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Donna morta nella cascata in Valchiavenna. Il Sindaco: abbiamo coscienza dei pericoli in montagna?

Grave il compagno gettatosi per salvarla

Nel pomeriggio di domenica 13 giugno la Stazione di Chiavenna del Cnsas e l’elisoccorso di Areu (agenzia regionale emergenza urgenza) di Sondrio sono stati impegnati in un delicato intervento a Piuro (SO). L’allertamento è arrivato intorno alle 12:30 per un incidente alle cascate dell’Acqua Fraggia. Una donna del 1979 è scivolata in acqua in cima alla cascata e il compagno, del 1984, per aiutarla si è gettato in acqua.

Tutti e due sono precipitati per una cinquantina di metri, fermandosi in una pozza sotto il primo salto. La donna è deceduta, l’uomo è stato trasportato con l’elicottero all’ospedale di Gravedona in gravi condizioni. Sia il ferito, sia la persona deceduta sono stati recuperati dai tecnici del Soccorso alpino di Chiavenna e dall’équipe dell’elisoccorso di Sondrio. L’intervento si è concluso intorno alle 14:30.

La dinamica è ancora in corso di accertamento.

Il Sindaco di Piuro: “La montagna non è un luna park”

Subito dopo l’intervento del Soccorso, il sindaco di Piuro, Omar Iacomella, ha voluto esprimere il proprio cordoglio sui social, diffondendo un messaggio su Facebook:

“Purtroppo un brutto incidente ha provocato la morte di una donna di 42 anni di Seregno che, fuori dai sentieri indicati, è stata scaraventata dalla corrente fino al primo salto della cascata. Dalle prime ricostruzioni pare che la donna abbia scavalcato la delimitazione in acciaio e abbia attraversato la parte sommitale della cascata a piedi nudi. Cosa assolutamente vietata dal regolamento e dai cartelli segnaletici. Dispiace per quanto accaduto. Tutto ciò deve far riflettere: indossiamo sempre calzature adatte alla montagna? Abbiamo preso coscienza dei pericoli che possiamo correre? Tante volte no. La montagna non è un luna park. È meravigliosa ma va frequentata con saggezza perché purtroppo possono accadere tragedie come quella di oggi. Ovviamente giunga il cordoglio a tutti i familiari.”
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2 Commenti

  1. La foto self sta diventando una maledizione,meglio le foto in “arrampicata estrema” scattate in appoggio di mani e punta i scarponi su roccia orizzontale corda tenuta tesa da una mano fuori campo e poi ruotate di 90° ,
    o l’elaborazione che fonde due foto.In alternativa, volendo trasgredire e bypassare i divieti,una corda di sicurezza tesa da tenere fuori inquadratura.
    Si vedono foto di eccelsi alpinisti che arrampcano in scarpette..ma tengono legate allo zaino o all’imbragatura le scarpe a suola scolpita .Nulla vieta agli escursionisti usare scarpe leggere e morbide per l’avvicinamento e di tenere scarponi da sostituire alla bisogna…tanto ormai la doppia coppia pesa meno di un singolo scarponcione a suola tripla …rigidone e pelle da 3,5 mm.

  2. e basta con sta cosa che sembra che solo LA MONTAGNA vada rispettata.
    se c’è una recinzione e un cartello va rispettato QUELLO, non la montagna in sè.
    va rispettato in città, in pianura, in spiaggia, ovunque.
    sempre questa figura mitologica del cittadino coglione che va in montagna e ci resta secco.
    ci resti secco ovunque, sugli scogli al mare e sul marciapiede in città.

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