Cronaca

Frane e smottamenti sulle Alpi ma c’è chi non rinuncia alle gite in quota. Soccorso Alpino: “Con la pioggia non si scherza”

Una ondata di maltempo ha investito con vigore l’Italia nel corso del weekend, causando ingenti danni, in particolare lungo l’arco alpino. Le piogge intense accompagnate da forti venti hanno incontrato un terreno fortemente inaridito dalla prolungata siccità, con conseguente promozione di frane, smottamenti, ingrossamento di torrenti ed esondazioni, dal Colle di Tenda a Cortina d’Ampezzo, fino al confine italo-austriaco. Le situazioni più delicate si sono vissute in Val Ferret e Val di Fassa.

Crisi idrica a Courmayeur

Nella giornata di venerdì 5 agosto una frana innescata dai nubifragi in Val Ferret ha causato gravi danni all’acquedotto di Courmayeur, con conseguente interruzione della erogazione di acqua in alcune frazioni (La Palud, Entrèves e il Villair) e timore di un potenziale estendersi della interruzione anche al capoluogo. La frana ha inoltre invaso la strada comunale, determinando l’isolamento di circa 60 persone.

Il Comune ha provveduto a organizzare dei punti di distribuzione dell’acqua, lavorando giorno e notte per il ripristino del servizio idrico nonché per il ripristino della viabilità lungo la strada comunale. Già da sabato sono state create delle finestre di passaggio in salita e in discesa. Nonostante gli alberghi siano rimasti aperti, bar e ristoranti sono stati temporaneamente chiusi, situazione che ha determinato per molti turisti la scelta di una ripartenza anticipata o di una disdetta.

L’amministrazione ha dichiarato che da oggi la situazione dovrebbe tornare gradualmente alla normalità. Il danno all’acquedotto è stato riparato, l’acqua tornerà a scorrere nelle case ma sarà necessario bollirla a causa della presenza di impurità.

Sempre in Valle d’Aosta, colate di fango e detriti hanno invaso la strada regionale 28, isolando i Comuni di Bionaz e Oyace in Valpelline. Da sabato si lavora al ripristino del corso originario dei torrenti dalle cui acque è stato trascinato a valle il materiale e a liberare la strada.

Centinaia di evacuati in Val di Fassa

Nella serata di venerdì un violento nubifragio ha causato frane, smottamenti ed esondazioni in Trentino Alto-Adige. Particolarmente colpite la Val di Fleres, dove sono state danneggiate alcune abitazioni e la Val di Fassa, dove a scopo precauzionale sono state evacuate circa 100 persone tra turisti e residenti, da alberghi e case private, ospitate nella palestra comunale di Pozza di Fassa per 24 ore. Nella giornata di sabato, come comunicato dalla Provincia Autonoma di Trento, la situazione è stata riportata sotto controllo.

Situazione sotto controllo nei territori comunali di San Giovanni di Fassa, Mazzin e Campitello di Fassa, dopo la bomba d’acqua che – venerdì sera – ha provocato numerosi smottamenti nei diversi centri abitati. I Vigili del fuoco volontari di Pozza e Vigo di Fassa ed i colleghi dei distretti Fassa, Fiemme e Primiero stanno completando in queste ore la pulizia delle strade, mentre vengono posate le tubature per favorire il deflusso delle acque”. Gli sfollati hanno potuto dunque fare rientro nelle loro abitazioni e nelle strutture ricettive.

E c’è chi non rinuncia alle escursioni

Nonostante il maltempo previsto dai bollettini meteo, c’è chi non ha rinunciato a salire in quota. Numerosi gli interventi di recupero realizzati dal soccorso alpino, in particolare nelle Dolomiti venete. L’alto numero di escursionisti soccorsi nell’arco di 24 ore ha portato il Soccorso Alpino Veneto a diffondere un messaggio sui social, invitando a non scherzare con la pioggia.

Nella sera di venerdì 5 agosto, a seguito delle abbondanti e concentrate precipitazioni, si sono verificate due situazioni di emergenza che hanno coinvolto due differenti gruppi scout a Santo Stefano di Cadore e a Cortina, l’allarme scattato poco prima delle 20.

In Comelico dieci scout di Vittorio Veneto (TV), che avevano piantato le tende in Val Frison, la valle che da Campolongo sale a Forcella Lavardet, nelle vicinanze di un affluente del Frison, che si era ingrossato iniziando a scaricare materiale. Una squadra del Soccorso alpino della Val Comelico e dei Vigili del fuoco – arrivato anche il Soccorso alpino della Guardia di Finanza di Auronzo – si è portato sul posto, senza poter inizialmente attraversare per la piena del corso d’acqua. Due soccorritori sono poi risaliti a piedi, finché il livello si è abbassato e hanno trovato un punto dove guadare. Hanno quindi raggiunto il gruppo, dai 24 ai 38 anni, che si era preparato e lo ha riaccompagnato per 300 metri ai mezzi e da lì al palazzetto dove hanno passato la notte. Questa mattina una squadra li sta riportando a recuperare le tende.

