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Una buona notizia per l’orso, anche nel Lazio nasce l’Area Contigua del PNALM

Dalla Regione Lazio, governata da Nicola Zingaretti, arriva una buona notizia per l’orso marsicano, per il camoscio, per il lupo, e per tutta la natura del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. 

Un comunicato di Roberta Lombardi, esponente del Movimento 5 Stelle e da poco Assessore alla Transizione Ecologica e Digitale della Regione Lazio, annuncia l’istituzione, anche sul versante della Valle di Comino e della Ciociaria, dell’Area Contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Il nuovo regime di tutela riguarda un territorio di 14.100 ettari, in Provincia di Frosinone. Si tratta di un’area che svolge un ruolo fondamentale per la conservazione delle specie e degli habitat che ospita, un patrimonio di biodiversità unico a livello nazionale e internazionale” commenta l’Assessore Lombardi, ricordando che “il patrimonio naturalistico della nostra regione, con le sue 100 aree protette per complessivi 249.000 ettari, e il 14,4% del territorio regionale protetto, è un bene prezioso”. 

È un importante traguardo per l’ambiente, atteso da molti anni e frutto di un impegnativo percorso di confronto che la Regione ha voluto intraprendere anche con gli Enti Locali interessati, per definire una perimetrazione il più condivisa possibile” conclude Roberta Lombardi. Nelle prossime settimane, la Regione Lazio avvierà un confronto con le amministrazioni comunali di Alvito, Campoli Appennino, San Donato Valle di Comino, Picinisco, San Biagio Saracinisco e Settefrati, interessate dal provvedimento. 

Ricordiamo che le Aree Contigue, previste dalla legge-quadro sulle aree protette (la n. 394 del 1991, poi modificata) vengono individuate insieme agli Enti Parco. Quella del PNALM, che ricalca in grana parte la storica Zona di Protezione Esterna del Parco, è stata approvata dalla Regione Molise nel 2008, e dalla Regione Abruzzo nel 2018. Nelle Aree Contigue i vincoli sono molto meno stringenti che nei Parchi nazionali, ma tutte le attività vengono regolate d’intesa con gli Enti Parco. La caccia, che ha un serio impatto sulla fauna protetta, non è completamente vietata, ma viene riservata ai residenti. I rimborsi dei danni causati da lupi e orsi sono pagati dagli Enti Parco, con tempi molto più brevi. 

Il Parco nazionale d’Abruzzo, nato nell’autunno del 1922, ha preso il nome attuale solo nel 2002, ma è stato allargato sul versante del Lazio poco dopo la sua istituzione. Molte zone di grande importanza, dal canyon del Lacerno alla Valle Inguagnera, e dalla Valle Fischia fino ai pendii intorno al valico di Forca d’Acero, sono però rimaste senza tutela. Nel corso degli anni, in tutto il versante laziale, si sono verificati numerosi episodi di bracconaggio, e altri interventi dannosi per l’ambiente. Nemmeno una delibera del Consiglio di Stato, alla fine del 2018, era finora riuscita a imporre alla Regione Lazio l’istituzione dell’Area Contigua. Non a caso, la prima associazione ambientalista a congratularsi con Roberta Lombardi è stata Salviamo l’Orso, che aveva duramente criticato le scelte degli ultimi anni. Ce l’abbiamo fatta finalmente! Con l’accordo tra i Sindaci, il PNALM, e la Regione si conclude positivamente una vicenda che si trascinava da 25 anni. Non ci sono vincoli aggiuntivi per i Comuni che hanno ottenuto l’esclusione dei centri abitati, si riordina l’esercizio venatorio nell’area” scrive Salviamo l’Orso in un comunicato. 

Ora inizia il confronto tra la Regione e i Comuni, che ci auguriamo rapido. Non amiamo la caccia, soprattutto al margine delle aree protette. Ma già nel prossimo autunno, quando le doppiette riprenderanno a sparare nel Lazio, l’orso dovrebbe essere un po’ più protetto.

Quattro sentieri nel versante laziale del Parco

Nel canyon del Lacerno

(da 120 a 200 metri di dislivello, da 1.30 a 2.30 ore a/r, E fino al canyon, EE all’interno)

La forra del Lacerno è tra le più spettacolari dell’Appennino, al suo interno è difficile non bagnarsi. Da Campoli Appennino si sale verso Pescosolido, si continua per una strada che inizia accanto a una croce e si posteggia al primo tornante (730 m), accanto ai resti di un belvedere. Un sentierino scende al torrente, che si costeggia sul greto e poi nel bosco fino all’ingresso della forra (640 m, 0.45 ore). Dei guadi, impossibili dopo forti piogge o al disgelo, portano a una seconda e a una terza forra (720 m, 0.30 ore). Al ritorno occorre lo stesso tempo. 

Dal Vallone del Rio al Valico di Schiena d’Asino e al Monte Serrone

(1100 metri di dislivello, 5.45 ore a/r, E) 

Il solitario Vallone di Capo d’Acqua viene spesso risalito verso il rifugio di Jorio. Un itinerario più lungo conduce ai 1974 metri del Monte Serrone. Da Sora o dai centri vicini si segue la statale di Forca d’Acero fino all’imbocco del Vallone del Rio (915 m). Una strada sterrata (segnavia Q2), porta al rifugio di Capo d’Acqua (1218 m) e poi a uno slargo (1484 m, 1.30 ore). Si lascia a destra il sentiero per il rifugio di Jorio e si risale la Valle Carbonara fino al Valico di Schiena d’Asino (1709 m, 0.45 ore). Si va a sinistra a saliscendi, si sale per un ghiaione e si continua sulla cresta fino alla panoramica vetta (1974 m, 1 ora). In discesa occorrono 2.30 ore.  

Dalla Cantoniera della Castelluccia alla Serra Traversa

(500 metri di dislivello, 2.30 ore a/r, E)

Un ripido ma breve itinerario, verso una piccola cima che offre un bel panorama. Si parte dalla ex-Cantoniera della Castelluccia (1366 m), a valle di Forca d’Acero. Il sentiero (segnavia R5) sale in diagonale a sinistra, sui pascoli e poi in una bella faggeta. Da una sella (1734 m, 1 ora), un sentierino traversa un ripido pendio e porta a una cresta che si risale verso destra fino alla vetta (1865 m, 0.30 ore), affacciata su Pescasseroli e i suoi boschi. Scendendo direttamente si torna alla sella 1734 e al punto di partenza (1 ora).  

Da Settefrati alla Valle Fischia e alla Serra delle Gravare

(1020 m di dislivello, 5.15 ore a/r, E)

Il rifugio della Val Fischia, utilizzato in passato dal CAI Frosinone, è meta di una breve passeggiata. Una salita più faticosa porta al Fondillo di Settefrati e allo spartiacque tra Lazio e Abruzzo. In autunno la zona è percorsa dai cacciatori. Da Settefrati si segue la strada per la Madonna di Canneto. Dal primo tornante (892 m,) si imbocca a piedi una strada sterrata (segnavia O8) che conduce al rifugio della Valle Fischia (1148 m, 1.15 ore). Si riparte (segnavia F5) sulla carrareccia e poi sul sentiero che sale tra i faggi della Macchia Marina fino alla conca del Fondillo di Settefrati (1665 m, 1.30 ore). Tra pascoli e rocce si raggiungono il Valico (1874 m) e, a sinistra, la Serra delle Gravare (1960 m, 0.45 ore). La discesa richiede 1.30 ore fino al rifugio e 1 ora da qui alla strada.

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