Meteo

Bollettini meteo: istruzioni per l’uso a cura di Filippo Thiery

Che il meteo in montagna possa andare incontro a cambiamenti repentini è cosa nota agli appassionati di alte quote. Fenomeno frequente soprattutto nelle “mezze stagioni”. Agli inizi dell’estate, quando in pianura si inizia già a patire l’afa e si spera in qualche precipitazione ristoratrice (possibilmente non accompagnata da polveri sahariane), in montagna, anche a quote non estremamente elevate, tocca vestirsi a cipolla, portare con sé equipaggiamento anche in eccesso, perché una giornata che inizi con un cielo terso e soleggiato, potrebbe essere interrotta dall’arrivo del maltempo in poche ore. Per fortuna esistono le previsioni meteo! Uno strumento importante per non dire essenziale. Ma siamo sicuri di saper leggere e interpretare a dovere i bollettini meteorologici? Abbiamo chiesto al meteorologo Filippo Thiery di aiutarci in una simulazione, immaginando di essere degli escursionisti non troppo esperti, per comprendere come pianificare al meglio una uscita in quota minimizzando il rischio di ritrovarci alle prese con una perturbazione “improvvisa”.

Immaginiamo che domani volessimo concederci una escursione sulla montagna X. Andiamo su Google e scriviamo “meteo + montagna X”. Stiamo iniziando bene?

“Non ci siamo. Per limiti intrinseci alle leggi della Fisica di un sistema caotico come l’atmosfera, non possiamo disporre di previsioni puntuali riferite a una specifica località. Su internet è possibile trovare siti che forniscono questo genere di informazioni, è vero, ma vanno considerate dozzinali. Potremmo per assurdo fidarci soltanto nel caso in cui piovesse su tutto l’arco alpino, e la montagna X fosse una vetta alpina. Ma in condizioni di variabilità e instabilità come in queste prime settimane d’estate, in cui piove solo su alcune zone, e non nello stesso momento – quindi abbiamo l’area in cui piove già dal mattino, quella dove la perturbazione arriva nel pomeriggio e così via – scopriamo immediatamente i limiti di tali siti. Andandone ad aprire tre a caso, e ricercando la località ‘montagna X’, vediamo che il sito 1 mi dice ad esempio che avrò bel tempo tutto il giorno, il sito 2 mi mette una probabilità di precipitazione nel primo pomeriggio e il sito 3 magari dice che piove tutto il giorno. Cosa faccio allora, vado a scegliere quello che mi conviene? Psicologicamente potremmo essere portati a fare proprio così, anche perché magari quello è il nostro unico giorno libero.”

Su quali siti dobbiamo fare affidamento?

“Soprattutto se parliamo di Alpi possiamo ritenerci fortunati, perché tutte le Regioni dell’arco alpino hanno dei servizi meteorologici regionali, presso una istituzione come l’ARPA, “provinciali” nel caso delle Province Autonome di Bolzano e Trento. E spesso è presente una sezione specifica per il meteo in montagna, che diventa un importante riferimento per il pericolo valanghe nei mesi invernali e per tutti gli altri fenomeni meteo nel corso dei 12 mesi dell’anno. A livello più generale esistono siti, su cui lavorano dei professionisti, come il sito del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare (www.meteoam.it) e del Dipartimento della Protezione Civile (www.protezionecivile.gov.it), laddove è possibile reperire bollettini affidabili che, badate bene, non sono le immagini contenenti icone grafiche e numeretti, ma i bollettini testuali, scritti o esposti a voce. Documenti che ci forniscono informazioni su un’area comunque ampia, ad esempio le Alpi Occidentali, non la singola località, la singola vetta o il singolo versante.”

Compreso cosa e dove cercare, ipotizziamo di aver valutato condizioni meteo ottimali per la nostra uscita di domani. Possiamo andare tranquilli o è bene riconsultare il bollettino prima di uscire di casa? 

