Trail running

A tu per tu con Alessandra Nicoletti, la signora del TOR

L’endurance trail sulle Alte Vie della Valle d’Aosta giunge all’edizione numero 15. In attesa del sorteggio che determinerà l’elenco degli ammessi al via siamo andati a vedere cosa bolle in pentola

1827. Tanti sono i preiscritti alla quindicesima edizione del Tor dés Geants, che prenderà il via il prossimo 8 settembre. Un numero, che seppure notevolmente inferiore alle punte registrate negli anni precedenti all’era Covid, racconta di una manifestazione che continua a suscitare interesse. Accanto ai numerosissimi repeaters (il Mal di Tor, ovvero il morbo che colpisce chi ha partecipato almeno una volta alla gara legandolo alla stessa per sempre, esiste per davvero), non sono pochi coloro che tentano l’impresa per la prima volta.

Secondo i dati forniti dall’organizzazione gli aspiranti “giganti” provengono da 70 Paesi. La connotazione planetaria è dunque garantita e sarà resa ancora più evidente dalla limitazione del numero dei partecipanti italiani, che potranno essere al massimo il 30% (in passato erano il 40%) di coloro che prenderanno il via.

Nei prossimi giorni un sorteggio stabilirà l’elenco degli aventi diritto al pettorale. L’ansia in queste ore è dunque al diapason soprattutto tra gli italiani, per l’appunto i più penalizzati dalle quote-paese. Al netto di coloro che hanno già il pettorale garantito per avere concluso una delle gare qualificanti del circuito TorX eXperience, rimangono solo 222 posti liberi a fronte di 648 aspiranti.

Alla vigilia del sorteggio abbiamo posto qualche domanda ad Alessandra Nicoletti, presidente di Vda Trailers, la società che organizza la gara. È lei che ha inventato (con Ermanno Pollet) il Tor. È lei che lo dirige fin dalla prima edizione.

Soddisfatta per i numeri registrati fin qui?

Direi proprio di sì. In quei giorni di settembre il TOR e le altre gare del sistema TOR-X (Tor des Glaciers, Tot Dret, Passage au Malatrà e la nuova Cervino-Monte Bianco) vedranno complessivamente al via circa 2600 atleti. Registriamo il ritorno in grande stile degli asiatici, Giappone e Cina in primis ma anche da Corea del Sud e Hong Kong. A livello europeo sono cresciuti molto gli iscritti del Regno Unito, che hanno addirittura superato la Spagna, tradizionalmente il terzo Paese più presente al via.

 Dobbiamo attenderci qualche novità?

Nessuna per quanto riguarda il percorso del TOR che, salvo imprevisti dell’ultima ora, rimarrà quello degli ultimi anni. Le novità riguarderanno il contorno. Nascerà l’EXtraTOR, una serie di eventi collaterali lungo il percorso per l’intrattenimento di tifosi e accompagnatori. Qualcosa succedeva già, vorremmo dare uniformità ed evidenza a questi momenti, oltre ad incoraggiarne di nuovi che saranno comunque organizzati e gestiti localmente da Comuni, associazioni e privati, in modo da coinvolgere maggiormente il territorio nella manifestazione. Occorre far tornare l’entusiasmo in tutte le valli (tra le altre attività collaterali è stato annunciato dai Vda Trailers anche il ritorno della TorX Academy e delle serate promozionali Tor in Tour, due fortunate iniziative inspiegabilmente accantonate nel corso degli anni, ndr).

Non è cambiata neppure la contestatissima quota d’iscrizione, uguale ormai da tre anni. Significa che in passato avete chiesto troppo?

No, sono cambiate un po’ di cose. Intanto negli ultimi due anni molti concorrenti avevano diritto alla quota ridotta che spettava agli iscritti del funesto anno del Covid, quando la gara non fu disputata. Gli iscritti di quell’anno potevano chiedere un rimborso oppure partecipare a una delle due edizioni successive a prezzo agevolato, quindi minori introiti per noi organizzatori. Poi abbiamo trovato il modo di ottimizzare gli acquisti ottenendo altri risparmi. Così la quota d’iscrizione è potuta rimanere ferma a 900 euro.

In un recente passato annunciaste con orgoglio e con tanto di comunicati e conferenza stampa di avere sponsor tutti italiani, ora invece è esattamente il contrario. A cosa è dovuto questo ribaltone?

Abbiamo stretto un importante accordo quinquennale con Kailas, una importante azienda cinese del settore outdoor che ci garantisce stabilità e con la quale stiamo pensando a progetti di spessore e a lungo termine. Siamo orgogliosi di essere l’unica gara importante in Europa ad essere stata scelta da questa azienda. Tra l’altro con loro stiamo lavorando all’organizzazione di gare con il nostro marchio TorX eXperience anche in Cina, dove il trail running gode di una popolarità incredibile.
In tema di sponsor posso aggiungere che nulla è cambiato nel nostro rapporto con la Regione Valle d’Aosta, che sarà al nostro fianco come in passato.

Il campionissimo Francois D’Haene ha annunciato di avere il TOR nel mirino. Cosa ne pensa?

Certamente il suo interesse mi fa piacere, D’Haene è un super campione e una bella persona, ci farà piacere averlo con noi. Lui sarà importante per il Tor come il Tor sarà importante per lui, è uno scambio alla pari. Sono ansiosa di vederlo all’opera, la nostra è una gara diversa da tutte le altre. Cattiva. Non sarà una passeggiata e dovrà fare i conti con Franco Collè, che ha già vinto il TOR quattro volte e che farà corsa su di lui vantando tra l’altro una maggiore esperienza.

La settimana santa del trail running in Valle d’Aosta si è arricchita di una nuova gara,  il TOR100 Cervino-Monte Bianco. Di cosa si tratta?

Abbiamo pensato di dare un’opportunità in più ai corridori di lunga lena che magari non si sentono ancora pronti per affrontare i 330 km del Tor des Géants. Il TOR100 Cervino-Monte Bianco, unisce le due montagne più famose della nostra regione e sarà una corsa esigente: 100 km e 8.000 metri di dislivello. I corridori partiranno il mercoledì sera da Cervinia e, dopo un primo tratto inedito per le nostre gare, raggiungeranno il Lago di Cignana. Da lì in avanti percorreranno lo stesso tracciato del Tor des Géants fino a Courmayeur. Per questa prima edizione abbiamo limitato a 250 il numero dei concorrenti, ma sono certa che si tratta di una gara dal grande avvenire.

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