Montagne

Torri di Trango

Come pinnacoli granitici emergono verticali per svettare verso il cielo, imponenti ed eleganti. Quando si risale il ghiacciaio Baltoro, in direzione del K2, le Torri di Trango accalappiano lo sguardo come calamite. In pochi hanno le capacità per affrontarne le ripide pareti. Non basta essere ottimi arrampicatori, serve spirito d’avventura e adattamento, bisogna provare un senso di piacere ad abbandonare la propria zona di comfort. Sulle pareti delle 5 Torri si sono cimentati nomi come Wolfgang Güllich, Erhard Loretan, Wojciech Kurtyka e i fratelli Alexander e Thomas Huber. Le vie che ne solcano il granito sono difficili, sia oggettivamente che per l’ambiente in cui si svolgono. Luogo di elitario alpinismo, chi qui ha lasciato la sua traccia oggi appartiene al mito.

Geografia

Localizzate nella regione del Gilgit-Baltistan, nell’area nord del Pakistan, le Torri di Trango appartengono al gruppo Baltoro Muztagh, un sottogruppo della catena del Karakorum.

Le Torri di Trango si trovano posizionate su una cresta orientata da nord-ovest a sud-est tra il ghiacciaio Trango a ovest e il ghiacciaio Dunge a est. Entrambe le strutture glaciali confluiscono poi nel ghiacciaio Baltoro.

Le Torri sono 5: la Grande Torre di Trango (6286 m), che a sua volta è suddivisa in 4 cime (Principale, 6286 m, sud, 6250 m, est 6231 m e ovest 6223 m), la Torre di Trango (6239 m), anche detta Nameless Tower, Trango Monk (5850 m), Trango Pulpit (6050 m) e Trango Castle (5753 m).

Grande Torre di Trango

La più alta elevazione delle Torri di Trango è stata salita per la prima volta nel 1977 dagli alpinisti americani Galen Rowell, John Roskelley, Kim Schmitz, Jim Morrissey e Dennis Hennek. Sono saliti per il versante ovest, attaccando dal ghiacciaio di Trango. Nella parte alta della salita hanno poi raggiunto il versante sud e da qui la vetta.

Nel corso degli anni sono poi state aperte altre vie, tutte estremamente difficili sulla Grande Torre di Trango, vediamo le più importanti:

  • 1984 – Hans Christian Doseth e Finn Doehli, con Dag Kolsrud e Stein Aasheim, aprono una nuova via lungo la parete sud-est. I 4 sono nomi poco noti nel mondo dell’alpinismo e la loro salita risulta una delle più sorprendenti dell’anno. Per riuscire a vincere i mille metri di parete impiegano 20 giorni, fissando protezioni aleatorie e portandosi al limite. Purtroppo la bellezza dell’impresa viene oscurata da un fatale incidente in fase di discesa dove perdono la vita Doseth e Doelhi.
  • 1992 – Si chiama The Grand Voyage ed è la prima via a raggiungere la vetta est della Grande Torre di Trango. Aperta da Xaver Bongard e John Middendorf sale parallela alla via del 1984. La via viene poi ripetuta nel 1984 dai norvegesi Rolf Bae, Bjarte Bo, Sigurd Felde e Stein-Ivar Gravdal in 27 giorni di attività.
  • 1999 – Gli americani Alex Lowe, Jared Ogden e Mark Synnott aprono una via per il versante ovest chiamata Parallel Worlds. Un itinerario estremamente tecnico e ardito.
  • 1999 – I russi Igor Potan’kin, Alexandr Odintsov, Ivan Samoilenko e Yuri Koshelenko realizzano un nuovo itinerario sulla ovest, chiamato Eclissi. Si sviluppa parallelamente a quello americano e che incontra difficoltà simili. Le due salite sono avvenute in contemporanea.
  • 2004 – Gli americani Kelly Cordes e Josh Wharton aprono Azeem Ridge lungo la parete nord-ovest.
  • 2005 – In 7 giorni gli alpinisti slovacchi Gabo Cmarik e Jozef Kopold aprono una nuova via lungo la parete sud. L’itinerario, chiamato Asalam Alaikum, si compone di 90 tiri di corda ed è stato realizzato in modo leggero e veloce.
  • 2013 – i polacchi Marek Raganowicz e Marcin Tomaszewski aprono Bushido sulla parete nord-ovest della montagna. La via segue un sistema di fessure rosse e angoli. Per l’apertura lavorano 20 giorni in parete. La via non raggiunge la vetta, ma termina sulla cresta sud-ovest, dove i due sono stati costretti alla ritirata dalla tempesta.

