AlpinismoAlta quota

“Goodbye Pakistan”, Sajid Sadpara in Nepal per tentare l’Annapurna senza ossigeno

“Goodbye Pakistan”, con questo breve messaggio condiviso sui social, accompagnato da uno scatto in aeroporto, Sajid Sadpara, figlio del compianto Muhammad Ali Sadpara, ha annunciato il 10 marzo scorso di essere in partenza per il Nepal. Destinazione? L’Annapurna (8091 m), da considerarsi un punto di partenza per una serie di salite a quota Ottomila che spera di realizzare nei prossimi mesi.

 

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“Job fills your pocket, adventure fills your soul”

Un’avventura intrapresa secondo il motto “Job fills your pocket, adventure fills your soul” (il lavoro ti riempie le tasche, l’avventura ti riempie l’anima). Ha scelto quella che è rinomata come vetta più letale al mondo Sajid, per tornare anche quest’anno dove l’aria si fa più sottile, tra i Giganti himalayani. E si tratterà di un tentativo di salita senza ossigeno né Sherpa di supporto, come informa Seven Summit Treks, agenzia che lo sta accompagnando in questo nuovo sogno, dopo averlo già affiancato nella salita del Manaslu lo scorso autunno. Ultimo degli Ottomila che compare attualmente nel palmarès di Sajid.

Il primo Ottomila salito dal promettente alpinista è stato il K2 (8611 m), per la precisione si dovrebbe parlare di duplice ascesa: la prima realizzata con ossigeno supplementare nel 2019, a soli 19 anni, e la seconda senza ossigeno supplementare nell’estate del 2021, nel corso della spedizione che lo ha visto impegnato nella ricerca dei corpi del padre, di John Snorri e Juan Pablo Mohr, deceduti nel corso del tentativo di salita invernale alla seconda montagna del Pianeta nell’inverno 2021/2021. Ricordiamo che nel corso di tale spedizione, Sajid fu costretto a tornare al campo 4 nel corso del summit push a causa della rottura del regolatore della sua bombola dell’ossigeno. Ali Sadpara, Snorri e Mohr al campo 4 non fecero mai ritorno. Sajd ha salito inoltre il Manaslu (8156 m) senza ossigeno nel 2022, diventando il primo pakistano a realizzare una simile impresa, e poi Gasherbrum I (8080) e II (8035 m), saliti in tempo record sempre nel 2022 (in 3 giorni e 18 ore), anche questi senza fare uso di ossigeno supplementare.

Quest’ultima avventura, vissuta lo scorso autunno, è stata condivisa con un altro giovane connazionale, che sarà nuovamente compagno di viaggio e di cordata sull’Annapurna: Shehroze Kashif, alias “The Broad Boy”.  Appena ventunenne, Kashif ha il sogno di diventare il più giovane alpinista ad aver salito i 14 Ottomila (da segnalare che finora non compaiano pakistani nella lista di coloro che abbiano completato la collezione). Finora ne ha saliti 10. Il suo soprannome è evidentemente legato a uno degli Ottomila che già ha in tasca, il Broad Peak (8051 m), salito a soli 17 anni nel 2019. I restanti 9 (Everest, K2, Manaslu, Kangchenjunga, Lhotse, Makalu, Nanga Parbat, GI e GII) sono stati saliti nell’arco di 2 anni, tra 2021 e 2022.

Insieme a Shehroze e Sajid vi saranno gli esperti del team Seven Summit Treks, Chaang Dawa Sherpa, Mingma Sherpa e Tashi Lakpa Sherpa. Il gruppo ha raggiunto il campo base dell’Annapurna nei giorni scorsi e non ha perso tempo ad acclimatarsi. Ieri, in occasione del Pakistan Day, Sajid ha inviato un messaggio direttamente da C1 al suo team di comunicazione, contenente gli auguri per tutti gli abitanti del suo Paese e qualche aggiornamento su quella che di fatto è già la seconda rotazione del gruppo. Raggiunto C1, con grande difficoltà dopo intense nevicate, hanno trascorso lì la notte e il piano sarebbe di raggiungere C2 (o volendo anche di oltrepassarlo) nella giornata odierna, trascorrere una notte ancora in quota e poi fare ritorno al CB. Tappa successiva sarà cogliere la giusta finestra meteo per tentare la vetta.

 

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Annapurna? Solo un inizio

Come dichiarato alla vigilia della partenza alla rivista Dawn, Sajid ha in mente un obiettivo decisamente ambizioso, che vede nella salita dell’Annapurna solo un inizio di stagione. Avrebbe infatti in mente di tentare la salita di Kangchenjunga, Dhaulagiri e Makalu. Ma perché questa corsa agli Ottomila? Per Sajid salire i 14 Giganti senza ossigeno rappresenterebbe la realizzazione di un sogno, non solo personale, ma anche del padre Ali. Come ha raccontato a Dawn, ricordando gli insegnamenti paterni, “Quando cresci in un ambiente in cui si ascolta e ci si allena essenzialmente per diventare alpinisti, finisci per diventarlo”.

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