Alpinismo

Patagonia: dopo lo Hielo, un inferno di seracchi

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EL CHALTEN, Patagonia — "Una montagna completamente stravolta, inaccessibile e trasformata in un’isola decadente al centro di un groviglio di seracchi e crepacci". Fiato sospeso, in Patagonia, per la spedizione di Daniele Bernasconi, Hervè Barmasse e Giovanni Ongaro che, dopo la traversata dello Hielo Continental, si sono trovati di fronte ad uno scenario quasi ingestibile. I tre alpinisti, ora, si trovano laggiù con Gps scarico e viveri contati, di fronte ad un complicato cammino verso il Fiordo Falcon, dove Mario Conti sta cercando di raggiungerli via mare.

   
"I ragazzi hanno raggiunto ieri, 4 febbraio, il Riso Patron – racconta Alberto Pirovano, presidente dei Ragni di Lecco – trovando una situazione quantomeno sconcertante. Il versante salito da Ferrari, Lombardini e Spreafico nel 1988 non esiste più. Al posto del grande pendio ghiacciato si trova una seraccata invalicabile così come l’intero nucleo roccioso della montagna. Pare quasi un braccio di mare congelato in un momento di burrasca; impossibile avvicinarsi alle pareti".

La spedizione dei Ragni aveva già ricevuto diversi segnali che la traversata sarebbe stata imprevedibile. Durante il trasporto dei carichi al Passo del Viento, nelle scorse settimane, gli alpinisti avevano notato che il punto di entrata molto basso e che la radice del ghiacciaio Viedma, crepacciata e senza neve, risultava impossibile da attraversare con le slitte. Ma la sorpresa del Riso Patron circondato da seracchi invalicabili e completamente trasfigurato nelle pareti, è andata davvero oltre ogni immaginazione.

Barmasse, Bernasconi e Ongaro hanno cercato di avvicinarsi alla montagna, cercando qualcosa di scalabile, ma senza successo. Dopo una fitta serie di comunicazioni telefoniche con l’Italia, hanno deciso di completare la traversata e tentare di scendere sul Fiordo Falcon: impresa non facile, secondo quanto riferito da Pirovano, "vista la vegetazione intricata, i fiumi ed i ghiacciai che in quella zona si gettano direttamente nel mare". Per superare quest’ultimo insidioso tratto, i tre alpinisti hanno abbandonato i loro carichi e proseguito solo con gli zaini.

Una volta raggiunta la costa, gli alpinisti dovrebbero essere raggiunti da Mario Conti, che attualmente si trova in viaggio verso Puerto Eden dove si imbarcherà su un peschereccio con il quale tenterà di raggiungerli. L’incontro però, è tutt’altro che scontato. "I ragazzi non possono comunicare direttamente con Mario – racconta Pirovano -, sono senza Gps e bussole funzionanti e per muoversi hanno solo riferimenti visuali".

Per capire meglio la loro posizione, i Ragni hanno interpellato Carlos Comesana, apritore della Supercanaleta al Fitz Roy, maglione rosso dal 1996 e profondo conoscitore di quelle zone e di quei mari. "Con il suo aiuto sono stati individuate tre possibili zone costiere di accampamento – racconta Pirovano – ed è stata inviata una rotta di navigazione per il peschereccio il più possibile protetta dai pericolosi tempanos, blocchi di ghiaccio che si staccano dai ghiacciai, sono ancor più pericolosi degli iceberg in quanto la bassa salinità delle acque chiuse dei fiordi li fa viaggiare praticamente a filo d’acqua, rendendo la navigazione estremamente rischiosa".

Le sorti della spedizione, organizzata come l’anno scorso al Piergiorgio con il supporto della famiglia di Agostino Rocca, sono quindi ancora incerte. Tutto starà all’evoluzione delle prossime ore,  sia dal punto di vista alpinistico e logistico, sia dal punto di vista meteo, che in queste zone è sempre un’incognita.

Sara Sottocornola


In alto un immagine digitale della costa con indicato il possibile punto di imbarco.

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