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Il Trentino e il difficile equilibrio fra turisti, residenti e ambiente: cos’è la capacità di carico

Un'analisi specifica sta riguardando 4 zone particolarmente "sensibili", tra cui il lago di Molveno

Quello dell’accoglienza turistica, e in particolare dei suoi limiti, è un tema importante per un Paese relativamente piccolo come l’Italia, dove le attrazioni paesaggistiche devono convivere con l’essere visitate e ammirate e la necessità di non venire travolte, danneggiate e sopraffatte.
È vero dappertutto, dal mare alla montagna, dal Parco di Portofino alle Cinque Terre, dal monte Rosa alle Dolomiti, sino al Trentino. E proprio il Trentino, attraverso l’Agenzia territoriale delle Dolomiti di Brenta, che riunisce le APT di Paganella, Madonna di Campiglio, Val di Sole e Val di Non, ha di recente affrontato la questione.

Flussi turistici crescenti ma sostenibili

Il punto era cercare di capire quale sia “il numero massimo di persone che possono frequentare una destinazione turistica nello stesso momento, senza causarne il degrado dell’ambiente fisico, economico e socio-culturale e la diminuzione della qualità della soddisfazione dei visitatori”. Capire cioè quale sia la cosiddetta “capacità di carico” di un territorio, secondo la definizione data dall’Unwto, l’Organizzazione mondiale del Turismo.
Con questa espressione si intende un limite (non solo numerico) che è necessario introdurre e stabilire, soprattutto quando si parla di luoghi sufficientemente belli da attrarre flussi importanti di visitatori, ma allo stesso modo così fragili da rischiare di essere compromessi o distrutti, se non gestiti adeguatamente.

Secondo quanto spiegato, il Trentino ha focalizzato l’analisi sulla “capacità di carico” di 4 zone particolarmente attrattive e interessate da consistenti flussi turistici, soprattutto nel periodo estivo: il lago di Molveno, le cascate di Vallesinella, il lago dei Caprioli e il lago di Tovel. Sono tutti e 4 luoghi iconici della regione, caratterizzati da un ecosistema particolarmente delicato, sui quali “si è deciso di concentrare un’attività di analisi e sperimentazione, con l’obiettivo di studiarne i flussi per regolamentarli e gestirli, salvaguardando la vivibilità per i residenti e la qualità dell’esperienza per gli ospiti”.

Dove si trova il lago di Molveno

Un approfondimento sul lago di Molveno

In particolare, il lavoro annunciato nei giorni scorsi riguarda proprio il lago di Molveno, il suggestivo specchio d’acqua che si trova nel cuore del Parco naturale Adamello Brenta e che nei mesi estivi viene letteralmente preso d’assalto da migliaia di visitatori, tra ospiti stanziali, escursionisti e trentini in cerca del fresco, con i conseguenti, possibili problemi di sovraffollamento, traffico, necessità di parcheggi e così via.
Il Trentino ha affidato l’incarico di studiare la situazione (con lo scopo di definire la “capacità di carico” del lago e dei suoi dintorni) a Terra Institute, azienda che da 12 anni “lavora a fianco di territori, imprese e istituzioni per supportare la transizione ecologica e sostenibile”, che a sua volta si avvale della collaborazione di Earthcheck, programma di certificazione ambientale e di benchmarking australiano che dal 1985 si occupa di sostenibilità.

Luca D’Angelo, direttore dell’APT Dolomiti Paganella, ha spiegato che l’intenzione è appunto quella di “trovare l’equilibrio tra le persone che qui vivono e risiedono, le persone che visitano il territorio e l’ambiente” e che questo è “un progetto di medio termine”, con “una fase di analisi dei dati per giungere al momento delle scelte e dei cambiamenti, che potranno essere anche importanti”. Che potrebbe anche voler dire una limitazione al numero di accessi, come già avviene in alcune parti d’Italia.
Non è una questione di snobismo, è una questione di necessità: “Molveno è un luogo delicato, va riorganizzato in alcuni periodi dell’anno, non ha problemi di degrado ed è un esempio di buona gestione e cura estetica, ma in prospettiva necessita di alcuni ragionamenti – ha ricordato Giulia Dalla Palma, responsabile delle Agenzie Territoriali del Trentino – Ci siamo rivolti a Terra Institute per arrivare a definire la capacità di carico e successivamente ci sarà la collaborazione con Helios per migliorare l’aspetto della mobilità e dei parcheggi”.

Lago di Molveno. Foto Wikimedia Commons @Hermann Schmitz

Proprio da Terra Institute, ha ricordato che quando si parla di sostenibilità non si parla solo di ecologia: “L’obiettivo che vogliamo perseguire è un equilibrio della destinazione”, perché la sostenibilità non è solo ambiente, ci sono le persone e c’è l’economia. E poi ci sono le esigenze dei visitatori, del sistema turismo e di chi a Molveno vive. Abbiamo tenuto conto di tutti questi aspetti, e la capacità di carico sottende tutti questi parametri”.
Nel concreto, l’estate 2023 sarà ancora una stagione di raccolta informazioni e in particolare dei dati di accesso alla zona della spiaggia (attraverso contatori), dell’afflusso dei veicoli e della produzione di rifiuti. Con tutti questi dati si procederà alla messa a punto di soluzioni per la gestione equilibrata dei flussi delle persone, che potrebbero essere applicate già dall’estate successiva, se non addirittura dal prossimo inverno. Perché di tempo ce n’è, ma non ce n’è tantissimo.

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