Pareti

Wenden 7×24, Silvan Schüpbach ci racconta la sua sfida

51 tiri per 2000 metri di dislivello, nell’arco di 24 ore, sempre su difficoltà sostenute per un progetto difficile da comprendere: salire 7 vie del Wenden, in 7 settori, nell’arco di sole 24 ore senza soluzione di continuità. È questo il progetto che ha portato a termine lo scalatore svizzero Silvan Schüpbach, lo scorso agosto.

Il Wenden è un’enorme bastionata calcarea. Un muro che si staglia verticale e compatto, a sole due ore di auto dal confine con l’Italia, rivelando un vero e proprio eldorado per i migliori climber di ogni generazione. Dicono che se scali sul 7a in Wenden, allora puoi farlo ovunque. Proprio per la severità dell’ambiente e per la fisicità d’arrampicata che richiede questa roccia così compatta. Raggiungere l’attacco delle vie qui è tutto tranne che facile. I pendii erbosi di base sono pendenti e insidiosi, basta mettere un piede in fallo o farsi prendere dalla stanchezza per concludere negativamente quella che potenzialmente potrebbe essere un’esperienza fantastica. Gli scalatori che approcciano a questa bastionata rocciosa lo fanno con l’idea di affrontare una via, al massimo due, per poi scendere a valle e gustarsi il meritato riposto. Così ha fatto anche Silvan, in passato, quando ha salito Polenta con farina degli altri (500 m, 8b). Questa volta ha invece deciso di fare qualcosa di diverso. “Ho sempre pensato che fosse impossibile concatenare 7 vie del Wenden in sole 24 ore” racconta. “Così ho deciso di provarci”. Il 39enne sorride tra il soddisfatto e l’imbarazzato durante questo racconto. Alla fine è riuscito a dimostrare, prima di tutto a se stesso, che è possibile. Che non è un’esperienza sovrumana. “Ne sono uscito svuotato, ma soddisfatto. È stata un’esperienza intensa e uno sforzo insensato, ma lo rifarei”.

7 vie in 24 ore

“Salire fino in cima, calarsi fino alla base con tante doppie, trasferirsi da un settore all’altro, ricominciare tutto da capo”. Questo è il riassunto che ci fa Silvan della sua esperienza in Wenden. “Sarebbero potute andare storte moltissime cose”. Per questo l’ha sempre ritenuto impossibile, ma quando un tarlo ti scava nella testa per diverso tempo… alla fine ti ritrovi a scalare in Wenden. “La spedizione che avevo immaginato per l’estate è saltata, così ho pensato che potevo verificare la fattibilità del progetto”. Prima del tentativo decisivo c’è stato un lungo periodo di studio, sia teorico che pratico. La prima parte Schüpbach l’ha spesa sulle carte della zona, per comprendere come meglio collegare tra loro gli itinerari immaginati, eliminando per quanto possibile i rischi oggettivi e cercando di contenere al massimo i tempi di realizzazione. L’estate 2022 l’ha poi visto spendere molto tempo sul calcare compatto della parete, per provare ogni singolo itinerario e imparare a gestire al meglio criticità e difficoltà.

Il progetto è partito dal settore Mähren, con la via Gemini. “6 tiri complessi, quasi tutti al buio”. Silvan ha infatti scelto di attaccare la parete alle 3.30 del mattino. L’ultimo atto si è invece svolto nel settore Reissend Nollen, lungo la via Imago. “24 ore dopo la prima salita ero in cima all’ultima via e tre ore dopo disteso in macchina con i piedi gonfi, le mani doloranti e il fisico a pezzi. Ricordo ancora il sollievo quando, verso la fine dell’ultima via, Carlos Molina, il mio fantastico compagno di cordata, ha proposto di prendere lui il comando. Quelle difficoltà sono volate e in ben che non si dica mi sono ritrovato in tasca 7 vie del Wenden… in sole 24 ore! Non so se ho fatto qualcosa di davvero importante. Sicuramente lo è stato per me, anche se a volte quando incrocio la parete mi sento stupido. Penso che se la montagna avesse una coscienza non potrebbe fare altro che pensare allo sforzo inutile e insensato che mi ha richiesto questo progetto. Ma è stato incredibile arrivare alla fine e poter dire, con un filo di fiato, è possibile.

Le vie del progetto

  • Settore Mähren, via Gemini (200 m, 7c, 6 tiri)
  • Settore Pfaffenhut, via Dragon (300 m, 6c, 7 tiri)
  • Settore Excalibur, via Excalibur (350 m, 6b+, 9 tiri)
  • Settore Dom, via Legacy (350 m, 7b+, 9 tiri)
  • Settore Aureus, via Aureus (350 m, 6b+, 10 tiri)
  • Settore Klein Wendenstock, via Las Aguas del Inferno (200 m, 7a, 4 tiri)
  • Settore Reissend Nollen, via Imago (250 m, 7b, 6 tiri)
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2 Commenti

  1. Ho salito quattro di quelle vie, charamente non fra le più dure del Wenden ma che hanno comunque tiri che quando sei stanco per via della chiodatura puoi anche farti male (ruppi lo scafoide su Legacy per un volo lungo dovuto a stanchezza). Sono sempre tiri fisici, anche sui 6b e 6c non stai sui piedi come da altre parti, non ti rilassi mai, e quando le braccia diventano dure hai in mente che sui 6c puoi cadere di 20 o più metri metri con tante conseguenze. Gli accessi delle vie menzionate invece in condizioni meteo normali non sono temibili. Impresa veramente grandiosa, e Sylvan è un grandissimo atleta, sia fisicamente che mentalmente che tecnicamente.

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