Trail running

L’Italia di corsa, l’impresa a emissioni zero di Stefano Gregoretti

1200 chilometri e 22mila metri di dislivello, sono questi i numeri dell’ultima sfida messa in campo da Stefano Gregoretti atleta di endurance che negli anni ha realizzato imprese che l’hanno portato dal nord America alla Kamchatka. Quest’anno ha scelto di cercare l’avventura dietro casa, così eccolo correre lungo l’Italia, da Pompei a Torbole. Ogni giorno per 50 o 60 chilometri attraversando le antiche strade romane, città d’arte e borghi dimenticati, valli, colli, montagne. Un territorio unico nel suo genere dove la wilderness si fonde con il paesaggio modellato dall’uomo, dove cultura e storia incontrano lo sport e in qualche modo uniscono il nostro Paese. “Non esiste nulla di simile al mondo” è il primo commento dell’ultraatleta.

Da Pompei a Torbole di corsa

L’idea viene agli organizzatori dell’Italy Divide, esperienza su percorso per bici gravel da vivere in autosufficienza lungo le strade bianche e i sentieri italiani. Uno dei percorsi più lunghi in Europa che parte da Pompei e raggiunge Torbole dopo oltre mille chilometri di pedalata. Gli organizzatori di questo evento avrebbero voluto arricchire la manifestazione di una gara trail, la più lunga al mondo. “Quando mi hanno proposto di testare il percorso ho immediatamente accettato” spiega Gregoretti. “Avevo un altro progetto, più grande, sfumato a causa della pandemia da Coronavirus, così mi sono buttato in questa nuova esperienza”. Ma non è finita perché oltre a correre da sud a nord attraverso l’entroterra italiano Stefano ha deciso di raggiungere la partenza e di fare poi ritorno a casa in bici, realizzando così un’impresa a emissioni zero. “Mi sono dato un tempo massimo per riuscirci”. Partito il 3 luglio da Pompei Stefano ha raggiunto Torbole, sulla sponda del Lago di Garga, il 21 luglio.

Le sfumature di un Paese

Ogni Regione un’esperienza, normale in un Paese ricco di sfumature culturali, dialettali, enogastronomiche. “Ogni giorno ho incontrato nuovi amici, vogliosi di farmi conoscere il loro territorio, di condividere, di correre insieme per qualche chilometro. Siamo tutti italiani, ma la regionalità, il senso di appartenenza, si respira forte. Attraversare di corsa il Vesuvio senza qualcuno che su quei sentieri si allena tutti i giorni è come andare alla Galleria degli Uffizi e non sapere nulla di arte, si perde qualcosa. Questo “giro d’Italia”, come lo chiama Stefano, è la storia di un viaggio a misura d’uomo, senza programmi e orari. Ogni mattini ci si sveglia, si fa colazione e si inizia a correre. “Prendo quello che viene in base a come mi sento”. Lungo la strada ci sono poi incontri, momenti di riposo e altri di condivisione. Le deviazioni dal percorso arrivano con i suggerimenti dei locali, perché alcuni posti sono imperdibili. “Ho corso sull’Appia antica, dove si trovano ancora i segni dei carri romani. Ho attraversato il Vesuvio, San Felice Circeo, Roma. Ho corso sui sentieri del Monte Amiata e lungo il percorso della Via degli Dei, dove ho visto frotte di giovani organizzati con zaini e sacchi a pelo vivere questa esperienza tra Bologna e Firenze. Non capita da altre parti di vedere così tanti giovani camminare per una settimana sulle montagne, non capita nemmeno in Dolomiti”. Un’esperienza unica sotto molti punti di vista.

La gara trail più lunga al mondo

“La traccia dell’Italy Divide è disegnata per chi va in bici, per questo io non dovevo seguirla fedelmente. Stefano ha approcciato l’itinerario con un occhio diverso, con quello del runner. “La bici ti da una grossa libertà, permette di visitare tutto il mondo, ma ha il limite di strade e sentieri. La corsa invece è libertà assoluta. Su questa riflessione prende forma il percorso  di Stefano. “Per l’80 percento ho seguito la traccia dell’Italy Divide, il restante 20 unisce tratti a misura di corridore”. Il risultato è un percorso di gara unico al mondo. “Passi dal vulcano alla storia di Pompei. Vivi i Castelli Romani, il Circeo, Roma con la sua storia millenaria, Siena, Firenze dove corri sul Ponte Vecchio, percorri la Via degli Dei, superi le lunghissime ciclabili del Mincio, poi i Monti Lessini e il Lago di Garda. Se si ha voglia di far fatica è una gara unica nel suo genere.

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