Cronaca

Tragedie sfiorate in montagna: “È necessario responsabilizzare i giovani”

In questo video, acquisito dalla Polizia di Stato e diffuso dal Centro Alpino di Polizia per la campagna di prevenzione incidenti in alta montagna, si notano padre e figlio praticare sci fuori pista in Trentino, sprovvisti di ARVA, airbag, sonda e  pala. Una volta che la slavina si è staccata sotto i loro piedi, li ha trascinati con sé lunga la sua discesa. Per loro fortuna sono rimasti con la testa in superficie e quindi hanno potuto respirare. Sono stati molto fortunati e sono rimasti illesi ma poteva andare molto peggio.

La slavina in diretta durante il fuoripista

La slavina in diretta durante il fuoripista http://bit.ly/2mLIvHf

Posted by ANSA.it on Thursday, March 9, 2017

Il filmato è stato proiettato durante l’incontro al liceo “Alberti” di Bormio, durante il quale sono stati visionati filmati di tragedie sfiorate per indurre alla riflessione. Il vicequestore di Bormio, Andrea Rossi, ha sottolineato: “in ogni stagione sanzioniamo comportamenti scorretti di sciatori che praticano il fuoripista privi di pala, sonda e arva. Sono strumenti salva-vita, equivalenti alla cintura di sicurezza sulla macchina. Dal divertimento alla tragedia il passo è breve. C’è chi, ad esempio, scende dai pendii a folle velocità, 80-100 chilometri all’ora”.

In questa sede Paolo Borgonovo, responsabile dell’ufficio Attività alpinistiche del Centro di addestramento alpino della polizia a Moena (Trento), ha spiegato che “Sulla neve tanti, sbagliando, ritengono di essere legittimati ad assumere comportamenti spericolati che possono mettere a repentaglio la propria e l’altrui vita, proprio come accade sulle strade. Si devono invece conoscere le regole che disciplinano questi comportamenti. Serve, innanzitutto, responsabilizzare i giovani, i più numerosi utenti delle piste da sci”.

Matteo Berna Rasca, dirigente delle Volanti di Sondrio, ha aggiunto: “Il trend degli incidenti in Valtellina e Valchiavenna è in linea con quello degli anni passati. Il numero più consistente degli infortuni è dovuto a collisioni di sciatori contro ostacoli e fra sciatori stessi derivanti, in gran parte, dalla sottovalutazione del pericolo, dall’imprudenza, dall’ eccessiva velocità, dalle condizioni delle piste e dalla sopravalutazione delle proprie capacità. L’invito, a tutti, è a una maggiore prudenza”.

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Un commento

  1. Premesso che condivido pienamente lo spirito dell’iniziativa e soprattutto l’utilizzo delle tecnologie e delle attrezzature citate nell’articolo, tuttavia mi sono sempre chiesto: avere, anche per obbligo come alcune leggi hanno imposto in passato, l’ARTVA, sonda e pala nello zaino a cosa servono se poi non li sai usare?
    Sicuramente l’ARTVA in caso di ricerca da parte del soccorso agevola il ritrovamento sempre che sia acceso, ma in caso di impossibilità a chiedere soccorsi, è inutile se i tuoi compagni non sanno fare la ricerca.
    D’altra parte, proprio per lo spirito di libertà che l’andare in montagna racchiude in se stessa, non è pensabile, nè auspicabile, obbligare la gente ad avere un brevetto che certifichi le conoscenze sopra esposte. Dunque, alla fine, ritengo che tutte le attività in montagna debbano essere sempre legate e condotte con il buonsenso.

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