AlpinismoPareti

Cerro Torre, i Ragni Matteo Della Bordella, Matteo De Zaiacomo e David Bacci partiti per un nuovo tentativo sul Diedro degli Inglesi

Il vento sferza la montagna, si insinua nelle fessure e ulula tra le pareti. Getta nell’aria ondate di neve e ghiaccio. È l’anima della Patagonia che si manifesta con tutta la sua intensità, quella dove si cela il richiamo delle pareti, quella che nasconde il ricordo indelebile degli amici andati prima del tempo. Forse per questo Matteo Della Bordella è ripartito alla volta dell’emisfero australe, insieme a Matteo De Zaiacomo e David Bacci.

I tre Ragni hanno raggiunto da poco la Patagonia, carichi di passione e con la voglia di dare concretezza ai sogni. Perché non c’è cosa più bella da fare e, perché, quando un amico se ne va nel vento non puoi lasciarlo andare così facilmente. L’ultima volta di Della Bordella sulla roccia patagonica è stata con Matteo Bernasconi e Matteo Pasquetto, pochi mesi prima che se andassero entrambi nel pieno della loro vita. “Oggi la nostra cordata non esiste più e riprendersi da un colpo del genere è un cammino difficile. Tuttavia, preferisco pensare a ciò che mi è stato dato, piuttosto che a ciò che mi è stato tolto. I momenti vissuti, le emozioni condivise, i sogni ambiti assieme ai due amici sono tra i regali più belli che la vita abbia potuto farmi”. I sogni da trasformare in realtà, ed ecco perché il past president dei Ragni è tornato a guardare il Cerro Torre, c’è una via da completare lungo il fianco destro della parete est: un enorme diedro, detto degli inglesi, che sale verticale e vertiginoso verso l’alto fino a sbucare sulla cresta ovest incontrando la Via dei Ragni. La cordata è di primordine. Sia De Zaiacomo, alla sua prima esperienza patagonica, che Bacci hanno curriculum di grande esperienza e numerose spedizioni extraeuropee di successo ad arricchire il loro bagaglio.

Sul Diedro degli inglesi

La via, vista da Della Bordella e Bernasconi, viene tentata per la prima volta nell’estate australe 2018/2019 dal past president dei Ragni di Lecco insieme al giovane Matteo Pasquetto. Un tentativo importante in cui i due riescono a scalare i primi ottocento metri di parete, superando la metà del diedro. “Con Matteo abbiamo portato avanti un gran tentativo” commenta Della Bordella. “Alla fine non siamo riusciti a chiudere la via, ma la nostra rinuncia è stata ricca di insegnamenti e di speranze per il futuro”. Soprattutto “guardando Matteo scalare ho provato un po’ di sana invidia: 10 anni in meno sulla carta d’identità, l’entusiasmo, l’irruenza e la cocciutaggine dei vent’anni, ma un livello tecnico e mentale da trentenne. Sarebbe stato il nostro asso nella manica per fare il salto di qualità.

Nell’estate australe 2019/2020 sarebbero stati Matteo Della Bordella, Matteo Bernasconi e Matteo Pasquetto a dover effettuare un secondo tentativo. Purtroppo però, dopo aver raggiunto le pendici della montagna, i tre si sono resi conto delle instabili condizioni del Cerro Torre: gli ultimi 400 metri finali erano ricoperti da uno spesso strato di ghiaccio. “Tentarlo sarebbe stato oltremodo pericoloso” spiega Della Bordella. Lasciato quindi da parte il progetto i tre si sono spesi nell’apertura di un nuovo itinerario sullo spigolo Nord dell’Aguja Standhardt. 800 metri di via battezzata “Il dado e tratto”, l’ultima grande avventura dei tre Matteo, il cui nome ora riecheggia indelebile sul granito sferzato dal vento della est del Torre.

Tags

Articoli correlati

Un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close