Pareti

Patagonia, i Ragni Schiera e Marazzi puntano a una montagna senza nome

Sono partiti ieri alla volta del sud America Luca Schiera e Paolo Marazzi, che insieme alla spedizione di Della Bordella, De Zaiacomo e Bacci sugellano un ritorno in grande stile per i Ragni di Lecco nell’emisfero australe. “Le ultime esperienze patagoniche del gruppo Ragni risalgono al gennaio/febbraio 2020. L’anno scorso abbiamo provato a organizzare qualcosa, per tutti gli obiettivi erano gli stessi di quest’anno, ma il momento storico non era a nostro favore e tutto sarebbe stato estremamente complicato. Abbiamo perso una stagione, ma oggi siamo più motivati di prima” afferma il presidente dei Ragni di Lecco Luca Schiera.

Una spedizione esplorativa

I due puntano alla Patagonia cilena con una spedizione minimalista e un grande obiettivo esplorativo. “Vogliamo scalare, anche se nel complesso della spedizione diventa quasi un obiettivo secondario” rivela Schiera. Si, perché tra i loro propositi c’è l’obiettivo di addentrarsi alla scoperta del Campo de Hielo Norte, il secondo ghiacciaio più esteso al mondo (escludendo le calotte polari). “Negli ultimi 70 anni solo poche persone lo hanno esplorato e gran parte del suo territorio rimane ancora oggi un’incognita. Le carte che lo descrivono presentano ancora oggi aree bianche, sconosciute, e le vie di accesso sono tutte complicate.

Per Schiera e Marazzi si tratta della terza esperienza sullo Hielo Norte, anche se “le altre volte abbiamo esplorato un puntino minuscolo, ora puntiamo a raggiungere il cuore del ghiacciaio, un’area enorme”.

La ragione di questa puntata esplorativa sono le pareti, muri di 800 o più metri del tutto inesplorati o quasi. “Quando nel 2019 siamo stati per per la prima volta sul Campo de Hielo Norte, abbiamo potuto scoprire le potenzialità di questa zona remota e poco esplorata”. In quell’occasione i due Ragni hanno messo a segno la salita del Cerro Mangiafuoco, montagna di circa 400 metri al centro del ghiacciaio. Un anno dopo rieccoli alle porte del ghiacciaio, con loro anche l’altro Ragno Giacomo Mauri, questa volta dal margine sud. L’obiettivo sarebbe stata una montagna individuata grazie a immagini satellitari ma, “dopo 90 chilometri a piedi non siamo riusciti a trovare una via attraverso i crepacci”.

Terzo tempo

Per questa stagione l’ambizione è quella di compiere una vasta esplorazione del ghiacciaio accedendovi dal versante nord. “Sembra essere la via più comoda e anche quella più battuta. È la stessa che permette di raggiungere il Monte San Valentin, la cima più alta di Patagonia. Noi, una volta messo piede sul ghiacciaio, non lo raggiungeremo ma punteremo ad attraversarlo con l’ambizione di raggiungere, e salire, una montagna senza nome che non compare sulle mappe situata nella parte sud dello Hielo Norte, in assoluto la zona meno conosciuta”. Non è detto, spiega Schiera, che i due possano decidere di cimentarsi con le molte altre pareti presenti lungo la strada, decidendo di dedicarsi a queste.

La spedizione dei due si svolge in totale autonomia, trasportando tutto quanto il necessario per scalare e sopravvivere all’interno di un paio di slitte.

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