Il 28 febbraio in Nepal scatta la primavera e con il suo arrivo scadono anche i permessi di scalata invernali. Per Jost Kobusch è davvero l’ultima possibilità per mettere a segno l’obiettivo di raggiungere gli 8000 metri sulla cresta ovest dell’Everest. Non è la vetta, ma così avrebbe la possibilità di vedere con i propri occhi l’Hornbein Colouir in inverno e sapere a cosa andrà incontro in futuro, quando sarà pronto per la cima.
Al momento l’alpinista è a quota 6330 metri, poco sotto l’altezza massima di 6460 metri raggiunta lo scorso 6 gennaio. Da quella rotazione non c’erano state più finestre meteo abbastanza favorevoli per consentirgli di tornare in sicurezza in parete, considerando che è in solitaria, senza ossigeno e in stile leggero.
“L’ultimo bollettino meteo mostra che il jet stream si sta ritirando in qualche modo, ma non ancora del tutto. Quindi i venti sferzano ancora ad alta velocità! Nonostante ciò, ora sto di nuovo salendo – ha scritto Jost poche ore fa-. Inutile dire che la possibilità di raggiungere la vetta è praticamente inesistente. L’unica speranza che mi resta è di arrivare più in alto dell’ultima volta, vedere di più e acquisire esperienza. Forse batterò anche il mio record! La probabilità di riuscirci…non la so! Vedrò come è realmente quando salirò. Se il rischio è troppo alto, allora non ci sarà nulla da vergognarsi a scendere. Ma sarebbe un peccato lasciare l’attrezzatura sulla montagna, sarebbe inquinamento ambientale. Quindi, lo scopo di questa salita è almeno quello di portar via l’attrezzatura e vedere cos’altro è possibile”.
Le previsioni effettivamente mostrano venti in calo, ma bisogna anche mettere in scala le cose e capire di cosa si sta parlando: a 8000 metri il vento sferza a 50 km/h, la temperatura è attorno a -35°C, ma proprio a causa delle raffiche viene percepita come -55°C. Risulta davvero molto difficile che Kobusch possa avanzare fino a quella quota.
