Montagne

Marmolada

Anche chiamata Regina delle Dolomiti non è una cima ma un gruppo montuoso. Stiamo parlando della Marmolada, massiccio più alto delle Dolomiti con i 3343 metri di Punta Penia ospita il ghiacciaio più grande del gruppo e ha una storia che si intreccia strettamente con le vicissitudini umane. I suoi versanti sono stati scenario di scontri feroci durante la prima guerra mondiale. Ancora oggi sono visibili le postazioni italiane e austriache, rispettivamente sui versanti est e nord.

Il suo nome, Marmolada, potrebbe derivare dal latino marmor – marmo –. Altre teorie riportano l’origine del nome al greco marmar – splendere – con un chiaro riferimento al ghiacciaio.

Geografia

Dalla caratteristica forma trapezoidale il massiccio della Marmolada è localizzato al confine tra Trentino Alto-Adige e Veneto. Ricade in parte nella provincia e autonoma di Trento e in parte in quella di Belluno. In particolare dal 6 luglio 2018, con applicazione di un decreto presidenziale risalente al 1982 e firmato dall’allora presidente Pertini, si è posta la linea di confine tra le due province sulla linea di spartiacque. Nonostante questo sono in corso accesi dibattiti riguardo la proprietà del ghiacciaio posto sul versante nord.

Da ovest a est le cime principali del massiccio sono il Gran Vernel, 3205 m; il Piccolo Vernèl 3098 m; Punta Penia, 3343 metri; Punta Rocca, 3309 metri; la Marmolada d’Ombretta, 3230 metri; Monte Serauta, 3069 metri; Piz Serauta, 3035 metri.

A sud abbiamo la difficile parete d’argento mentre a nord si trova il ghiacciaio della Marmolada, il più esteso delle Dolomiti, ai piedi di questo versante si trova il lago Fedaia.

La prima salita

Il primo a raggiungere Punta Penia, cima più alta del massiccio della Marmolada, è stato l’austriaco Paul Grohmann, pioniere dell’alpinismo dolomitico, insieme alle guide cortinesi Angelo Dimai e Fulgenzio Dimai il 28 settembre 1864. In realtà la prima salita della Marmolada, anche se a una delle vette più basse, risale al 1862 quando lo stesso Grohmann, insieme a Pellegrino Pellegrini, raggiunge Punta Rocca.

In entrambi i casi gli alpinisti sono passati dal versante nord, attraverso il ghiacciaio della Marmolada, seguendo linee dalla contenuta difficoltà. Entrambi gli itinerari, oggi  ripercorsi da molti di coloro che vogliono raggiungere la vetta della Marmolada presentano difficoltà poco più alte di quelle escursionistiche, ma ricordiamo che si tratta sempre di un ambiente di alta montagna e di un percorso su ghiacciaio, dove è necessario conoscere le basilari tecniche di progressione in cordata.

Vie alpinistiche

La più battuta via di salita alla Marmolada è quella seguita dai primi salitori che passa per il ghiacciaio sul versante nord. I più interessanti e difficili itinerari si trovano invece sulla parete sud. Un verticale muro calcareo che  raggiunge altezze comprese tre i 600 e i 1000 metri. Chiamata anche “la parete d’argento” è stata salita per la prima volta nel 1901 dalle guide Michele Bettega e Bortolo Zagonel, con l’inglese Beatrice Tomasson. La cordata disegna un itinerario estremo per il tempo, toccava la massima difficoltà su roccia. Inutile precisare che oggi rappresenta una grande classica del massiccio.

