Parchi

Gran Paradiso, dal Pakistan in visita per conoscere le strategie di gestione delle aree protette

Dopo aver visitato il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, un gruppo di funzionari pakistani provenienti dall’area del Gilgit-Baltistan, regione nord orientale del Pakistan che include tutti gli Ottomila della nazione, si sono spostati sulle Alpi per far visita prima al Parco Nazionale del Gran Paradiso e poi al Parco Nazional Svizzero.

Durante la visita al primo Parco Nazionale italiano i responsabili dell’area protetta e i referenti pakistani hanno avuto occasione di dialogare attorno ai temi della salvaguardia della natura, della tutela ambientale. Si è parlato di cambiamento climatico, problema che ha un suo impatto sia sulle nostre Alpi che sui loro territori d’altissima quota. Altri temi importanti sono stati quelli legati alla sorveglianza del parco, alla ricerca scientifica, all’organizzazione amministrativa e funzionale.

Alla base di questo momento di scambio tra Italia e Pakistan c’è l’interesse allo sviluppo del Central Karakorum National Park, parco nazionale che affonda le sue radici al 1933. Un’area protetta unica al mondo che include alcuni dei più grandi ghiacciai del pianete come quello del Baltoro, del Siachen e dell’Hispar-Biafo. Un territorio fragile, delicato e imponente diviso tra Hindu Kush, Karakorum e Himalaya.

La visita in Italia, servita alla delegazione pakistana per meglio comprendere quelle che sono le dinamiche organizzative nella gestione di un’area protetta, è stata organizzata dall’ufficio pakistano dell’UNDP (United Nations Development Programme) ed è stata finanziata dalla Cooperazione Internazionale del Governo Italiano attraverso l’associazione EvK2CNR.

“Da quello che è emerso dall’incontro – ci spiega Bruno Bassano, direttore scientifico del Parco Nazionale del Gran Paradiso – loro vorrebbero mantenere dei contatti, una sinergia, con alcune aree protette in modo da scambiarsi opinioni e idee, anche sul lungo periodo”. Un modo per meglio comprendere quelle che possono essere le modalità di gestione utilizzate sulle Alpi che potrebbero apportare benefici anche ai parchi pakistani. “Uno degli argomenti di maggior interesse è sicuramente stato quello legato al monitoraggio della biodiversità”, un tema importante che si lega al cambiamento climatico. Il monitoraggio della biodiversità mira infatti ad analizzare l’importanza dei parametri micro-climatici e ambientali nella distribuzione dei diversi gruppi di animali, oltre a individuare alcuni animali potenzialmente vulnerabili a un cambiamento dei parametri ambientali. “Un tema sentito qui come in Pakistan” dove la biodiversità naturale del Karakorum, ma non solo, rappresenta un unicum per la nazione. “Qualche accenno è stato anche fatto riguardo al tema dei grandi carnivori, erano curiosi di sapere la nostra condizione. Loro sono però calati in una realtà naturale dove la presenza di predatori è molto più massiccia”.

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