Montagna.TV

Juanito Oiarzabal

“Lo dico sempre: la normalità è che dovrei già essere morto.”

Juanito Oiarzabal

Con 26 ascensioni sopra gli ottomila metri detiene il record per il maggior numero di salite sopra i giganti della Terra, oltre a essere il sesto uomo al mondo ad aver completato i 14 Ottomila e il quarto ad averlo fatto senza utilizzare bombole di ossigeno. Alpinista e scrittore, si perde il conto delle onorificenze ricevute da Juanito Oiarzabal per le imprese sportive realizzate. Ormai 65enne non ha smesso di sognare, dal 2011 è impegnato nel tentativo di diventare il primo uomo al mondo ad aver salito per ben due volte tutti e 14 gli Ottomila.

La vita

Nato a Vitoria-Gasteiz, nei Paesi Baschi, il 30 marzo 1956 Juan Eusebio Oiarzabal Urteaga, meglio conosciuto come Juanito Oiarzabal, dimostra fin da subito ottime doti sportive. Durante l’infanzia e l’adolescenza pratica la ginnastica sportiva e scopre il mondo sotterraneo grazie alla speleologia. A portarlo verso l’alpinismo è il padre insieme ad alcuni amici. Anche nella scalata, grazie agli anni da ginnasta, mostra subito un’ottima capacità e riesce rapidamente anche su vie di maggiore difficoltà.

A 24 anni prende la decisione di dedicarsi in toto all’alpinismo, trasformando la passione in un lavoro. Pochi anni dopo, nel 1985, decide invece di portare il suo sguardo verso le montagne di Ottomila metri.

Da molti anni ormai svolge l’attività di guida alpina organizzando spedizioni sulle montagne del mondo.

L’alpinismo

Dopo l’inizio durante l’adolescenza non si è più fermato, raggiungendo le vette di tutto il mondo. Sulle Alpi ha ripetuto vie estreme, mentre la sua prima importante esperienza extraeuropea arriva nel 1982 in Nepal. Tenta la salita del Kangchuntse (7640 metri) fermandosi però a 7200 metri. L’anno successivo raggiunge invece la cima dell’Aconcagua nel pieno delle stagione invernale. È il quinto uomo al mondo a farlo.

Nel 1984 raggiunge la vetta del Denali, passando per la West Buttres. Dal 1985 inizia a dedicarsi in modo sistematico alle cime di ottomila metri, prima tra tutte quella del Cho Oyu che tocca il 15 maggio salendo per la via normale. Il 16 agosto del 1987 è invece sulla vetta del Gasherbrum II, anche qui per la via normale. Poco dopo tenta il Gasherbrum I, per la via Messner, ma il tentativo si arresta a 6800 metri. La salita di quest’ultimo gli riuscirà solo il 9 luglio 1997 per il Couloir Giapponese. Su entrambe le montagne torna nel 2003 riuscendo nella salita di entrambe.

Nel 1988 tenta il Kangchenjunga, fermandosi però a ottomila metri. Ci riprova una seconda volta nel 1991, quando è costretto a rinunciare a un passo dalla cima: poco più di 100 metri. Solo il 6 maggio 1996 riesce a mettere piede sulla cima.

Nel 1992 scala il Nanga Parbat per la via Kinshofer e nel 1993 l’Everest, mentre nel 1994 riesce sul K2 (in discesa subisce congelamenti che hanno come risultato l’amputazione di una parte delle dita dei piedi). Nel 1995 raggiunge Makalu, Lhotse e Broad Peak. Un anno dopo lo troviamo sul Manaslu, quello successivo sul Dhaulagiri e ancora sullo Shisha Pangma. La fine del secolo lo accoglie sulla cima dell’Annapurna, l’ultimo Ottomila mancante alla sua lista. È il sesto uomo al mondo compiere la salita di tutti e 14 gli Ottomila, il quarto a farlo senza utilizzare le bombole d’ossigeno.

Dopo aver raggiunto tutte le vette sopra gli Ottomila metri la maggior parte degli alpinisti perde il proprio interesse per queste montagne, preferisce dedicarsi a qualcosa di nuovo, in alcuni casi si chiude la carriere. Per Juanito Oiarzabal le cose non sono andate così, anzi. La sua attività in altissima quota non si è fermata e dopo aver ripetuto diverse salite sopra quota ottomila, nel 2009 ha annunciato di voler diventare il primo uomo al mondo a salire due volte tutti i 14 Ottomila. Nel 2011, a vetta del Lhotse, ha toccato per ben 25 volte la vetta di un Ottomila. È il secondo al mondo come numero di vette raggiunte, subito dopo Phurba Tashi Sherpa che ne ha 30.

Curiosità

Al fianco dell’attività alpinistica, che l’ha visto protagonista quasi in ogni continente, Juanito Oiarzabal ha portato avanti esperienze esplorative come la traversata di 650 chilometri tra le città di Narsasoak e Kangarlosoak in Groenlandia usando per spostarsi una slitta e la vela. In Cina si è invece reso protagonista di una traversata del deserto del Gobi utilizzando i cammelli.

Onorificenze

Libri

“Non sono lo stesso di un tempo, ma salgo con il cuore e con la testa.”

Juanito Oiarzabal

Exit mobile version