Alpinismo

Richards-Mena e Gottler rinunciano all’Everest e chiudono le spedizioni

Spedizioni concluse sull’Everest sia per David Goettler che per la coppia Cory Richards-Esteban Mena.

Il primo, intenzionato a salire senza ossigeno supplementare dal versante nepalese, si è trovato costretto a un dietrofront a 8.650 metri di quota, praticamente a 200 metri dalla vetta, a causa delle interminabili code, in stile supermercato, che hanno caratterizzato la montagna più alta del Pianeta nelle ultime settimane. File interminabili di alpinisti le cui immagini, soprattutto lo scatto di Nirmal Purja, hanno fatto il giro del mondo ma che Goettler ha deciso di non immortalare, ricevendo in risposta qualche commento di disappunto da parte di coloro che avrebbero gradito anche la sua testimonianza visiva del problema.

Le code sono state solo un pezzo del puzzle”, risponde alle critiche David, chiarendo che a remare contro la sua ascesa in vetta sono stati “altri pezzi”, quali il meteo, con vento forte e freddo intenso e la pressione d’ossigeno bassa a simili quote che, se affrontate senza ossigeno supplementare, non lasciano certo il tempo di aspettare il proprio turno di salita.

Non fraintendetemi” – aggiunge – “sono d’accordo che ci sia un problema. L’Everest è assediato da molta più gente di quella che può accogliere”. Una problematica che andrebbe affrontata con calma e raziocinio, senza infervorarsi d’improvviso in questi giorni, di fronte alle immagini di file di umani che sembrano formiche verso la vetta.

Nessuna folla invece alla base della scelta di rinunciare all’apertura di una nuova via sulla Nord dell’Everest per Richards e Mena. Un progetto in cantiere da tre anni che ha trovato quest’anno un grande avversario nel maltempo.

Un anno di lavoro volge al termine. C’è una finestra di bel tempo marginale alle porte ma non è abbastanza da garantire un tentativo sulla nostra nuova via”.

Il meteo non ha giocato affatto a favore dei due alpinisti, speranzosi fino a pochi giorni fa di poter fare un ultimo tentativo in parete. La discesa è iniziata il 26 maggio già col pensiero rivolto all’anno venturo.

Torneremo la prossima stagione per riprovarci” – dichiara con convinzione Cory Richards. Un proposito per il 2020 cui fa eco il messaggio di Mena, che definisce la rinuncia “dolorosa da accettare”, aggiungendo però che “il cammino che ci condurrà al completamento di quella visione che abbiamo avuto nel 2016 continuerà per altri 12 mesi”.

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