Cronaca

I campionati europei di skialp e la poca neve

Da mercoledì 9 a domenica 13 febbraio sono andati in scena i campionati europei di sci alpinismo sui Pirenei spagnoli. Per gli azzurri sono stati un successo e abbiamo fatto incetta di medaglie, ma guardando le immagini di gara c’era da rimanere basiti per le poche lingue di neve che hanno accompagnato la gara. “Gli organizzatori hanno fatto tutto il possibile per farci gareggiare” commentano con un’unica voce gli atleti del Centro Sportivo Esercito Michele Boscacci, Matteo Eydallin e Robert Antonioli. “È capitato altre volte, anche se mai con gare così importanti” spiega Boscacci. “Abbiamo avuto molti pezzi a piedi, su erba, quando normalmente ci muoviamo su creste o tracciati alpinistici. Ma questa volta sono stati fondamentali per collegare una striscia di neve con l’altra”.

Nulla da recriminare agli organizzatori, ovviamente. Ma in alcuni momenti è stato buffo osservare gli atleti in gara, alle prese con la siccità del periodo, che non riguarda solo i Pirenei ma anche le Alpi, nonostante le nevicate degli ultimi giorni. “La location era perfetta e se ci fosse stata neve gli organizzatori avrebbero potuto realizzare percorsi nettamente diversi da quelli che si sono visti” spiega Antonioli. “Anche noi, come per tutti gli sport invernali che si svolgono su neve ci troviamo a dover guardare verso itinerari di ripiego. Non se ne può fare una colpa a nessuno, se fosse stata una stagione come quella 2020/2021 avremmo avuto modo di gareggiare su percorsi tecnici capaci di far emergere il valore degli atleti”.

“La mancanza di neve non aiuta in questo momento” conclude Eydallin. “Soprattutto con la strada olimpica che ci si profila davanti”. Non aiuta a valorizzare la spettacolarità dello sci alpinismo e tecnicità degli atleti. Ma il problema non è solo questo, anzi. Le conseguenze della poca neve potrebbero avere, nei mesi a venire conseguenze ben più gravi di una “brutta” gara sci alpinistica.

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