Alpinismo

Alex Txikon torna sull’IceFall

È arrivato in elicottero al campo base sabato, ma l’Everest non lo ha propriamente accolto con tutti i fasti del caso, anzi ha voluto subito ricordare a Txikon, forse un poco ammorbidito dalle comodità di Kathmandu, dove fosse.  

“Fino ad ora è stata di gran lunga la peggiore notte al campo base”, ha scritto l’alpinista, a cui è toccata una nottata insonne a causa del forte vento che sferza il tetto del mondo, fino ai 5.250 metri del campo base.

La strategia iniziale era quella di far riattrezzare con scale e corde la IceFall agli sherpa, per risparmiare energie in vista dell’attacco alla vetta, ma Txikon, entusiasta ed un po’ testardo, non appena il vento è leggermente calato ha voluto iniziare subito a lavorare sulla cascata di ghiaccio, posizionando 3 scale e 200 metri di corde. Pare lo abbia fatto da sole, mentre la sua squadra ha preferito stare al base dato il vento, attendendo le condizioni migliori di oggi.

Probabilmente, oltre alla felicità di essere all’Everest, c’è anche una buona componente di preoccupazione da parte del basco; le tempistiche infatti non sono dalla sua parte: manca poco al 21 marzo, limite massimo per considerare la spedizione ancora un’invernale, ed ai piedi del tetto del mondo si iniziano a percepire i primi segnali dell’incombere della primavera. Alex scrive che rispetto a quando è sceso a Kathmandu, 10 giorni fa, ora i raggi del sole raggiungono il campo base un’ora prima, segno inequivocabile che il tempo stringe e bisogna fare presto affinché la via sia a posto per la prossima finestra favorevole, che al momento però non si intravede.

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