Nameless Tower

La prima salita della Nameless Tower viene realizzata da Joe Brown, Mo Anthoine, Martin Boysen e Malcolm Howells. Oggi la montagna ospita 8 itinerari. Le sue pareti sono certamente tra le più difficili del gruppo.

Vediamo gli altri itinerari aperti sulla Nameless Tower:

  • 1987 – Slavko Cankar, Francek Knez e Bojan Srot, disegnano sulla parete sud-sud-est la via Slovena (anche detta via Jugoslava). Si tratta di un bel percorso, pulito e logico, che ha richiesto diversi tentativi agli alpinisti. La via viene liberata nello stesso anno da Kurt Albert, Wolfgang Gullich e Hartmut Munchenbach.
  • 1987 – La cordata svizzero-francese composta da Michel Fauquet, Patrick Delale, Michel Piola e Stephane Schaffter, risolve il problema del Pilastro ovest. Il risultato è una salita straordinariamente tecnica lungo 1100 metri di parete affrontando quello che viene battezzato come il Gran Diedre Desplomado.
  • 1988 – Erhard Loretan e Wojciech Kurtyka, aprono la via Svizzera sul versante orientale.
  • 1989 – Kurt Albert, Wolfgang Gullich, Milan Sykora e Christoph Stiegler aprono Eternal Flame lungo la parete sud-est, sicuramente la via più famosa di tutto il gruppo. Un itinerario quasi tutto su granito, sicuramente la più estetica linea nella zona. Nel 2009 i fratelli Huber realizzano la prima salita in libera della via, prima di loro ci hanno provato molti scalatori.

Trango Pulpit

La prima salita del Trango Pulpit avviene nel 1999 da parte di una cordata norvegese composta da Robert Caspersen, Gunnar Karlsen, Per L. Skjerven ed Einar Wold. Insieme salgono per la parete nord-est impiegando 38 giorni per concludere la salita.

Sempre nel 1999 viene aperta una seconda via da parte dei cechi Ivo Wondracek, Tomas Rinn, Pavel Weisser, Jaro Dutka e Michal Drasa lungo la cresta sud-ovest.

Guida alle Torri di Trango

Il percorso che raggiunge le Torri di Trango coincide, per buona parte, con quello per il campo base del K2. Si tratta di un itinerario che si distacca dalle classiche rotte turistiche e il percorso di avvicinamento è lungo e si svolge in ambiente naturale d’alta quota privo delle comodità presenti lungo il cammino per l’Everest. Se raggiungere le montagne è difficile, scalarlo lo è ancora di più, ognuna delle vie presenti sulle varie Torri si riferiscono ad alpinisti esperti e capaci. Volendo, per i più visionari, esiste ancora spazio per creare nuove tracce e lasciare un segno tangibile del proprio passaggio.

La prima cosa da fare per avvicinarsi alle Torri di Trango è prendere un volo aereo diretto a Islamabad. Dalla capitale pakistana sarà possibile volare su Skardu, nella parte orientale del Gilgit-Baltistan. In alternativa è possibile raggiungere la località via terra percorrendo la Karakorum Highway, una dei quelle esperienze da fare almeno una volta nella vita. Da Skardu il viaggio prosegue in jeep fino al villaggio di Askole (3050 m), ultimo avamposto raggiungibile con un mezzo a motore. Da qui si prosegue a piedi, con lo zaino in spalla, prima costeggiando il torrente Biafo, poi il Baltoro. Dal campo di Payu (3400 m) alla testata del ghiacciaio si vedono per la prima volta le Torri. Da qui si prosegue su per il Baltoro deviando poi in direzione delle Torri. Servono circa 3 giorni di cammino per raggiungerle.

Chi fosse interessato a vivere questa esperienza deve munirsi di una guida e pagare un permesso. In generale il costo di un trekking economico si aggira intorno ai 2000 Euro a persona.

Il consiglio, per chi fosse interessato a visitare la zona è quello di rivolgersi a un’agenzia specializzata in trekking. Ne esistono di diverse sia in Italia che in loco. Il loro aiuto è fondamentale per riuscire a sbrigare in modo rapido le difficili questioni burocratiche.

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