Alpinismo

Bufera sul Manaslu: fuga da campo 2

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KATHMANDU, Nepal — E’ stata una fuga, più che una discesa, quella affrontata dagli alpinisti impegnati sul Manalsu nei giorni scorsi. Una violenta bufera ha scaricato enormi quantità di neve fresca sulle pendici della montagna, provocando valanghe e crolli di seracchi intorno alla via normale. Nessuno degli scalatori sembra essere stato coinvolto o ferito negli incidenti, ma molti di loro sono rimasti bloccati in quota per diversi giorni.

La bufera, che si è scatenata di notte, ha colto di sorpresa gli alpinisti per la violenza con cui si è abbattuta sulle tende. Tra coloro che dormivano lassù c’era il messicano Yuri Contreras. "Ci siamo svegliati con 50 centimetri di neve fresca fuori dalla tenda – racconta Contreras – non potevamo far altro che scendere. Abbiamo cominciato a percorrere le fisse con il sirdar, lo svizzero Frederik Eriksson e degli alpinisti serbi e spagnoli".
 
Secondo quanto riferito da Explorersweb, nella discesa Contreras sarebbe stato sepolto da una piccola valanga, ma i suoi compagni sarebbero riusciti a liberarlo in pochi minuti. Il loro cammino, che fino al campo 1 è molto ripido e impervio, è stato costellato da piccole slavine e crolli dai seracchi che torreggiano attorno alla via normale.
 
Pericolo scampato per un pelo dagli alpinisti della spedizione Jagged Globe che, arrivati a campo due il giorno prima, erano subito ridiscesi dopo essere stati informati dal campo base della forte perturbazione in arrivo. Molti alpinisti, tuttavia, sono rimasti bloccati campo 1, 5.750 metri di quota.
 
"Per tre giorni abbiamo provato a scendere da campo 1 – racconta Phil Crampton -. Ma era impossibile ritrovare la via per attraversare la seraccata perchè la neve aveva sepolto le bandierine. La bufera era fortissima, la visibilità zero, nel giro di 48ore è caduto più di un metro di neve. Per fortuna a campo 1 avevamo sufficienti scorte di cibo, ma lassù molte tende sono sepolte e danneggiate".
 
Nella bufera non sono state coinvolte nè Nives Meroi, appena arrivata al base, nè Edurne Pasaban. I baschi, infatti, si trovavano al base in attesa di un miglioramento del tempo per salire e installare campo 2 a 6.550 metri di quota. La finestra di bel tempo è giunta nel weekend: la Pasaban e compagni sono saliti sulla montagna ma, a causa della coltre di neve, non sono andati oltre campo 1.
 
"Abbiamo passato lassù una notte – racconta la Pasaban -. Abbiamo avuto parecchio da fare per liberare le tende. E’ incredibile, la nostra tenda grande, alta due metri, era quasi completamente sepolta dalla neve!".
 
Ora i baschi sono tornati al base e attendono un’altra schiarita per proseguire nella scalata.
Sara Sottocornola

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