste da sci, oltre a tante altre cose meno piacevoli tipo la guerra e la terribile crisi economica che ha portato il paese al fallimento. Di certo non vengono in mente falesie, boulder e moderni centri di arrampicata. Eppure proprio il Libano accoglie ormai una delle più effervescenti, giovani comunità di climber.

Gli specialisti, in realtà, ne hanno già sentito parlare fin dal 2015, quando una star dell’alpinismo come David Lama stabilì una spettacolare linea di 35 metri tra le cascate delle gole di Baatara: Avaatara, un 9a ricco di muschio e appigli umidi ma dalla scenografia unica. Il video della Red Bull allora fece il giro del mondo, ma di sicuro non portò folle di scalatori occidentali nel paese dei cedri. Ci sono voluti infatti altri sette anni prima che un giovane (17 anni) Victor Guillermin arrivasse dalla Francia per ripetere quella che, a tutt’oggi, è la via più difficile del Medio Oriente. La realizzazione è dello scorso aprile e, come la precedente di Lama, ha risvegliato molta curiosità ma niente di più.

Questo non scoraggia la comunità dei locals, che anzi è sempre più agguerrita. Leader indiscusso del movimento è il 34enne Jad El Khoury, che ha scritto la prima guida ai centri di sport climbing e di boulder (Lebanon Rock Climbing Guidebook, con George Emil), che recensisce 370 itinerari in 16 location, e insieme al suo socio, il 27enne Patrick Habib, ha fondato nel 2022 l’associazione Sit Start, con l’obiettivo di rendere il bouldering uno sport popolare. I due inoltre hanno iniziato a produrre una linea di crash pad (materassini da boulder, ndr) chiamata Yabo.

La vocazione di Jad è quella di trovare sempre nuovi siti di bouldering, pulirli, metterli in sicurezza e offrirli ai suoi seguaci. I quali, spesso giovanissimi (li chiamano shabab, ragazzini), si offrono volontari con guanti e cesoie per liberare i vari boulder da erbacce e pietre potenzialmente pericolose. L’ultimo sito “in allestimento” si chiama Old Town Blocks, un nome che viene dalle rovine che si intervallano ai massi: durante i lavori sono stati numerosi i ritrovamenti archeologici.

Il problema, in Libano, è che spesso i terreni sono privati” ha raccontato El Khoury a L’Orient Today, “bisogna quindi prima chiedere il permesso ai proprietari, che spesso sono sospettosi perché non capiscono cosa sia il bouldering”. Ma con Old Town Blocks sono stati fortunati: “L’area” spiega ancora Jad, “appartiene alla chiesa di San Michele a Bnabil. I preti, quando hanno capito il progetto, si sono entusiasmati”. Il bouldering, infatti, contribuisce alla pulizia del territorio e alla rinaturalizzazione, e con l’arrivo dei climber può dare anche un contributo all’economia locale. Ormai, dopo quattro mesi di lavoro quotidiano, tutti i blocks sono stati liberati, tutti tranne Hell Razor (dalla canzone dei Motörhead), che ancora Jad non è riuscito a salire sit start, cioè da seduto. Ma i numerosi shabab suoi accoliti sono pronti a prendere l’iniziativa.

Se volete saperne di più, e magari mettervi in viaggio, visitate il sito di Sit Start, (sitstart.org). Se invece cercate il nome di Jad El Khoury, la faccenda si complica, perché sul monitor compariranno i numerosi articoli su un omonimo artista e architetto libanese, nato nel 1988 e molto noto nel mondo. Ma datevi la pena di indagare anche su di lui: la sua specialità sono le installazioni di muri bucherellati di proiettili (veri). Per ricordarci che il Libano è il paese dei cedri, della neve e ora anche del boulder, ma soprattutto è un paese in perenne conflitto.

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Un commento

  1. Bellissimo il Libano! Ricordo nel 2018 la magnificenza dei 3088m del Qurnat al Sawda, montagna più alta del Paese nonché di tutto il Levante! Sembrava di essere su Marte!

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