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“Prudenza in media e alta montagna”. Ancora un appello del CNSAS dopo un weekend di fuoco

“La nostra raccomandazione è sempre la stessa: prudenza quando si affronta l’ambiente di media e alta montagna. In montagna anche un piccolo incidente, che in città si risolve velocemente con l’arrivo di un’autoambulanza, può richiedere ore e ore di operato dei corpi di soccorso.” Questo l’appello alla prudenza diffuso dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) nella serata di domenica 18 luglio, al termine di un weekend estremamente intenso per le squadre di soccorso. Un fine settimana caratterizzato da una severa instabilità meteorologica, soprattutto alle quote più alte, che non ha dissuaso molti assidui frequentatori della montagna a cimentarsi in escursioni, confidando in brevi finestre di bel tempo.

Dispersi nel maltempo

Il maltempo preannunciato dai bollettini ha causato difficoltà a gruppi di escursionisti, e preoccupazione nei gestori di strutture ricettive e familiari in loro attesa. Il CNSAS è stato attivato in più punti dell’arco alpino nella ricerca di dispersi. Storie fortunatamente a lieto fine.

A Venzone (UD) è scattato l’allarme nella serata di sabato 17 luglio per una coppia partita nella mattinata, alle ore 10:15, da Malga Confin-Ungarina sotto il Monte Plauris per un’escursione verso la cima del Monte. È stato lo stesso gestore della Malga a chiamare il Nue112 segnalando il loro mancato rientro. I due sono saliti al mattino in motocicletta alla malga posizionata a 1330 metri di quota e hanno palesato l’intenzione di fare un’escursione verso la cima. Il gestore ha riferito di aver loro fatto presente che in quota c’era molto vento. L’allarme è scattato alle 19: soccorritori del Soccorso Alpino, Vigili del Fuoco e Guardia di Finanza hanno organizzato una perlustrazione a partire dalla malga stessa. L’allerta si è conclusa con il rientro autonomo dei due alla Malga poco dopo le 20:30. Nel frattempo si era alzato in volo l’elicottero della Protezione Civile da Chiusaforte imbarcando alcuni soccorritori. I due escursionisti, padre e figlia di Martignacco, hanno riferito di aver sbagliato sentiero e di essere stati costretti ad allungare il percorso.

Nella giornata di domenica 18 luglio i tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese sono intervenuti nel vallone di Forzo, comune di Ronco Canavese (TO), a supporto di due escursionisti dispersi nella nebbia sulle pendici del Monveso di Forzo, in una zona molto remota e impervia. Nel tardo pomeriggio, con due rotazioni dell’elicottero dei Vigili del Fuoco sono stati portati a una quota di 2300 metri due operatori dei pompieri e due tecnici del Soccorso Alpino che hanno raggiunto a piedi i due dispersi intorno a quota 2600 metri. I due escursionisti, un uomo e una donna, sono stati ritrovati in buone condizioni, benché molto provati. Si è optato per trascorrere la notte al bivacco Davito e valutare alle prime luci dell’alba come ricondurli a valle. Ma i due malcapitati non sono stati in grado di proseguire a lungo, causa stanchezza e sfinimento. Per cui l’intera comitiva ha deciso di aspettare l’alba, finché non è giunto l’elicottero dei Vigili del Fuoco intorno alle 6 di questa mattina per il trasporto a valle dei due alpinisti e dei soccorritori. L’intervento si è concluso intorno alle 6.30.

Sempre domenica, le squadre della stazione Valcellina del Soccorso Alpino sono state allertate per una ricognizione in Val Cimoliana tra le Dolomiti Friulane per il mancato rientro di due escursionisti padovani, un uomo e una donna. A chiamare il Nue112 è stato il padre di uno dei due, che attendeva il rientro dei due giovani da un trekking nel pomeriggio. L’automobile è stata trovata parcheggiata nei pressi del rifugio Pordenone. Tutta la zona  è priva di copertura telefonica. I due sono stati ritrovati poco prima della mezzanotte dai soccorritori presso il Bivacco Perugini, dietro il Campanile di Val Montanaia, nella zona che avevano dichiarato di voler percorrere. In buone condizioni, hanno trascorso la notte lì per scendere a valle questa mattina. I soccorritori che hanno trovato i ragazzi di Padova al Bivacco Perugini e che sono rientrati a valle nelle primissime ore del mattino, hanno riferito che i due escursionisti non erano riusciti ad avvisare i genitori del loro  cambio di programma: erano infatti partiti con un giorno di ritardo da casa per fermarsi un giorno in più in montagna ed effettuare la scalata al Campanile di Val Montanaia che ieri non avevano realizzato.

