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L’orsa Amarena di nuovo mamma. Il video e le riflessioni di Paolo Forconi

Con un video dell'orsa Amarena e i suoi cuccioli invitiamo i nostri lettori ad un comportamento responsabile e rispettoso

Lo zoologo marchigiano Paolo Forconi, che vive da anni a Pescasseroli, ha realizzato spettacolari immagini dell’orsa Amarena e dei suoi primi quattro cuccioli. Nei giorni scorsi, con l’approvazione dei Carabinieri Forestali e del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, ha girato altre immagini commoventi dell’orsa insieme ai suoi due nuovi cuccioli, pubblicate sul suo profilo Facebook. Le riprendiamo con piacere, invitando chi ci legge a non disturbare assolutamente questi meravigliosi animali.

La vitalità degli orsetti che giocano e l’amore di Amarena

È uno spettacolo che tutti devono vedere e che si può osservare a distanza e con rispetto. La natura deve essere osservata e studiata per sfatare i pregiudizi. Ad esempio, lo sapevate che la sopravvivenza degli orsetti di Amarena è molto più alta rispetto agli orsetti del Parco d’Abruzzo? Infatti, ad un anno e mezzo tutti i 4 figli di Amarena erano vivi (100%), mentre per gli orsetti del Parco è stata calcolata una sopravvivenza del 50%. A 3 anni di età è morto probabilmente solo 1 dei 4 figli di Amarena, Juan Carrito, quindi con una sopravvivenza del 75%, molto più alta di quella dei giovani orsi nel Parco.
Amarena è un’orsa abituata all’uomo e non crea alcun problema il fatto di essere abituata all’uomo.

Invece, Juan Carrito era condizionato al cibo umano perché mangiava nei cassonetti dei rifiuti e gli enti responsabili non hanno installato i cassonetti anti orso in modo tempestivo. In tutte le nazioni del mondo ci sono orsi che vanno a mangiare nei cassonetti dei rifiuti e per questo si devono usare i cassonetti anti orso. Si chiama prevenzione, così come montare i recinti elettrificati negli allevamenti, prima che l’orso faccia i danni, cioè a primavera. Il Patom prevede che siano i Parchi, le Riserve e le Associazioni a comprare i cassonetti anti orso.
Il Parco, invece, ha pensato di risolvere il problema con la dissuasione (sparando proiettili di gomma) ed ha scaricato la responsabilità dei rifiuti ai Comuni, ma poi nel 2022 sono stati i 2 parchi nazionali ad installare alcuni cassonetti anti orso, ormai troppo tardi per rimediare al danno.

Juan Carrito, con il collo ferito dal radiocollare troppo stretto e con un occhio cieco, la cui causa rimane tuttora misteriosa, è stato investito, così come sono stati investiti altri orsi non problematici. Rimane la preoccupazione per il fatto che l’investimento è avvenuto vicino al luogo in cui 3 anni prima era stata investita un’orsa e in cui era stato installato un sistema elettronico anticollisione (la cui utilità sembra alquanto scarsa o nulla) e delle recinzioni. Il punto di investimento di JC rimane tuttora non protetto da nessuna recinzione. Anche il problema dei cassonetti dei rifiuti anti orso è lontano dall’essere risolto perché sono ancora presenti molti cassonetti normali.
Alla luce dei numeri sulla sopravvivenza degli orsetti e dei veri problemi per gli orsi, le preoccupazioni del Direttore del Parco, Sammarone, riguardo la divulgazione della notizia di Amarena e del disturbo dei turisti sono solo “fregnacce”.
Il Parco si dovrebbe preoccupare di Giacomina e delle altre orse abituate all’uomo ma che sono state radiocollarate ed alle quali spara proiettili di gomma e che non si riproducono più.

Ormai tutti i giornali hanno divulgato la notizia delle presenza di Amarena a Villalago, riportando però due inesattezze. Infatti Villalago è fuori parco, non dentro, e non c’è alcun divieto di fare foto. Ci sono gli stessi divieti di 3 anni fa, che in sostanza chiudono alcune strade. Gli orsi possono andare ovunque, mentre le persone sono costrette a rimanere nel paese.
Gli orsi devono essere lasciati in pace, dice Sammarone. Ma chi li stressa veramente non sono i turisti e i fotografi, ma il Parco stesso, che li cattura, li anestetizza (JC ha avuto 6 anestesie in un anno e mezzo), li radiocollara e gli spara proiettili di gomma inutili.
Le regole ci devono essere, ma non devono essere esagerate e controproducenti, come avviene dentro parco, con il crollo delle nascite degli orsi negli ultimi 3 anni. Quello che serve veramente per gli orsi sono i cassonetti anti orso, i recinti elettrificati negli allevamenti, montati in modo preventivo e non dopo i danni, e, solo in casi eccezionali, di siti di foraggiamento supplementare nel bosco, con cibi naturali, nei periodi di scarsità di cibo in natura.
Perchè il Ministero non controlla l’applicazione del Patom e delle misure di prevenzione?

Testo per gentile concessione di Paolo Forconi.

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