Alpinismo

Steck in vetta al Makalu dalla normale

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KATHMANDU, Nepal – In vetta al Makalu dalla via normale. Alla fine Ueli Steck ha raggiunto giovedì scorso la cima del colosso nepalese, non salendo dal pilastro ovest in solitaria, come avrebbe voluto, ma dalla via “classica”. Un altro ottomila, il secondo in carriera per lui dopo il GII di questa estate, anche se la grande sfida rimane incompiuta, e resta da vedere se lo svizzero vorrà provarci ancora.

Venerdì scorso le ultime notizie che trapelavano dal web volevano Ueli Steck in cammino da un paio di giorni verso campo 2. Non si sapeva se si trattasse di un vero e proprio tentativo di vetta, anche perché l’alpinista svizzero nel suo ultimo scritto si diceva incerto sulla via da seguire per arrivare in vetta. Ieri pomeriggio però, sul suo sito è comparsa la notizia della cima.

Steck è partito giovedì mattina alle 3 da campo 3, a quota 7.350 metri, puntando alla vetta. Insieme a lui c’era il fotografo Robert Bösch, che però intorno ai 7.900 metri è tornato indietro. Così il fuoriclasse svizzero ha proseguito da solo toccando gli 8.463 metri della vetta del Makalu alle 3 del pomeriggio. Poi è ridisceso a campo 3, e il giorno dopo, 25 settembre era di nuovo al base.

Così Steck ha portato a casa il suo secondo ottomila in curriculum, dopo quella del GII conquistata la scorsa estate. Un bel risultato certamente, soprattutto visto la tanta neve che si trova attualmente sulla montagna, anche se non quello ambizioso ambito inizialmente.

L’alpinista infatti, si era proposto come traguardo una straordinaria salita in stile alpino e in solitaria del famigerato pilastro ovest. Un’impresa che se fosse riuscita sarebbe senza dubbio entrata nella storia. Qualche giorno fa Steck sembrava convinto dell’impossibilità della scalata in queste condizioni, ma non escludeva un nuovo tentativo nei prossimi giorni.

Staremo ora a vedere se ci sarà effettivamente nei prossimi giorni un nuovo attacco al west pillar.

Valentina d’Angella

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