Alpinismo

Perù: nuova via per i Ragni, in libera oltre i 4.000 metri

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QUEBRADA RUREC, Perù — Simone Pedeferri, Fabio Palma e Andrea Pavan dei Ragni di Lecco hanno aperto la via "Qui io vado ancora", su una delle grandi pareti granitiche della valle di Quebrada Rurec (Cordillera Blanca, Perù). Una gran cavalcata di 540 metri per 15 lunghezze (di cui 13 già liberate) con difficoltà massima di 7c con 7a obbligatorio e 2 lunghezze di A1.

L’arrampicata libera su Big Wall è tra le massime espressioni dell’alpinismo, e le vie in libera oltre i 4000 metri, al mondo, sono pochissime. Tutti e tre gli alpinisti hanno superato in libera le lunghezze più dure.
 
La via si sviluppa infatti tra i 4100 e i 4600 metri di quota, ed ha richiesto ai tre alpinisti complessivamente otto giorni di arrampicata in parete. Lo stile di "Qui io vado ancora" propone in prevalenza un’arrampicata di placca su granito compattissimo con protezioni a tratti molte lunghe.
 
“Solo negli ultimi tre tiri – descrive Fabio Palma – il granito si lascia "prendere" dalle fessure, con la fantastica lunghezza finale di 6c+. Oltre 40 metri di fessura a 4600 metri di quota ed esposizione da mozzafiato".
 
In precedenza un tentativo in stile alpino di due giorni su un’altra parete si è arreso, dopo un bivacco a 4550 metri e a 4750 metri di quota, a causa di una parete priva di fessure e della mancanza di adeguato materiale da bivacco per 4 notti.
 
In dodici giorni di permanenza nella valle di Rurec, i tre alpinisti non hanno visto anima viva, ed erano privi anche di telefono satellitare. Il tempo e’ stato prevalentemente stabile ma spesso freddo e con vento sugli 80 metri all’ora.
 
A Huarez, centro dell’alpinismo peruviano, la via è stata salutata con stupore perché fino ad oggi soltanto sulla nota parete della Sfinge l’arrampicata libera era stata portata ad alta quota.
Pedeferri, alpinista noto per le sue imprese estreme nelle Alpi Centrali, l’ha descritta come “una via tra le più dure da lui mai aperte anche a quota alpina e, quindi, particolarmente difficile sopra i 4000 metri”.
 
Il quattordicesimo tiro, probabilmente sopra il 7b, non e’ stato completamente liberato perché la temperatura si aggirava sugli zero gradi e spirava un vento molto forte. La discesa in doppia, sabato 8 luglio, si è svolta al buio.
 
Questa nuova via rientra nel progetto "Liberi in Libera" una sorta di viaggio-esplorazione dell’arrampicata che, per il 60° di fondazione dei Ragni di Lecco, vede una decina di Ragni impegnati sulle pareti di tutto il mondo alla ricerca dell’avventura su pareti e vie tutte da inventare e scoprire. La spedizione in Perù ha avuto il patrocinio del CAI di Lecco e della Fondazione Cariplo.
 
"Qui io vado ancora", quindi, è un ulteriore tassello che si aggiunge a: "Le berbere et la gazelle" aperta nelle gole di Todra (Marocco) da Simone Pedeferri, Marco Vago e Cesare Bugada; a "E non la vogliono capire" di Fabio Palma, Matteo Della Bordella e Domenico Soldatini sul Monte Ginnircu nel Supramonte di Balnei (Sardegna); ed infine a "Il mio nome è nessuno" al Precipizio di Strem in Val Bodengo aperta da Marco Vago e Simone Pedeferri e poi da quest’ultimo liberata.
 
 
Fabio Palma
 
(immagine d’archivio Ragni di Lecco)

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