Alpinismo

Nirmal Purja a sorpresa al campo base del Nanga Parbat

Sono trascorse poco più di 2 settimane da quando Nirmal Purja, l’ex Ghurka impegnato nella salita dei 14 Ottomila del Pianeta in soli 7 mesi, annunciava di essere costretto a rimandare di almeno 4 settimane l’inizio della seconda fase del progetto, a causa della carenza di fondi. Un periodo di pausa forzata che aveva preannunciato di voler utilizzare per passare del tempo con i suoi genitori e rilasciare qualche intervista.

Ma a sorpresa Nirmal non risulta essere in famiglia in Nepal. Sergi Mingote si è lasciato sfuggire, in un gioioso post sul suo profilo Facebook, che il campo base del Nanga Parbat ospitasse negli scorsi giorni i membri di 4 spedizioni, davvero una manciata di alpinisti.

Che meraviglia dopo la baraonda dell’Everest!”. Il primo gruppo che viene menzionato nella lista delle presenze è proprio quello di “Nirmal e i suoi sherpa”. A seguire Mingote cita Ali Sadpara in compagnia di Stefi Troguet, “che proverà il suo primo Ottomila”, e il team russo-italiano composto da Cala Cimenti, Anton PugovkinVitaly Lazo e Vladimir Monogarov.

Un elenco chiaro delle spedizioni già presenti a campo base, in cui mancano all’appello soltanto Tiphaine Duperier e Boris Langenstein, che dopo aver strappato per un soffio lo scorso anno la prima discesa del Laila Peak a Cala Cimenti, involontariamente condividono anche questa estate il suo medesimo sogno: sciare il Nanga Parbat. La coppia è arrivata al campo base del Nanga già pienamente acclimatata dopo aver realizzato, a inizio giugno, quella che potrebbe ritenersi la prima discesa con gli sci lungo le pendici dello Spantik (7.027 m).

Ora comprendiamo anche perché Nirmal abbia espresso, nelle recenti interviste rilasciate a blog e giornali, grande fiducia nella possibilità di rispettare le scadenze del suo progetto, completando entro fine luglio la salita di K2, Nanga Parbat, Broad Peak, G1 e G2.

Ha davanti a sé 4 settimane per aggiungere al suo palmares 5 vette, un lasso di tempo che potrebbe sembrare estremamente ridotto ma che sembra più che sufficiente, memori del record di 6 vette in 6 settimane – Kanchenjunga, Dhaulagiri, Annapurna, Everest, Lhotse e Makalu, le ultime 3 realizzate in 3 giorni – che ha caratterizzato la prima fase del progetto in Nepal.

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