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Orobie: scivola sul giaccio e cade per 200 metri, muore escursionista

Ha perso la vita questa mattina un escursionista scivolando su una lastra di ghiaccio in una zona impervia nel comune di Oneta, ai piedi del monte Alben, nelle Orobie bergamasche. A causare la morte i traumi riportati a seguito della caduta di circa 200 metri.

A lanciare l’allarme attorno alle 8.30 l’amico che era con l’uomo. Sul posto il Soccorso alpino della VI Delegazione Orobica, l’elisoccorso di Bergamo e il nucleo Saf dei vigili del fuoco di Bergamo. Per l’escursionista non c’è però stato nulla da fare. La salma è stata recuperata dall’elicottero e trasportata a Clusone.

In questi giorni si raccomanda particolare prudenza in montagna, anche sui sentieri più facili, a causa della possibile presenza di ghiaccio. Dopo le giornate calde di inizio settimana, con il conseguente scioglimento della neve ancora presente, le temperature sono tornate a scendere soprattutto di notte portando alla formazione di lastre di ghiaccio. Si invita quindi a prestare molta attenzione e a procedere con cautela su tutti i terreni e pendenze. 

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7 Commenti

  1. Dalle notizie riportate dall’eco di bergamo di oggi, si evince che l’escursionista da voi citato fosse in verita’ un esperto e conosciuto alpinista di lungo corso accompagnato in quel tragico frangente da un diciottenne che ha lanciato l’allarme soccorsi mentre discendevano un canale. Cosa sia andato storto al momento non si sa ma una cosa e’ certa: non sono solo gli”sprovveduti” a rimetterci le penne!! Non so se sia il caso in questione, ma vedo troppa gente “esperta” sottovalutare alcuni aspetti di sicurezza ritenuti per “principianti” che poi portano a tragedie simili, ma forse mi sbaglio……….

    1. Danilo ti invito ad osservare con attenzione qua e là una cosa.
      Il termine esperto è molto usato da tutti quelli che non ci capiscono niente…. adesso vanno di moda i ramponi calzati.
      Se noti, quelli che sanno andare in montagna bene non usano mai il termine esperto 🙂

      Comunque mi spiace per questo signore e tutti i suoi.

  2. Io conoscevo Gio…… Se era un esperto….?!
    Esperto e colui che fa delle “esperienze” , e Gio di esperienze a 56 anni, assieme alla sua compagna di vita e di arrampicata, ne haveva fatte tantissime.
    Dalle pareti del Bianco alle classiche in dolomiti, dai ghiacciai del Rosa e del cervino a quelli del Bernina, dell Adamello, dalle falesie di mezza Italia alle creste Orobiche e chi più ne ha più ne metta!
    Sapete…., questa roba qui si chiama Passione! E la passione genera sempre nuovi sogni, l’ ultimo e stato il canale Albi
    Non più difficile ne più estremo di tanti altri già fatti da lui.
    Era una persona generosa, solare socievole e amante della vita.
    E se ha fatto l’ errore di scivolare, dopo aver coronato il suo ultimo sogno, non credo si meriti le critiche e le malevolenze di nessuno!
    A meno che sognare sia una colpa….
    Ciao Gio ….

    1. quello che scrive Danilo e’ giusto, il rischio per chi frequenta la montagna ad alti livelli e’ quello di sottovalutare certe situazioni quando si percorrono terreni conosciuti o facili. Tutto quello che in estate e’ banale in inverno con la neve e il ghiaccio puo’ essere pericoloso

  3. In tutti gli studi scientifici su valanghe , conduzione degli sci su piste battute , attrito ,baricentro in arrampicate o semplici escursioni ..i vari modelli interpretativi scientifici forniscono formule,calcoli, schemi..deterministici ma essendo modelli sempre in qualche modo semplificati, non fanno mai entrare la probabilita’.
    Si tende a fare pari a zero il rischio imponderabile,la catastrofe improvvisa e’ stata faccenda di studio in “Teoria delle catastrofi”, diThom. applicata in economia, cedimenti strutturali, terremoti . Vedo se trovo ricerche web sulla scivolata , cosi’ frequente per i poveri umani.
    https://www.suva.ch/it-ch/la-suva/news-e-media/media/2017/01/04/scivolare-e-pericoloso-cadere-e-doloroso
    https://www.aosp.bo.it/servinfer/materiali/Suggerimenti_pratica_clinica_cadute.pdf
    Anche ad un esperto ed attrezzato puo’capitare l’incontro col Cigno Nero. Di sicuro una eventuale assicurazione andrebbe a cercare dettagli per scaricare colpe ..ad esempio ramponi non affilati, gomma suole non grippante, previsioni meteo nel giorno ora e minuto dell’incidente, umidita’ dell’aria, esposizione del pendio a raggi solari o colate di acqua di fusione sovrastante..pur di non ammettere il CASO. C’entra molto anche nell’ influire se e come e dove si nascee come si prosegue.Non e’vero che ciascuno e’sempre arbitro della sua fortuna o sorte.

    1. Albert, dato che in montagna si va solo di propria volontà, penso che qualsiasi accadimento sia da imputare a coloro, singoli o gruppi, che han voluto andarci, non ad altri o altro.

      E chi soccorre fa un atto di generosità, non ha nessun dovere…..mi piace di più dire un dovere di generosità.

      Ma bisogna cercare di capire gli accadimenti per evitare quelli molto negativi.
      Purtroppo si deve continuare a imparare e non si è mai esperti in nulla in montagna.

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