Alpinisti in difficoltà

Accanto ad ulteriori interventi a supporto di escursionisti, non strettamente legati al maltempo, quali recuperi fuori sentiero, ruzzolamenti su ghiaioni con qualche contusione e malori, numerose sono state le chiamate effettuate da alpinisti in difficoltà.

Altro elemento che viene evidenziato nel dispaccio serale del CNSAS nazionale, con riferimento specifico all’elevato numero di interventi tra le vette valdostane: “Nella sola giornata di oggi il Soccorso Alpino della Valle d’Aosta ha portato a termine 10 missioni di soccorso, tra cui due per il recupero di alpinisti infortunati, al Gran Golliat e sul Breithorn centrale. L’alpinista soccorso al Gran Golliat procedeva in solitaria ed è scivolato lungo un nevaio a quota 3000 metri ed è caduto per una trentina di metri da una barra di roccia, terminando la caduta in un cumulo di neve e ghiaccio. Ha riportato un politrauma ed è in Pronto Soccorso in fase diagnostica. L’intervento sul Breithorn è stato effettuato, invece, per il recupero di due alpinisti francesi scivolati dalla cresta per circa 300 metri. I due hanno riportato traumi non gravi e sono in Pronto Soccorso in fase di diagnosi la le loro condizioni non destano preoccupazione. Gli altri interventi: un alpinista recuperato alla Capanna Margherita per un problema agli occhi, tre escursionisti soccorsi per malore, un mountain biker vittima di una caduta a Pila, e altri interventi secondari di carattere sanitario. Nella giornata di ieri quattro missioni, di cui tre per alpinisti in difficoltà e non in grado di proseguire (tutti illesi e senza necessità di intervento sanitario) al Dent d’Herins, sul Monte Herbetet e sulla via ferrata in Valgrisenche e un intervento sanitario per malore a Cervinia.”

Un incidente mortale si è verificato in Lombardia. Nella giornata di sabato 17 luglio, intorno alle 14:00,un alpinista è precipitato sul Pizzo Barbisino Nord, ai Piani di Bobbio, comune di Barzio. Una caduta fatale. L’uomo stava arrampicando con altri due compagni. Sul posto l’elisoccorso di Areu (Agenzia regionale emergenza urgenza), decollato da Milano; attivata anche la squadra a terra della Stazione con dieci tecnici, pronti per essere imbarcati nella piazzola di Barzio. Il medico dell’équipe sanitaria giunta sul posto ha constatato il decesso. Si tratta di un uomo di 61 anni residente in provincia di Como. Recuperati e riportati a valle illesi gli altri alpinisti. L’intervento è finito verso le 17:00.

In concomitanza al soccorso sul Pizzo Barbisino Nord, il CNSAS Lombardia è stato chiamato a sostegno dei Vigili del Fuoco impegnati a Premana, nei pressi dell’alpeggio di Premaniga, sopra il quale, a circa 2200 metri, una persona si trovava in difficoltà, bloccata in un canalone. L’allarme è scattato poco prima delle 14 di sabato 17 luglio. Dopo un sorvolo in zona, la persona è stata individuata, in buone condizioni. Le operazioni si sono però rese complicate a causa del forte vento in quota. Si è proceduto a richiedere pertanto l’intervento dell’elicottero del 118, più grande e stabile anche in presenza di forti correnti.  L’elicottero del 118 è stato però dirottato verso i Piani di Bobbio, perciò da Premana sono partiti a piedi gli uomini della XIX Delegazione Lariana del Soccorso Alpino – Stazione Valsassina Valvarrone per raggiungere la persona in difficoltà. Visti i numerosi interventi in contemporanea di soccorso in montagna, è entrato in azione anche l’elicottero VF Drago AB 412 dei Vigili del Fuoco partito da Torino per intervenire sopra i cieli di Premana. La persona in difficoltà è stata recuperata dal Drago di Torino e portata in zona sicura, mentre sul posto stavano sopraggiungendo anche gli uomini del soccorso alpino (quattro tecnici della Stazione di Valsassina e Valvarrone e altri due del Centro operativo del Bione). Nonostante le difficili condizioni meteo a causa del forte vento, l’intervento si è concluso nel migliore dei modi attorno alle ore 16.

Un secondo incidente mortale si è verificato nel cuneese nella giornata di domenica 18 luglio. Un alpinista di 48 anni originario di Saluzzo è deceduto in Valle Varaita, a seguito di una caduta durante una scalata al Monte Pelvo.

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2 Commenti

  1. Se sono aumentano gli interventi del Cnsas e affini , sono aumentati pure i frequentatori della montagna ? gli nterventi si possono quantificare comprese le tipologie della causa, , le persone tornate sane e salve e contente no.
    al massimo stimare con le firme in rifugio..i “biglietti” degli impianti..

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