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Vandali al Rifugio Cava Buscada, asportato con uno scalpello un fossile preistorico

Di fronte alle cronache di atti vandalici in rifugio sorge sempre spontanea la domanda “Perché?”. Da cosa può derivare la spinta al danneggiamento di porte, finestre, mobilio? Dal Rifugio Cava Buscada, situato a Erto in Val Zemola, a 1800 metri di quota all’interno del Parco Naturale Dolomiti Friulane, giunge notizia di un nuovo episodio di vandalismo la cui ragione appare invece ben chiara: armati di scalpello, i ladri non hanno puntato alla struttura ma all’asportazione di un fossile preistorico nelle sue vicinanze.

Una ammonite che è rimasta lì per milioni di anni, a raccontare un passato lontano in cui laddove oggi ammiriamo meravigliose vette, si estendeva un mare “tropicale”. Le ammoniti, molluschi cefalopodi, comparvero infatti nel Devoniano Inferiore, estinguendosi intorno al Cretaceo Superiore-Paleocene. Un reperto dotato più di valore affettivo per i rifugisti e gli appassionati di Dolomiti che di valore economico.

Non si sa quando gli archeo-ladri siano saliti al rifugio. La triste scoperta è stata effettuata dai gestori la scorsa settimana, quando sono risaliti in quota per riaprire la struttura dopo la pausa invernale.

“Non ci rimane che ringraziare quella persona, non so come riesca ad astenermi dal nominarla in un altro modo, che molto gentilmente ha pensato di rubare un’ammonite proprio sulla porta di casa o meglio del Rifugio cava Buscada. Noi cerchiamo di metterle in risalto perché la gente le possa ammirarle e possa godere dello spettacolo che la natura ci regala e poi arriva un genio armato di tutto quanto gli serviva per portarsele via”, lo sfogo della rifugista Roberta Corona, riportato dal Il Gazzettino.it

Il rifugio non è dotato di telecamere dunque sarà complesso risalire al colpevole, ma come sottolineato dalla rifugista “ci stiamo attrezzando poiché queste situazioni possano avere fine. Grazie infinite a chi collabora attivamente a distruggere quanto creato dagli altri con grande sacrificio.”

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