Pareti

Patagonia: Pilar Rojo per Focchi, Lamantia e Grasso. Un’avventura a cavallo tra vecchio e nuovo anno

Quando una vacanza si trasforma nell’occasione di fare qualcosa in più. Michele Focchi, ricercatore dell’Istituito Italiano di Tecnologia e candidato al Piolet d’Or 2018 per la via Amman in Kashmir aperta in Pakistan insieme a Marcello Sanguineti e Gian Luca Cavalli nel corso della spedizione Trans Limes 2017, ci invia il racconto fotografico della sua ultima esperienza patagonica vissuta insieme a Tommaso Lamantia e Mirco Grasso.

“Inizialmente avevamo pensato fare base al bivacco Nipo Nino per scalare due vie: una su El Mocho e una all’Aguja Medialuna. Alla fine, capito che la finestra di bel tempo sarebbe stata più lunga di quanto avevamo immaginato, ci siamo allora detti che sarebbe valso la pena tentare una vera ‘cumbre’”.

Dopo tre settimane di brutto tempo i tre si sono diretti alla base della parete est dell’Aguja Mermoz per valutare le condizioni del Pilar Rojo (450 m, 7a+), via aperta nel 1999 dai tedeschi Kurt Albert e Bernd Arnold. “La neve era caduta abbondante, sotto la parete si affondava fino al ginocchio, ma la via sembrava pulita”. Il gruppo decide così di bivaccare la notte per poi attaccare la mattina seguente. “Il Pilar Rojo è un sistema di fessure che porta fin sulla vetta dell’Aguja Mermoz. Alcuni dei tiri sono dei veri e propri capolavori della natura” ci racconta Focchi. “Fin da subito ci ha richiesto grande impegno: mentre il primo scalava e ripuliva le fessure, che si sono rivelate pene di ghiaccio, i secondi cercavano di schivare ogni singolo blocco che veniva giù.

Una lunga, ma divertente salita che porta il gruppo in vetta con gli ultimi raggi del 2019. “Giusto in tempo per salutare l’anno vecchio e dare in benvenuto a quello nuovo”, prima di iniziare la lunga serie di doppie che li ha riportati in poche ore alla base della parete. “Ventisei ore dopo la partenza eravamo di ritorno alla nostra piccola tenda. Abbiamo iniziato alla grande il 2020, con l’avventura che cercavamo”.

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