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5 borghi presepe da scoprire tra Alpi e Appennini

I borghi italiani, incastonati tra le vette alpine e appenniniche, sono piccole perle meravigliose da scoprire tutto l’anno. Vi è però un periodo in cui diventano particolarmente magici ed è il Natale. Complici le temperature rigide (accompagnate qui e là da una spolverata di neve), le luminarie e gli addobbi natalizi che spuntano nei vicoli, tanti borghi si tramutano improvvisamente in presepi. Scegliere quali e quanti visitare prima che l’incantesimo del Natale si sciolga è una impresa ardua. Noi vi forniamo 5 suggerimenti, un viaggio in 5 tappe dalle Alpi agli Appennini, un primo passo alla scoperta dell’immenso mondo dei borghi-presepe d’Italia.

Canale di Tenno (TN)

Il nostro viaggio lungo lo Stivale, immersi nell’atmosfera del Natale, inizia sulle Alpi con una prima tappa a Canale di Tenno (TN), borgo medievale situato sul versante trentino del Lago di Garda, in cui il tempo sembra essersi fermato. A due passi dal lago di Tenno, presenta ancora mura antiche perfettamente conservate. Il suo intrico di vicoli silenziosi e le case in pietra ancora dotate di ballatoi, decorati da gerani, hanno attratto fin dal Secondo Dopoguerra artisti da tutta Europa. Nel borgo vi è anche una Casa degli Artisti, intitolata al pittore torinese Giacomo Vittone, che rappresentò Canale in molteplici sue opere. Nel periodo natalizio solitamente vengono organizzati dei mercatini di Natale. Il paese è inserito tra i Borghi più belli d’Italia.

Fiumalbo (MO)

Dalle Alpi iniziamo la nostra discesa lungo gli Appennini con una tappa a Fiumalbo, sull’Appennino modenese, al confine con la Toscana. Il comune, situato a una quota di 935 metri, ricade nel territorio del Parco del Frignano (insieme a Fanano rappresenta uno dei due ingressi al Parco) ed è inserito tra i Borghi più belli d’Italia. Il centro principale sorge in una valle soleggiata, alla confluenza del Rio Le Motte (Rio San Francesco) e del Rio dell’Acquicciola, che ne delimitano il vecchio centro storico. Vi sono due ipotesi legate al suo nome: da flumen album, “fiume bianco”, con riferimento alle acque dei due torrenti che circondano il borgo; o da flumen Alpium, a indicare le vicine montagne, in particolare il Cimone, chiamato un tempo “Alpone”, che può essere ammirato dal paese. Il centro storico del borgo conserva l’aspetto medievale, con viuzze strette e case in pietra e numerose chiese. Poco fuori dal paese, lungo la strada che porta nella piccola frazione di Doccia, resistono ancora oggi dei “casoni”, antiche case in pietra e terra che risalgono al periodo celtico, a testimonianza di una storia ben più antica del Medioevo. Altro angolo “misterioso” di Fiumalbo è rappresentato dal Ponte della Fola Alto, detto Ponte del Diavolo, a unica arcata di epoca rinascimentale. Ogni due anni, la sera del 24 Dicembre, viene organizzato in paese un presepe vivente, tradizione nata nel 1958.

Greccio (RI)

Proseguiamo con una tappa nel cuore dei Monti reatini, alla scoperta della località scelta da San Francesco per realizzare il primo presepe. Si tratta di Greccio, borgo medievale situato a 705 metri di quota, su un bastione roccioso, alle pendici del Monte Lacerone, con un meraviglioso affaccio sulla Valle Santa reatina. Non a caso gemellato con Betlemme. Il borgo ha origini antichissime, conservate nel nome che rimanda alla sua fondazione a seguito dell’arrivo di una colonia proveniente dalla Grecia. Conserva oggi il suo aspetto medievale, una struttura tipica di un “castrum” fortificato, nella quale spiccano i resti del castello risalente al XI secolo. Anche Greccio rientra nel circuito dei Borghi più belli d’Italia, e nel periodo natalizio vede la sua piazza principale animarsi delle luci e colori dei mercatini di Natale.

Pesche (IS)

Ancora più a Sud troviamo Pesche, piccolo borgo del Molise situato a 732 metri di quota, a pochi chilometri dal capoluogo di provincia Isernia. In virtù delle sue case in pietra, affiancate le une alle altre su un costone roccioso, il Re Vittorio Emanuele soprannominò il paese “Libreria d’Italia”. Ancora oggi la distribuzione delle case ricorda quella dei libri sugli scaffali di una libreria. Il nome “Pesche” non rimanda come si potrebbe pensare al frutto estivo, ma deriva dal toponimo ampiamente diffuso nell’Appennino centrale “pesco” o “Peschio”, col significato di “roccia, pietra”. Le suggestive abitazioni in pietra si svilupparono attorno a un antico castello di epoca longobarda di cui restano poche tracce, a causa di un terremoto che devastò l’area nel 1400. Il borgo è immerso nella natura, tra speroni rocciosi e boschi. Al di sopra del paese di estende la Riserva naturale orientata di Pesche, fruibile a piedi o in bici tutto l’anno, caratterizzata da una ricca rete di sentieri, tra cui la tappa 6 del “Sentiero Italia”.

Pietrapertosa (PZ)

Ultima tappa del viaggio tra i borghi-presepe è Pietrapertosa, comune situato in prossimità delle Dolomiti Lucane che conserva ancora oggi una fisionomia medievale. Ai piedi del castello, costruito agli inizi del secolo XI come fortezza saracena (successivamente divenuto residenza normanna e sveva) in posizione strategica nella parte alta del paese, a dominare la sottostante valle del Basento, si conserva il quartiere dell’Arabata. Questa suggestiva porzione del paese rappresenta una testimonianza della dominazione saracena e si caratterizza per la presenza di vie strette, quasi dei cunicoli e scalini scavati nella pietra, attorno a cui si sviluppano delle piccole case contadine in pietra. Come nel caso di Pesche, le abitazioni seguono l’andamento del terreno, dunque appaiono disposte a file. Non presentano finestre, sostituite da una apertura nel tetto che fungeva un tempo da camino e lucernario. Il nome “Pietrapertosa” deriverebbe dal termine “Petraperciata”, “roccia forata”, per la presenza di una rupe forata all’ingresso del paese, e rappresenta  Il comune, inserito tra i Borghi più belli d’Italia, è anche il più alto della Basilicata (1088 m). Peculiare è il collegamento con il paese dirimpetto, Castelmezzano, mediato da un volo dell’angelo lungo oltre 1 km e mezzo, che si sviluppa a un’altezza da terra di 400 metri.

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