Alpinismo

Aconcagua: un altro morto, è americano

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BUENOS AIRES, Argentina — Nuova tragedia sull’Aconcagua dopo quella che, circa una settimana fa, ha coinvolto una cordata italiana. Stavolta, protagonista del dramma è un alpinista americano di 51 anni, colpito a morte da una scarica di rocce a circa cinquemila metri di quota.

L’incidente è avvenuto venerdì, sulle pendici della montagna più alta del Sud America. Arthur D’Lisle, questo il nome della vittima, è stato trovato a terra, moribondo, da una pattuglia dell’esercito che si trovava lassù per un’esercitazione. L’uomo era cosciente e chiedeva aiuto, ma non riusciva a muoversi nè a gridare: era rimasto gravemente ferito, probabilmente da una scarica di rocce che lo aveva travolto in pieno.

La squadra ha avvertito subito le autorità e si è organizzata per il soccorso. Ma il ferito è spirato solo un’ora dopo, mentre veniva trasportato al campo base in barella. Il medico legale ha poi fatto sapere che a causare la morte sono state le gravi ferite alla testa e al torace, con il collasso di un polmone.  

D’Lisle, originario del Kansas, stava scalando da solo. E’ la quinta vittima della stagione estiva 2008-2009 sull’Aconcagua, che finora ha già visto morire un’alpinista italiana, Elena Senin, e la guida argentina Federico Campanini che accompagnava la spedizione. Le altre vittime di questa stagione sono un’alpinista inglese, morto per attacco cardiaco a pochi passi dalla cima, e un 42enne tedesco caduto in un crepaccio all’inizio dell’anno.

Sulla montagna risulta inoltre disperso un 31enne francese che voleva scalare l’Aconcagua in solitaria da una delle vie più difficili. Di lui non si hanno più notizie dal 4 gennaio: le ricerche continuano, ma le speranze di ritrovarlo vivo sono ridotte a un lumicino.
 

Sara Sottocornola

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