Wellhorn, nuova via per Schüpbach, Della Bordella e Glatthard
È come se fosse un ritorno alle origini per Matteo Della Bordella, che negli ultimi tempi si è dedicato al calcare svizzero del Wellhorn, bella e caratteristica cima dell’Oberland Bernese su cui già nel 2013 il presidente dei Ragni avevano iniziato ad aprire una via. Sei tiri disegnati insieme all’amico e già compagno di cordata Silvan Schüpbach che in luglio, forse grazie anche all’impossibilità di intraprendere grandi spedizioni extraeuropee, torna alla ricerca di questa linea con l’altro svizzero Yannick Glatthard. I due la completano poi, sul finire di agosto, sentono Della Bordella per liberarla.
Per tre giorni Schupbach e Della Bordella si muovono sui delicati passaggi della via. Quello che li ingaggia maggiormente è il settimo tiro, un 8b verticale e dalle prese minute e svasate con riposi minimi e spit distanti. “Tentativo dopo tentativo, le sensazioni iniziano a migliorare, la testa si sblocca e finalmente riesco a godermi il flusso dei movimenti senza pensare a nient’altro, se non a spingere al massimo sul gas” racconto Matteo attraverso i suoi canali social. “A metà del terzo giorno di tentativi, con la vista annebbiata dalla ghisa e gli avambracci gonfi come cornamuse scozzesi, mi ritrovo in maniera del tutto inaspettata in catena al tiro dopo averlo salito in libera!”. Poco dopo anche Silvan chiude il tiro, quindi rientrano alla base della parete per dedicarsi ai primi sei tiri più facili. Il giorno dopo sarebbe salito, per tentare anche lui la libera, Yannick ma il suo tentativo è quasi finito in tragedia a causa di una brutta caduta nel passaggio chiave senza il casco. Una “scivolata” innocua se l’alpinista avesse indossato la protezione. Alla fine ne è uscito quasi illeso, imparando una lezione. Una lezione, commenta Della Bordella rientrato a casa il giorno prima dell’incidente, “talmente ovvia, che mi vergogno quasi a scriverla, perché non andrebbe mai dimenticata. Visto che stiamo parlando di arrampicata in montagna e non di arrampicata sportiva, mettete sempre il casco”.
Nasce così Ying Yang, itinerario di 450 metri, con difficoltà massime i 8b e 7c obbligato.