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E i lupi vedono il sereno

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ROMA — Il rischio di estinzione del lupo in Italia è solo un ricordo. Il lupo ha pagato il suo debito per le tante "cattiverie" compiute nelle fiabe ed è tornato a scuotere la sensibilità della gente. Dagli anni ’70 ad oggi i tanti progetti nati per la salvaguardia della specie hanno portato il numero degli esemplari da poche decine a trecento, annullando il pericolo di estinzione. 

 
Negli anni Settanta per contare i lupi rimasti in Italia bastavano le dita di poche mani. Lentamente si era ristretta anche l’area geografica della loro presenza, facendo registrare sporadiche apparizioni soltanto sui territori di Abruzzo e Calabria. L’uomo decimava il lupo con il bracconaggio e con cibo avvelenato.
 
Oggi, gli "anni Settanta dei lupi" sembrano lontani anni luce. Da allora c’è stata un’inversione di tendenza che ha portato ad una progressiva crescita degli esemplari. Le ragioni sono moltepilci: vanno considerate le mutate politche di gestione del territorio, l’aumentata sensibilità in molte persone, le leggi a favore della tutela del lupo.
 
Va considerato il lavoro svolto dal centro gestito dal corpo forestale dello Stato a Popoli, in Abruzzo, che dagli anni ottanta propone una serie di progetti per la salvaguardia della specie. E va considerato anche che forse, oggi, il lupo non ci fa più così paura, come nelle fiabe.
 
Marco Chiodi 

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