Alta quota

K2 invernale, tutti i pretendenti alla grande sfida

Non è nemmeno iniziata la stagione autunnale, che tutta l’attenzione è già rivolta all’inverno.

Lo sguardo è ovviamente al K2, l’ultimo 8000 inviolato nella stagione fredda, che come una luce nella notte sta attirando ogni anno sempre più falene. Alcuni nomi sono dei ritorni, altri delle novità e c’è anche chi rinuncia a questo giro di giostra.

Grande assente sarà Alex Txikon, che ha scritto un lungo post in cui ha annunciato che quest’anno lascerà ad altri la possibilità di tentare la sfida. Le motivazioni non sono legate a una strategia alpinistica, ma sembra piuttosto che il basco stia ancora smaltendo l’esperienza dello scorso inverno di convivenza, rivelatasi un vero disastro, con la spedizione russa. “Vedendo la grande aspettativa generata dai molti che vogliono tentare il K2, abbiamo deciso, con grande rammarico, di non tornarci quest’anno, nonostante abbiamo gran parte della nostra squadra in Pakistan. Dopo 8 stagioni di spedizioni invernali, sentiamo che questo non è il nostro momento, quindi prendiamo il biglietto e passiamo all’ultimo posto della fila” scrive Alex.

Tra gli assenti c’è anche la compagine polacca, impegnata da due anni a cercare una quadra sulla composizione del team. Saranno al Lhotse questo autunno a testare le capacità dei vari alpinisti nell’aria fredda e sottile degli 8000 metri. Per il K2 si dovrà attendere l’inverno 2020/21.

A giocare il ruolo di re nella scacchiera è certamente Denis Urubko, che ha annunciato i suoi progetti invernali. Di sicuro ci sarà il Broad Peak, da scalare con Don Bowie. La montagna dirimpettaia del K2 è già stata salita dai polacchi Maciej Berbeka, Adam Bielecki, Tomasz Kowalski, Artur Małek, che arrivarono in cima il 5 marzo 2013. Secondo Urubko, come abbiamo imparato, l’inverno in Himalaya e Karakorum finisce il 28 febbraio, seguendo le date metereologiche e non astronomiche. Per Denis sarebbe dunque una prima. Non è però finita qui: Urubko ha anche accennato alla possibilità di utilizzare il Broad Peak come acclimatamento per salire sul K2.

A sorpresa, sullo Sperone degli Abruzzi ci sarà anche Mingma G. Sherpa, accompagnato dall’islandese John Snorri e dal cinese Gao Li. I tre, che hanno già arrampicato insieme durante alcune spedizioni commerciali dell’agenzia di Mingma, saranno questo autunno al Manaslu a cementificare l’unione della cordata, per poi trasferirsi in Pakistan. L’obiettivo è, se il budget lo permetterà, di aggiungere un paio di sherpa di supporto e un portatore d’alta quota pakistano.

Nell’elenco dei pretendenti c’è anche Nirmal Purja, impegnato in questo momento nel suo progetto di completare tutti i 14 Ottomila in sette mesi. Il nepalese ha dichiarato di voler tentare in inverno il K2 senza ossigeno supplementare, una sfida che sembra essere difficile da affrontare quest’anno: non mettiamo in dubbio le sue doti atletiche, ma potrebbe essere complesso trovare i soldi e organizzare la logistica di una invernale in così breve tempo. Staremo a vedere, Nirmal è pieno di risorse e ha sempre saputo sorprenderci.

In ultimo, citiamo gli outsider: la cordata franco-nepalese di Vincent Saura, Vadim Druelle, Jonathan Bordes, Tim Serra e il nepalese Mingma David Sherpa. In realtà dall’annuncio del progetto e relativa apertura della raccolta fondi (non andata bene) non si hanno più notizie in merito. Pare si siano mossi negli ultimi mesi prendendo contatti, ma null’altro. Anche in questo caso, rimaniamo in attesa.

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2 Commenti

  1. Ti riferisci a Simone Moro? Aveva detto che non avrebbe mai scalato il K2 perché la moglie aveva sognato che sarebbe morto su questa montagna…non so se ha cambiato idea…

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