News

Lago di Resia, riaffiorano i resti della vecchia Curon

Al lago di Resia, bacino artificiale altoatesino dalle cui acque spunta l’iconico campanile della vecchia Curon Venosta, sono in corso alcuni lavori di manutenzione alla diga. Nei giorni scorsi il livello delle acque è pertanto stato abbassato, portando al riaffiorare di parte dei resti del paesino sommerso dal 1950.

La storia del Lago di Resia

Il Lago di Resia (Reschensee) è il più grande dell’Alto Adige, lungo ben 6,6 km e largo 1 km,  con una capacità di 120 milioni di metri cubi. Nella precisione si localizza a 1498 metri di quota nel territorio di Curon Venosta (BZ), nelle vicinanze del Passo di Resia.

Fino al 1950 al posto del grande bacino vi erano tre laghi naturali presso il Passo di Resia: il Lago di Resia, il Lago di Curon ed il Lago di San Valentino alla Muta. Tra il 1947 e il 1949 fu realizzata una diga, che portò alla unificazione dei primi due laghi, con sommersione del piccolo paese di Curon Venosta, i cui abitanti furono costretti a evacuare in toto, e di gran parte del paese di Resia.

Furono in totale 677 gli ettari di terreno sommersi, quasi 150 le famiglie che persero i loro averi. I risarcimenti si rivelarono molto modesti e in tanti scelsero la via dell’emigrazione.

L’iconico campanile di Curon

Il campanile solitario della chiesa di Sant’Anna, chiesetta romanica del 14° secolo della vecchia Curon Venosta, che emerge in ogni stagione delle acque, resta a memoria dell’evento. Alle sue spalle si innalzano le maestose montagne della Vallelunga. Ad esso si lega una leggenda: in certi giorni sembra che si possa ancora oggi udire le campane del campanile risuonare sul fondo del Lago di Resia.

Il campanile ha acquisito ulteriore fascino negli ultimi anni grazie al romanzo “Io resto qui” (Einaudi) di Marco Balzano, vincitore del Premio Itas del Libro di Montagna 2019 e la serie Netflix “Curon”.

Tags

Articoli correlati

Un commento

  1. Dicono che l’energia idroelettrica e’ pulita e rinnovabile , ma quando i laghi saranno colmati dai detriti…non ce ne sara’ piu’..a meno di svuotarli impiegando piu’energia di quanta ne hanno erogato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close