Nel corso degli anni sono state aperte altre vie sulla montagna (qui una selezione delle più importanti)

  • 1929 – Luigi Micheluzzi apre una nuova via lungo il Pilastro Sud. Uno dei primi itinerari di sesto grado.
  • 1936 – Gino Soldà e Umberto Conforto aprono un nuovo itinerario sulla parete sud-ovest che raggiunge Punta Penia. Oggi è uno dei percorso più battuti.
  • 1936 – Gian Battista Vinatzer ed Ettore Castiglioni aprono una via logica, tra le più ripetute sulla parete sud che raggiunge Punta Rocca.
  • 1964 – Armando Aste e Francesco Solina aprono la via Ideale sulla sud utilizzando chiodi a espansione.
  • 1965 – Armando Aste e Francesco Solina aprono la via Canna d’Organo lungo la parete sud che sale a punta Rocca.
  • 1969 – Reinhold Messner apre una via diretta lungo la parete sud fino a Punta Rocca. Itinerario spesso abbinato con la Vinatzer.
  • 1970 – A. Gogna, A. Dorigatti, A. Giambisi e B. Allemand aprono la Via del Cinquantenario FISI lungo la parete sud. La via raggiunge Punta Rocca.
  • 1978 – L. Rieser, R. Schiestl aprono Schwalbenschwanz alla Marmolada d’Ombretta.
  • 1979 – Heinz Mariacher e Reinhard Schiestl aprono Don Quixote alla Marmolada d’Ombretta.
  • 1979 – Graziano Maffei, Paolo Leoni e Mariano Frizzera aprono la via Karol Wojityla sul Pilastro Lindo di Punta Penia.
  • 1981 – Igor Koller e Jindrich Sustr aprono la mitica via Attraverso il Pesce (Weg durch den Fisch) lungo la parete sud che raggiunge la Marmolada d’Ombretta. Impiegano dal 2 al 4 agosto per realizzare la salita.
  • 1982 – Heinz Mariacher e Luisa Iovane aprono Tempi Moderni a Punta Rocca, il tracciato si sviluppa lungo la parete sud.
  • 1983 – Graziano Maffei e Paolo Leoni aprono via Della Cattedrale, un piccolo monumento dell’arrampicata in Marmolada.

Guida alla Marmolada

Per chi fosse interessato a raggiungere la Marmolada, la prima cosa da fare è raggiungere il Passo Fedaia. Dal passo si inizia a camminare in direzione di Pian dei Fiacconi seguendo il sentiero numero 606 o 606bis (1 ora e 30 minuti). Dal Pian dei Fiacconi il percorso prosegue su ghiacciaio nella prima parte per poi proseguire con un tratto di semplice ferrata su roccia e concludersi sulla cresta nevosa di Punta Penia. Il rientro avviene per lo stesso itinerario. Pur non trattandosi di una salita con evidenti difficoltà oggettive ricordiamo che, dal Pian dei Fiacconi a salire, si tratta di un percorso di stampo alpinistico dove sono richieste conoscenze riguardo la progressione in cordata, buon passo e allenamento. L’intero itinerario si sviluppa in un contesto di alta montagna. Chi non se la sentisse di affrontare in autonomia la salita può rivolgersi alle guide locali.

Curiosità

Durante la prima guerra mondiale la Marmolada segnava il confine tra Italia e Austria, il massiccio è quindi stato interessato dal fronte italo-austriaco. Sui due versanti, est e nord, sono ancora visibili i segni degli scontri e le postazioni militari. Sul versante austriaco in particolare sono stati scavati dei veri e propri tunnel nel ghiacciaio, la famosa “città di ghiaccio” oggi scomparsa a causa dei movimenti del ghiacciaio. Di questo momento storico ci rimangono foto straordinarie, nella brutalità del conflitto, che mostrano i soldati in questi enormi antri attrezzati con passerelle e postazioni dove bivaccare la notte.

La Marmolada nei libri

  • Marmolada: regina delle Dolomiti, Luigi Casanova, Trento, 2004
  • La città di ghiaccio: guida agli itinerari e al Museo della guerra 1915-18 in Marmolada, Mario Bartoli, Mario Fornaro e Gianrodolfo Rotasso, Valentina Trentini Editore, 2009
  • La città di ghiaccio – La Grande Guerra nelle viscere della montagna, Andrea De Bernardin e Michael Wachtler, Athesia, 2009
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