AlpinismoAlta quota

Nevica ai campi base. Al Manaslu raggiunto C2. Barmasse svela qualche dettaglio sul suo Nanga

Sull’Himalaya e sul Karakorum nevica e così tutte le spedizioni impegnate questo inverno sugli 8000 sono ferme ai campi base. Malgrado il meteo avverso delle ultime ore, in questa prima settimana di inverno sul Manaslu e sull’Everest non si è perso tempo e alcuni progressi in parete sono stati fatti.

Manaslu

Al Manalsu si leggono libri, si gioca a carte, si decide la strategia di salita e soprattutto si riposa dagli sforzi dei giorni scorsi. Al momento è stato allestito C1 a 5.750m, dove Alex Txikon e Iñaki Álvarez hanno già trascorso una notte. Come previsto, a loro si è unito nel lavoro di allestimento della via anche Oswald Rodrigo Pereira, che in un post social racconta così questa uscita sulla montagna: “La prima rotazione è stata piuttosto breve. Dopo due giorni ad aprire la via in direzione C1, il 25 dicembre sono salito carico (portavo la mia attrezzatura personale e una corda di circa 5-6kg). Ho raggiunto il campo 1 (5750 m) dopo 4,5 ore e lì ho trascorso la notte. La mattina del 26 mi sono svegliato con la neve e il vento; quindi, l’unica possibilità era quella di scendere. Abbiamo smontato le tende insieme alla squadra di sherpa scesa da C2 (un grande lavoro da parte di questi superumani) e siamo scesi al campo base”.

La via, come conferma anche Pasang Rinzee Sherpa, è stata quindi aperta fino a C2 dal team sherpa. Un ottimo risultato in poco tempo. Speriamo che le forti nevicate previste non vanifichino gli sforzi.

Nel frattempo, dopo un breve rientro riposante a Kathmandu dopo le fatiche dell’acclimatamento, è arrivato al campo base anche Simone Moro.

Everest

Anche il solitario Jost Kobusch ha fatto una prima rotazione in parete ed è arrivato il 24 dicembre al Lho La, a circa 6000 metri, per poi ridiscendere al campo base, dove ha trascorso il Natale con il tè che gli ha dato prima di partire la mamma.

Nanga Parbat

Hervé Barmasse informa tutti che anche al campo base del versante Rupal del Nanga Parbat nevica. La squadra composta dal valdostano, David Goettler e Mike Arnold non è ancora entrata in azione da quando è arrivata al campo base il 24 dicembre.

La scarsità di novità in parete si compensa però con le informazioni in più che si hanno grazie a un’intervista rilasciata da Barmasse a La Gazzetta dello Sport. L’alpinista spiega che la cordata si concentrerà su due vie in particolare già esistenti sul versante Rupal: la via di Jerzy Kukuczka e Carlos Carsolio e quella del 1970 dei fratelli Messner essendo le più dirette e “affidabili in inverno”. Secondo i programmi, Hervé e compagni vorrebbero tentare la vetta tra il 10 e il 20 gennaio. “Il piano perfetto – racconta Hervé sulle pagine rosa – prevede due notti a salire e una a scendere, nell’ipotesi peggiore tre e due. Noi ci porteremo una tendina da 2 chili per la notte. Usufruendo delle nostre capacità di essere piuttosto veloci anche a quelle quote, l’idea è cercare di scalare al sole per essere invece di notte al riparo nella tenda”.

K2 e Cho Oyu

Nessuna novità invece dal progetto invernale sul K2 della taiwanese Grace Tseng, che è ancora a casa. Mentre prosegue la raccolta fondi di  Gelje Sherpa per finanziare la propria spedizione per aprire una nuova via sul versante nepalese del Cho Oyu.

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3 Commenti

  1. SCALARE UN 8.000 IN PIENO INVERNO È IL MASSIMO DEL MASOCHISMO. MA QUESTI NON HANNO NIENTE DA FARE? LA COLPA NON È LORO, MA DEGLI SPONSOR! NON DATEGLI SOLDI, DEVOLVETELI IN BENEFICENZA!

  2. Sono onestamente molto curioso di sapere come andrà a finire la spedizione sul Nanga Parbat. Per come è stata raccontata da Barmasse sembra quasi una scalata non dico facile ma comunque con ottime probabilità di riuscita, quando in realtà in anni e anni di invernali solo due spedizioni ce l’hanno fatta a raggiungere la vetta, il che perlomeno a livello statistico suggerirebbe cautela nel pensare bastino 3/4 settimane tra sbarcare al CB e fare vetta. O magari tutti gli altri avevano sbagliato versante.. Poi sia chiaro, io auguro loro di avere successo, perché la spedizione è interessante per come è allestita e per l’obiettivo prefissato, spero solo che abbiano ponderato al meglio tutto, perché con vette come il Nanga volare basso non è mai un limite ma sempre un valore aggiunto!

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