“I bollettini vanno guardati tutti i giorni, a partire da quello in cui si inizia a ipotizzare la nostra uscita in quota fino al giorno stesso. Alcuni dei servizi meteo cui facevamo cenno, aggiornano i bollettini anche due volte al giorno. Vanno consultati tutti gli aggiornamenti quotidiani forniti. Nella nostra simulazione abbiamo immaginato una pianificazione da un giorno all’altro, immaginiamo invece di voler prendere delle ferie per andare in montagna. Si va a guardare allora le tendenze a 4/5 anche 6 giorni. Bene, dobbiamo ricordare che si tratti per l’appunto di scenari di tendenza, che vanno riverificati nei giorni successivi. Buona attendibilità va conferita soltanto alle previsioni per oggi e domani, al massimo dopodomani. Sulla base di questi bollettini possiamo operare le nostre scelte, non prima.”

Siamo arrivati al giorno della nostra uscita. Il bollettino dice che nel pomeriggio potrebbe piovere. Per la mattina il sereno è assicurato?

“Ricordiamoci sempre che sono previsioni. Altrimenti le chiameremmo certezze. A maggior ragione con i capricci della instabilità estiva. Importante è osservare costantemente il cielo e identificare eventuali segnali precursori di un possibile peggioramento che, nel caso dei temporali estivi, è piuttosto brusco. Repentino e drastico. Si passa in breve tempo da una condizione placida soleggiata a forti rovesci. Pioggia, grandine, magari anche forti raffiche di vento, crolli improvvisi di temperatura, cali improvvisi di visibilità. Se il bollettino ci dice che il tempo potrebbe peggiorare nel pomeriggio ma alle 11 di mattina già vediamo le nubi crescere verticalmente, prendendo il tipico aspetto che prelude al cumulonembo, non possiamo fare affidamento sull’orario previsto dal bollettino. Evidentemente il peggioramento sta arrivando in anticipo.”

Una domanda sorge allora spontanea: se ho in mente di compiere una salita che mi impegnerà per un bel po’ di ore, e nel pomeriggio è previsto peggioramento, considerando che tale perturbazione potrebbe anticipare, è il caso di abbandonare a priori il mio programma?

“Questa è una riflessione importante da fare. E non parlo ora come meteorologo. Questa è una cosa che ho imparato da ragazzo, da alcune guide alpine in Dolomiti che mi hanno insegnato che in una giornata in cui, osservando il cielo di prima mattina, in fase di partenza per una salita alpinistica, si notino già quei cumuletti che di norma si iniziano a vedere a mezzogiorno nelle giornate instabili, è bene rinunciare a priori. Questo non significa che si torna tutti a casa o in albergo. Si rinuncia ad andare in parete, si rinuncia a vie che in caso di maltempo potrebbero essere pericolose, anche in termini di fulmini, e si cambia programma. Magari si va a fare qualche tiro in falesia, si va in bosco, insomma ci si gode ugualmente la giornata ma senza il rischio di ritrovarsi in difficoltà nel maltempo. Magari poi non piove, e ci sembrerà di esserci persi una giornata. In realtà a questo punto tocca avere un approccio statistico: in quel singolo giorno ho perso una occasione, a posteriori la scelta risulta come una cautela eccessiva, ma su 10 volte che si rinuncia, ci sarà una volta in cui quella cautela mi avrà salvato la vita.”

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2 Commenti

  1. Megio di così, grazie Thiery !! Quando si dà una guardata al cielo, meglio fermarsi e stabilizzarsi…posizionando bene piedi e gambe..allargate a V e poi un avanti ed una arretrata… conforme anche al terreno, meglio con bastoncini : lo zaino potrebbe sbilanciare.

  2. Per portare abbigliamento e anche dotazione sicurezza e pronto soccorso e alimentazione e di tutto di più, occorre zaino capiente ( ovvero non minimale )e soprattutto fisico allenato a portare il peso in salita e discesa su terreno non sempre agevole. Come ? Serie ripetute su scale anche condominiali prima a corpolibero e poi anche con zaino .https://www.rawtraining.eu/metodi-e-programmazione/affondi-sulle-scale/
    Comunque il dilemma del sacco da programmare e’ un classico anche scientifico
    http://www.or.deis.unibo.it/kp/Chapter6.pdf
    Or che uno impara gli passa la voglia, ma la scorciatoria e’ “leggere le esperienze altrui “

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