In contemporanea, il Soccorso alpino di Cortina è stato attivato per un altro gruppo scout proveniente dalla Toscana. Gli 11 ragazzi di Siena, dai 18 ai 32 anni, che avevano intenzione di montare le tende nella zona di Malga Fanes Grande, erano stati infatti sconsigliati dal gestore per il maltempo in arrivo e stavano tornando a valle. Rientrando, all’altezza del Ponte Felizon a Fiames, sono stati però bloccati da una frana. Una squadra, assieme al Soccorso alpino della Guardia di finanza di Cortina, è riuscita a raggiungerli da una strada secondaria. Caricati sui mezzi, i ragazzi sono poi stati ospitati in canonica.

Nella giornata di sabato sono stati 3 gli interventi condotti nel maltempo. Attorno alle 14.20 il Soccorso alpino di Auronzo è stato allertato per due escursionisti in difficoltà al rientro dal Bivacco Fanton sulle Marmarole. M.N., 59 anni, di Marcon (VE), è V.S., 49 anni, di Mirano (VE), hanno trovato sul loro tragitto il torrente della Val da Rin in piena dopo il forte temporale e hanno chiesto aiuto. Una squadra, assieme al Soccorso alpino della Guardia di finanza di Auronzo, ha raggiunto in jeep il punto indicato e non ha potuto fare altro che attendere l’abbassamento del livello dell’acqua. Appena possibile, i due uomini sono riusciti a passare.

Alle 15 due turiste canadesi di 25 anni impaurite dalla tempesta hanno chiesto aiuto inviando la posizione, poi confermata da un messaggio arrivato dalla Guardia Costiera attivata da un’applicazione delle due ragazze. Una squadra è partita in direzione del Monte Palombino e ha trovato i due zaini, ma non le escursioniste. Dopo aver controllato la zona, i soccorritori si sono diretti a Malga Dignas, dove hanno rinvenuto le escursioniste che avevano trovato riparo e hanno riconsegnato loro zaini e attrezzatura.

Alle 15.20 circa l’elicottero di Dolomiti Emergency ha tentato il recupero di una coppia di Perugia, S.C., 22 anni, di Nocera Umbra lei e G.P., 23 anni, di Gubbio lui, che era stata investita dal maltempo a 2.950 metri di quota, mentre affrontava la Ferrata di Punta Aglio alla Tofana di Mezzo. L’elimbulanza, dopo un primo tentativo a vuoto, ha provato una seconda volta riuscendo ad avvicinarsi e a calare con un verricello di 40 metri il tecnico di elisoccorso, che li ha recuperati in due rotazioni e trasportati a Fiames.

Non si scherza con la pioggia

“Con la pioggia non si scherza – scrive il Soccorso Alpino Veneto sui social nella giornata di domenica 7 agosto – . Anche ieri, pur con le chiare immagini di poche ore prima delle conseguenze del nubifragio intenso e concentrato in Val di Fassa, Comelico, Cortina, e con previsioni di altre tempeste in arrivo, molti non hanno voluto rinunciare alle proprie gite e si sono registrati diversi interventi col maltempo in corso, fortunatamente senza conseguenze. In questa estate torrida, i terreni riarsi dei versanti non trattengono l’acqua che in pochi minuti trasforma tranquilli torrenti di montagna in fiumi in piena, si originano frane e smottamenti sui sentieri, scariche di sassi, cascate impetuose lungo le parete rocciose. Senza dimenticare i fulmini. Il nostro è un invito alla prudenza e a considerare la possibilità di rimandare un’uscita se le previsioni sono avverse, ancor più nell’incertezza climatica. Le montagne saranno sempre lì ad aspettarci.”

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2 Commenti

  1. Dalla prima foto si capisce quello che non si dovrebbe più fare ovvero canalizzare i torrenti.
    Così facendo aumenta la velocità dell’acqua e dei detriti.

  2. Osservavo lungo le strade di montagna le costruzioni e pensavo ai cosiddetti permessi edilizi per le modifiche del territorio, con interventi su boschi, alvei fluviali, laghetti turistici, strade, piste,… e restavo meravigliato dalle scelte fatte dai governanti.
    Mentre vedevo in tv un torrente strapieno e il ponte presidiato dai vigili, nella val di Fassa, mi è venuta in mente una alluvione di tanti anni fa negli stessi posti, con i lavori successivi di messa in sicurezza e il trionfalismo politico, .
    Non riesco a capire se sia ignoranza, incoscienza, o fame di denaro personale, di sicuro ci sono poca intelligenza e cultura della montagna e tante parole di vanità.
    Però i posti in questi giorni erano pieni di gente che girava e si divertiva ubbidendo all’offerta turistica che incontrava.

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