Alpinismo

Alpinista muore congelato sul Fitz Roy

immagine

EL CALAFATE, Argentina — Tragico incidente sulle pareti del Fitz Roy, una delle più celebri guglie della Patagonia. Un alpinista argentino, nei giorni scorsi, è morto per ipotermia dopo aver passato 24 ore bloccato in parete. Il caso, in Argentina, ha riaperto le polemiche sull’organizzazione del soccorso alpino locale.

Joaquin Prado, questo il nome della vittima, aveva soltanto 24 anni ed era un’aspirante guida alpina. Secondo quanto riferito dalla stampa locale, venerdì Prado stava scalando sul Fitz Roy insieme ad un amico quando pare abbia subito una slogatura. Purtroppo, nel frattempo è sopraggiunta anche una violenta bufera di neve.

Prado è rimasto bloccato in parete, mentre l’amico è riuscito a scendere per chiamare i soccorsi. Le operazioni di salvataggio sono iniziate già venerdì notte, ma le ore passate immobile, nel mezzo della gelida bufera, avevano ormai ridotto il giovane alpinista in fin di vita. Pare infatti che i soccorritori lo abbiano trovato incosciente, con una temperatura corporea di soli nove gradi.

I soccorritori lo hanno calato e per due ore hanno tentato di rianimarlo. E’ stato trasportato d’urgenza, con un’ambulanza attrezzata per la terapia intensiva, all’ospedale di El Calafate, ma ogni tentativo di salvarlo è stato vano: il giovane è spirato poco dopo l’arrivo nel nosocomio.

Ora, però, il caso è finito sotto inchiesta. Gli inquirenti stanno lavorando per chiarire la dinamica della morte e il corpo giovane verrà sottoposto ad autopsia. In Argentina, infatti, non si è ancora placato il polverone alzato dal caso di Federico Campanini, la guida argentina deceduta sull’Aconcagua in gennaio, per il quale i soccorritori sono stati accusato di negligenza e impreparazione.
 

Sara Sottocornola

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close