Trail running

Jasmin Paris entra nella storia dell’ultrarunning: è la prima donna (dal 1986) a concludere la leggendaria Barkley Marathons

Nessuna prima della scozzese era riuscita a chiudere il percorso nel tempo massimo. Una gara estrema: solo cinque tra i 40 ammessi al via l’hanno portata a termine. Anche questo è un record

Mai così tanti finisher. Sono cinque i corridori che nel 2024 hanno portato a termine i cinque giri dell’estenuante Barkley Marathons, definita la corsa più brutale del mondo, che si è conclusa sabato scorso. Tra loro anche la scozzese Jasmin Paris, arrivata appena due minuti prima del tempo limite (60 ore), che entra nella storia di questa gara e dell’ultrarunning: è la prima donna a centrare l’obiettivo! Un risultato clamoroso quello della veterinaria di Edimburgo che già per due volte aveva tentato l’impresa: nel 2022 quando era riuscita a completare tre giri, mentre nel 2023 quando aveva chiuso il quarto loop ma fuori dal cancello orario.

Paris è conosciuta soprattutto in Gran Bretagna come campionessa delle ultradistanze offroad. Nel luglio 2016 ha conquistato il terzo posto ai Campionati mondiali di skyrunning 2016 (con la Buff Epic Trail 105 Km) ed è arrivata sesta all’UTMB, la sua prima 100 miglia. Nel 2019 ha stabilito il record della Spine Race che si disputa in pieno inverno lungo la Pennine Way (268 miglia – 431,3 km – in 83 ore, 12 minuti e 23 secondi).

Gli altri 4 finisher della Barkley Marathons 2024 sono stati Ihor Verys, che al suo debutto ha chiuso la gara in 58h 44’59”, John Kelly (59h15’38”), Jared Campbell (59h30’32”) e Greig Hamilton (59h38’42”).
Una curiosità: proprio come Jasmine Paris, anche la detentrice del miglior tempo femminile del Tor des Géants, l’inglese Sabrina Verjee è una veterinaria. C’è un segreto nel piano di studi di quelle facoltà britanniche?

Barkley Marathons: alla gara più dura (e meno social) si accede solo su invito personale di “Lazarus Lake”


La gara (più mistica che mitica) si disputa si svolge nel Frozen Head State Park, nel Tennessee. A creare, e fortificare l’alea di leggenda sono diverse peculiarità nonché rituali tutti suoi e mai scritti. Ottenere il pettorale è già un’impresa dal momento che per partecipare bisogna inviare una mail nella quale si spiega per quale ragione Gary “Lazarus Lake” Cantrell, l’inventore della gara nel 1986, dovrebbe scrivere (rigorosamente a mano e quindi spedita mezzo postale) la lettera di invito. Lo stesso Lazarus Lake dà il via con l’accensione della “sigaretta cerimoniale”.

La gara non viene trasmessa in diretta sui social e non ha canali ufficiali di comunicazione e il tracciato cambia ogni anno ma si attesta sulla distanza delle 100 miglia con un dislivello positivo di circa 20.000 metri.
Il percorso cambia ogni anno ed è assolutamente vietato usare dispositivi Gps. I partecipanti hanno solamente una mappa del percorso (consegnata il giorno prima del via), indossano un orologio da polso da 10 dollari che segna solo l’ora di partenza e l’iscrizione costa 1 dollaro e 60 cent (i rookies devono però portare a Lazarus anche la targa di un’auto del proprio paese di origine).

Punti di controllo assenti… o quasi. Per dimostrare di aver effettuato il percorso corretto i corridori devono trovare un certo numero di libri, strappare le pagine corrispondenti al loro numero di pettorale e consegnarle allo stesso Lazarus.
Il via viene annunciato un’ora prima circa della partenza con il suono di un corno e da quel momento (che può corrispondere a qualsiasi ora del giorno e della notte) tutti pronti in attesa che Lazarus si accenda la “famosa sigaretta”, che apre ufficialmente le danze.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close